‘Up and Down Come in alto così in basso’, a Seravezza la mostra dell’artista Amedeo Desideri foto

L'inaugurazione domani (29 maggio) alle 18

Up and Down Come in alto così in basso. E’ questo il titolo dell’esposizione  di Amedeo Desideri, giovane artista originario di Empoli, che dopo essersi diplomato in scultura all’accademia di Carrara, ha indirizzato la sua ricerca verso le istallazioni visivo e sonore. La mostra inaugura domani (29 maggio) alle 18 nella chiesa della Madonna del Carmine di Seravezza e resterà aperta fino al 6 giugno dalle 18 alle 20.

L’esposizione curata da Lorenzo Belli nello spazio cappella Marchi gestito dall’associazione Alkedo, mostra in modo ironico e dissacrante l’ordine e disordine del momento storico che stiamo vivendo attraverso un unicum pittorico e scultoreo. L’esposizione è stata concepita come una riflessione sulla quotidianità, sulla natura dell’uomo ma soprattutto con le regole sociali e comportamentali che si è autoimposto.

“È una mostra che cerca di ridare significato al fuoco sacro che arde nell’uomo, un focus sulla relazione tra sogno e desiderio, dove lo slancio ad uscire dalla confort zone è equiparato alla pesantezza dei limiti e delle paure e alla difficoltà del loro superamento – spiegano gli organizzatori -. Desideri inserisce la più estrosa varia escogitazione di mezzi espressivi per parlare dell’uomo e della realizzazione delle ambizioni umane. La sua attitudine al paradosso  si risolve nel trasformare situazioni e dinamiche sociali, o associazioni di esse, in diorami situazionali che stimolano sottili reazioni psicologiche nell’osservatore. L’elemento centrale della mostra è quello scultoreo You Can do it che è una voliera dal  taglio puramente ironico dove vi è inscenata una battuta di caccia dell’assurdo dove viene rappresentato un aspetto della vita umana, una sensazione che è provata dall’essere vivente nei momenti di difficoltà e di sconforto: l’ineluttabilità del destino”.

“Le piume presenti nell’ istallazione ci riportano ad un livello superiore, poiché la quaglia è l’animale sacro ad Artemide ed è il simbolo della Dea della lontananza, così anche le opere che si trovano alle pareti cercano il verticale, come fosse un anelito dell’uomo verso la ricerca di una via d’uscita superiore che si scontra però con una rete che impedisce questo slancio al divino e riporta l’uomo alla sua natura di mero agente terreno – conclude il curatore -. Come le parole, le forme e le dinamiche rappresentate da Desideri acquistano un loro significato legato alla loro potenzialità emotiva, raccontandoci la vita delle cose e degli uomini”.

 

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