La storia dei tuareg del Niger in mostra con le foto di Marco Puccinelli

Le immagini in bianco e nero del Niger sono state realizzare da Puccinelli nel 2020

La mostra Alì ha gli occhi azzurri: i Tuareg del Niger, organizzata dall’Associazione Lucca Tuareg insieme all’Istituto storico Lucchese sezione Auser Sesto e alla Caritas di Lucca vuole far conoscere la realtà  della parte del Niger dove vivono le popolazioni tuareg, più povera ma più ricca di storia.

La mostra, con le fotografie di Marco Puccinelli, si terrà alla chiesa di San Cristoforo fino al 19 dicembre e a Capannori, al museo Athena, nell’ambito del Festival Tuareg di Iferouane dal 10 al 31 dicembre.

Le immagini in bianco e nero del Niger sono state realizzare da Puccinelli nel 2020. Le stampe sono state realizzate da Paolo Valli della VPphoto. L’allestimento della mostra è stato curato da Meri Cioni e Marco Puccinelli per conto dell’Associazione Lucca-Tuareg.

La mostra

Il Niger è uno degli stati più bisognosi dell’Africa subsahariana senza sbocchi al mare che spesso viene confuso con la vicina Nigeria. Le sue vicende hanno tuttavia ripercussioni sulla realtà in cui viviamo, a migliaia di chilometri di distanza da quel paese. Il Niger rappresenta attualmente uno snodo fondamentale per le vie dei migranti che dall’Africa equatoriale si spingono verso il Mediterraneo.

La mostra vuol anche far conoscere a tanti lucchesi l’attività dell’Associazione Lucca Tuareg, fondata circa venti anni fa da Paola De Luca e Mario Severi, che con progetti mirati aiuta la popolazione di alcuni villaggi a nord di Agadez nel campo dell’agricoltura, della scuola e della sanità.

La mostra riutilizza in parte materiale approntato per la mostra I Tuareg del Niger, realizzata al museo Athena di Capannori nell’autunno 2018 nell’ambito della rassegna: Conoscere l’Africa Tra storia e attualità, ma con una nuova documentazione iconografica relativa al mondo tuareg.

Il titolo riecheggia una poesia “profetica” di Pier Paolo Pasolini scritta agli inizi degli anni sessanta: “Alì dagli Occhi Azzurri, uno dei tanti figli di figli, scenderà da Algeri, su navi, a vela e a remi. Saranno con lui migliaia di uomini…”.

Questi versi sembrano particolarmente pertinenti al tema della mostra sia perché vi viene trattata la realtà dei migranti che si muovono in Niger per andare verso la Libia, ma che talvolta sono costretti a tornare indietro, sia perché i Tuareg, una popolazione di origini berbere, hanno spesso occhi e carnagione chiari. Conoscere gli altri è importante perché, indipendentemente dal colore degli occhi, della pelle, dalla differenza di cultura e di lingua, bisogna arrivare a vedere in chi arriva da lontano, bisognoso, in fuga, come uno come noi, un fratello.

 

 

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