King Crimson, standing ovation per 4mila al Summer

Chi l’ha detto che nel 2018 la musica di qualità non possa trovare un proprio spazio all’interno di un mondo sempre più “pop”? La buona musica infatti, quella vera, quella fatta con gli strumenti musicali e non con i computer, quella basata sull’abilità tecnica dei musicisti, ha ancora un grande seguito di appassionati. E il concerto dei King Crimson di questa sera (25 luglio) è lì a dimostrarlo. Ai loro piedi, una platea composta da oltre 4mila persone che hanno ascoltato in religioso silenzio i virtuosismi di Robert Fripp e soci. Genitori e figli insieme nell’osannare i loro idoli, uniti da una musica che trascende le generazioni e si dimostra inossidabile al trascorrere del tempo.

L’arrivo sul palco di piazza Napoleone dell’iconica band inglese, in giro per l’Europa con il loro Uncertain times tour, è forse passato più in sordina rispetto agli altri grandi nomi protagonisti dell’edizione 2018 del Summer Festival ma riuscire a portare a Lucca una delle band simbolo del movimento progressive è stato senza dubbio un altro colpo da 90 messo a segno dal patron Mimmo D’Alessandro.
I King Crimson infatti rappresentano l’apice, insieme agli Yes e ai Genesis, di quel movimento musicale nato alla fine degli anni Sessanta imperniato sull’abilità tecnica degli esecutori e che ha visto anche in Italia un’appendice importante (Pfm, Formula 3, Goblin, Area solo per fare alcuni esempi). Capitanata dal leggendario chitarrista, e vera anima del gruppo, Robert Fripp la band ha dato sfoggio di tutta la sua classe. E poco importa se della formazione originale sia rimasto ormai il solo Fripp, perché le canzoni quelle restano e quelle dei King Crimson sono senza dubbio dei capolavori.
Per chi non li aveva mai visti dal vivo, lo show è stato una vera sorpresa: in prima linea, davanti al pubblico, campeggiavano infatti ben tre batterie, suonate dagli eccezionali Pat Mastelotto e Gavin Harrison a cui occasionalmente si univa Bill Rieflin. I tre hanno dato sfoggio di enorme abilità suonando ritmi di grandissima difficoltà e grande ricercatezza. Sopra di loro, i “fantastici cinque”: Tony Levin (basso e chapman stick), Mel Collins (che con il suo flauto ha intonato alcune note dell’Inno di Mameli strappamdo applausi), Bill Rieflin (tastiere), Jakko Jakszyk (chitarra e voce) e ovviamente lui, Robert Fripp a condurre le danze con la sua chitarra magica. Il concerto è stato un susseguirsi di emozioni, tra momenti lenti e ritmi incalzanti. I Crimson hanno eseguito alcuni dei loro brani più celebri come Lizard, Red, Epitaph e The court of the crimson king lasciando grande spazio all’improvvisazione e al talento di ogni musicista. Non sono mancati infatti gli assoli di batteria, basso, chitarra e sax per più di tre ore di concerto che hanno mandato in visibilio la platea.
Gran finale con 21st century schizoid man, indubbiamente il pezzo più famoso firmato da Fripp e soci, che ha portato il pubblico ad una vera e propria standing ovation in un’altra serata di grande musica al Summer festival.

Luca Dal Poggetto

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