La retrospettiva di Mario Nigro della Fondazione Ragghianti sbarca a Locarno

Mario Nigro. Gli spazi del colore, la grande retrospettiva antologica realizzata dalla Fondazione Centro Studi sull’Arte Licia e Carlo Ludovico Ragghianti a Lucca nell’occasione del primo centenario della nascita dell’artista (Pistoia 1917 – Livorno 1992), arriva a Locarno, alla Fondazione Ghisla Art Collection.
La mostra, curata da Paolo Bolpagni, direttore della Fondazione Ragghianti, e da Francesca Pola, realizzata in collaborazione con l’archivio Mario Nigro, inaugura questa tappa in Svizzera sabato (17 marzo) alle 17,30, per rimanere allestita fino al 2 settembre.

“L’allestimento alla Fondazione Ghisla di Locarno di Mario Nigro. Gli spazi del colore è per noi motivo di particolare soddisfazione – dichiara Paolo Bolpagni – perché si tratta del primo caso di una mostra che, partita dalla Fondazione Ragghianti, approda poi in un’altra sede espositiva, peraltro prestigiosa e qualificata. Inoltre il catalogo, in doppia lingua italiano/inglese, è pubblicato dalle Edizioni Fondazione Ragghianti Studi sull’arte, quindi è un nostro prodotto che conosce in tal modo una diffusione e distribuzione anche all’estero. Questo è importante per accreditare sempre di più la Fondazione Ragghianti come un’istituzione in grado di portare la propria proposta culturale oltre confine, facendosi conoscere per la propria serietà e apertura internazionale”.
Mario Nigro. Gli spazi del colore, che si è chiusa a Lucca lo scorso 7 gennaio, sottolinea due aspetti fondanti dell’opera dell’artista, peraltro ampiamente rappresentati in un lavoro significativo di Nigro, Spazio totale del 1953, presente fra i capolavori della collezione Ghisla. Mario Nigro si situa nell’ambito dell’arte astrattista in modo del tutto personale, a partire dalla fine degli anni Quaranta, con opere che guardano ai maestri delle avanguardie storiche (Kandinskij, Klee, Mondrian), coniugando sollecitazioni di matrice più lirica con un uso rigoroso della geometria, per giungere nei primi anni Cinquanta alla definizione del suo primo grande ciclo compiuto, quello dello “spazio totale”, in cui struttura e colore dialogano in modo continuo, generando intensi dinamismi.
Nelle 35 opere che costituiscono la mostra, una versione ridotta rispetto all’allestimento presso la Fondazione Ragghianti, appare chiaro l’impegno di Nigro a indagare il rapporto dell’uomo con lo spazio, inteso come luogo del divenire, luogo entro cui l’azione si compie nel tempo.
Per comprendere meglio l’artista non possiamo dimenticare che il variare della sua poetica era conseguenza diretta dell’attenzione che poneva al mondo reale, ai conflitti sociali, agli eventi, ai cambiamenti, alle persone, a se stesso. Una pittura, quindi, non avulsa dal tempo e dalla società, come potrebbe forse essere ritenuta da alcuni l’arte astrattista, ma, al contrario, ben immersa dentro la storia.
La rilevanza internazionale della produzione di Mario Nigro ha suscitato, per l’attualità della sua visione creativa, un crescente interesse del sistema dell’arte nelle sue varie componenti, dalle istituzioni al collezionismo, in particolare nel corso dell’ultimo decennio.

La Fondazione Ghisla Art Collection
La Fondazione Ghisla Art Collection, ente senza scopo di lucro, è stata istituita nell’aprile del 2014, con l’intento di mettere a disposizione della collettività un patrimonio artistico di valore internazionale, per essere condiviso da tutti coloro che riconoscono nell’arte una ricchezza indelebile. La collezione è stata creata dai coniugi Ghisla, spinti da una crescente ed eclettica passione per l’espressività artistica. La sua sede occupa uno stabile di fattura futuristica, appena realizzato su progetto dello studio d’architettura Moro & Moro di Locarno e si trova nel centro città, a pochi metri dal porto turistico. Approfondimento del progetto redatto dall’architetto Moro. Le opere della Fondazione Ghisla sono collocate in otto sale distribuite su tre piani. La loro sistemazione non è determinata dal rigore cronologico o dalla suddivisione per i movimenti e le tendenze che hanno caratterizzato l’arte della seconda metà del Novecento fino ai nostri giorni. Chi entra in questi spazi si immerge nel gusto di Pierino e Martine Ghisla, che nel corso degli ultimi trent’anni hanno raccolto capolavori assoluti della Pop Art, dell’Informale, del Concettuale, dell’astrattismo, del New Dada, cui si aggiungono prove di autori emergenti e forse meno conosciuti dal grande pubblico.
I coniugi Ghisla si sono comportati come se dovessero accogliere degli ospiti a casa propria. Pertanto nella prima sala si trova un’opera di Angelo Musco a colloquiare con un lavoro di Shirley Jaffe. Nella seconda l’Arte Povera di Jannis Kounellis dialoga con un lavoro di Christian Boltansky. La terza sala è dedicata al confronto fra artisti americani come Basquiat, Wesselmann, Twombly, Lichtenstein e altri ancona, mentre la quarta è consacrata ai grandi maestri dagli anni Quaranta in poi come Magritte, Miró, Picasso, Botero, Vasarely, Dubuffet, e altri. Nella quinta si trovano inoltre esposti i maestri che hanno segnato l’arte italiana degli ultimi cinquant’anni, come Fontana, Bonalumi, Castellani, Pistoletto, Boetti.
Il terzo piano è interamente dedicato alle mostre temporanee (due ogni anno) che propongono opere esterne alla collezione Ghisla e completano di fatto l’offerta espositiva.

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