Girolamo Scaglia, aperta la mostra in S. Franceschetto – Ft foto

Arte, tradizione e multimedialità. In tantissimi questa mattina (24 febbraio) all’inaugurazione della mostra dedicata all’artista lucchese Girolamo Scaglia che da oggi fino al 15 aprile sarà ospitata nello spazio espositivo del complesso di San Franceschetto. Ben otto opere, quelle esposte, arrivate a Lucca grazie a una bella storia: dopo l’acquisto ed il successivo restauro di una delle maggiori opere di Scaglia, L’Allegoria della musica, la Fondazione Cassa di Risparmio ha voluto onorare il nuovo pezzo della sua collezione con una mostra speciale. All’inaugurazione, oltre a tanti appassionati e i collezionisti che hanno prestato le loro opere, erano presenti il sindaco di Lucca Alessandro Tambellini, il presidente della Fondazione Cassa di Risparmio Marcello Bertocchini, la curatrice della mostra Paola Betti, la regista Cristina Puccinelli e il restauratore Massimo Bonino.

“Dopo l’acquisto, più di un anno fa, di una delle opere di Scaglia, la Fondazione ha deciso di proporre questa mostra e di creare un docufilm – ha spiegato il presidente Bertocchini – Grazie a questo breve ma straordinario filmato, possiamo comprendere quanto l’arte non sia solo sulle tele. Un modo particolare per arricchire questa nostra collezione e riportare in vita anche la tradizione lucchese”.
“Le opere esposte provengono da collezioni private, quindi mai viste – ha detto la curatrice della mostra Paola Betti, ormai da anni innamorata dell’arte di Scaglia – Scaglia è sempre stato erroneamente conosciuto solo per le sue opere sacre e per il suo maestro, Pietro Paolini. Grazie a questa mostra potremo far vedere ai visitatori che è stato molto di più, un pittore molto sveglio e abile nell’uso degli strumenti dai tratti molto curati su cui resta ancora molto da indagare e scoprire”.
“Il video creato dalla regista Cristina Puccinelli è breve ma ben fatto – ha spiegato Massimo Bonino – Spero che sia utile soprattutto ai giovani, che purtroppo spesso passano accanto ad opere meravigliose e non se ne rendono conto. Questa loro impassibilità mi ha sempre dato molto dispiacere, spero che questo filmato aiuti a ridare valore e una nuova sensibilità”.
A prendere la parola anche la regista Puccinelli, che questa sera alle 21 sarà presente in San Micheletto anche grazie a Dillo In Sintesi, dove presenterà due suoi teaser già pluripremiati a livello internazionale: “Produrre questo docufilm in cui si vedono tutte le fasi di un restauro è stato come fare un tuffo nel passato, in un mondo che non esiste più. L’arte dei veri artigiani, vedere come nasce un’opera nuova, l’elettricità data dalla sola forza dell’acqua dei mulini: spero che i giovani apprezzino e lascino per un attimo da parte questa era del digitale”.
Entusiasta della mostra anche il sindaco Tambellini che ha voluto ricordare alla platea che alcune opere di Scaglia e del maestro Paolini sono anche esposte a Palazzo Orsetti e rappresentano un notevole pezzo di patrimonio artistico della nostra città che, purtroppo, “per la pittura ha avuto anche periodi di fermo”.
Ma parliamo più nel dettaglio della mostra. L’esposizione si inserisce in maniera ‘felice’ nel contesto di una progressiva crescita per la fortuna critica dello Scaglia, un tempo associato alla produzione di opere di argomento sacro e indicato come marginale allievo del maestro, Pietro Paolini; ma adesso sempre più considerato nella sua autonomia e indagato come versatile interprete del mondo intellettuale seicentesco, che seppe tradurre sulla tela, assecondandone le passioni letterarie e mitologiche. È questo lo Scaglia presente nel San Franceschetto, con le sue personificazioni allegoriche, con i suoi paesaggi di genere, accurati e briosi. Uno Scaglia che anche nell’affrontare il tema sacro, trasforma la sua Giuditta in una sorta di eroina del mito. E poi c’è l’allegoria della Musica, un sogno avvolto in un morbido manto di chiaro e di scuro, una paradossale immagine di silenzio, di quiete, in grado di suggerire nei dettagli l’idea del riposo ristoratore a seguito di una brillante e soddisfacente esecuzione. Un’opera tornata alla sua ‘luce’ originale grazie a un meticoloso restauro, al centro del contributo filmato che accompagna i visitatori della mostra.
Il video, invece, nasce proprio da un’idea del restauratore, Massimo Bonino, il proposito della Fondazione di realizzare un documentario a corredo dell’esposizione. Non tanto un approfondimento sull’opera dell’autore, quanto l’occasione di parlare di restauro, proporre un percorso nel quale riconoscere il processo di recupero di un quadro e nel contempo rivivere le fasi tecniche della sua prima creazione. Un’opportunità anche per andare a cercare nel nostro territorio tutte quelle realtà artigianali che, ancora oggi come un tempo, fabbricano gli elementi necessari al completamento dell’opera: dalla tela, alla struttura, dalla cornice ai chiodi che la assemblano. Un racconto affidato alla cinepresa di Cristina Puccinelli, giovane regista lucchese già presente alle principali rassegne nazionali, che ha dato vita a Non di solo genio. Quando l’artigianato diventa arte: un breve documentario che, coi testi di Andrea Salani e la testimonianza diretta degli artigiani, ci conduce nelle botteghe, nei laboratori, alla ricerca di un sapere tramandato e faticosamente tenuto in vita, replicato e riproposto. Un pittore in ascesa. Il fascino del mito. La storia concreta e attuale dell’artigianato artistico. Tanti gli elementi di interesse presenti in questa mostra, nuova operazione culturale che afferma sempre più la Chiesa di San Franceschetto come piccola casa delle arti e centro di espressione culturale trasversale e fortemente radicato al territorio.

Giulia Prete

Le foto di Domenico Bertuccelli

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