Yoga, chakra e corpo energetico

La stessa energia che costituisce l’universo è presente in noi, entra nel nostro corpo e va a costituire il nostro corpo energetico, il corpo pranico. È di questo che vogliamo occuparci oggi. Così come l’acqua assume vari aspetti, dallo stato liquido a quello gassoso (come vapore) a quello solido (come ghiaccio); e così come l’acqua ha movimenti ascendenti, dall’oceano verso il cielo, e discendenti, dal cielo verso la terra, e porta vita (senza acqua niente vita); così l’energia si muove al nostro interno attraverso dei canali, chiamati nadi, si concentra in ruote, cerchi, vortici, i chakra, e da lì si dirama circolando orizzontalmente e verticalmente, portando vita.

Mentre il corpo fisico, denso, è composto da strutture anatomiche distinte, ”il corpo pranico costituisce un’unità indivisibile, suddivisa soltanto in attività vitali, in funzioni particolari che non sono rigidamente localizzate in una parte del corpo. Le funzioni creano gli organi corrispondenti e li animano” (A. Van Lysebeth, Pranayama, la dinamica del respiro, 1973). Il corpo pranico è formato da un numero infinito di canali, appunto le nadi, che secondo la tradizione yoghica sono 72mila: esse partono dalle dita delle mani e dei piedi ed attraversano il corpo intero raggiungendo il cuore, centro di equilibrio e di spiritualità, e raggiungono il vertice del capo che è punto di congiunzione con l’universo. Tre di questi canali sono i principali: ida, pingala e sushumna; essi prendono nome anche da tre grandi fiumi dell’India: Ganga, Yamuna e Sarasvati. Ida o ganga è il canale lunare rinfrescante, pingala o yamuna è quello solare riscaldante; sushumna o sarasvati è il canale centrale (che scorre parallelo alla colonna vertebrale) in cui gli altri due si uniscono e, superate le polarità, al vertice del capo raggiunge un più alto livello di coscienza e può trascendere il piano fisico. Come il corpo fisico assume dall’esterno il nutrimento, così il corpo energetico prende il prana dal mondo esterno; lo strumento con cui si appropria di prana è il respiro, ed il mezzo con cui lo fa scorrere è costituito dalle nadi che, così come dei torrenti che trasportano acqua, fanno scorrere l’energia fino a raccoglierla nel grande canale. Il respiro può portare l’energia verso l’alto e questa prenderà il nome di prana, ed è quella che assorbe il nutrimento, oppure può portarla verso il basso e si chiamerà apana e da lei dipendono le funzioni di escrezione (le feci, lo sperma, il mestruo; il percorso del parto; l’eliminazione dei residui gassosi attraverso il sudore e le vie respiratorie). Per questo è importante che prana ed apana, inspirazione ed espirazione, siano in equilibrio perché ciò assicura il corretto funzionamento delle funzioni di assimilazione e di circolazione dell’energia e da ciò dipende la nostra salute (pensiamo a quanto sia importante la funzione dell’eliminazione riflettendo su cosa accade quando essa è impedita: costipazione, disfunzioni renali, mancanza di permeabilità dei pori della pelle, insufficiente eliminazione di anidrite carbonica dai polmoni). Oltre a prana ed apana, il respiro trasporta l’energia mediana, riscaldante, samana,che gestisce le funzioni dell’assimilazione; vyana, che governa la distribuzione e mette in azione l’energia nel corpo intero mediante la circolazione sanguigna, linfatica e del sistema nervoso; Udhana, la cui sede è nella gola, che regola l’espressione.
Lungo le nadi, principalmente nei punti che corrispondono alle giunture, piccole o grandi che siano, ma anche tra le giunture o nei palmi delle mani, nelle piante dei piedi si trovano i vira chakra, cioè i chakra protettori, i guardiani, i difensori e due di essi sono particolarmente grandi ed importanti e sono in relazione a due organi, il fegato (surya chakra) e la milza (chandra chakra); altri significativi sono dietro ai lobi delle orecchie, sotto il naso ed alla radice del naso. Chi proteggono, chi difendono? I raja chakra. I raja chakra sono sette e cinque di loro sono collocati lungo il canale centrale, gli altri due nella testa. Oggi si sente molto parlare di chakra, a proposito e a sproposito in quanto si legge o si sente dire che qualcuno può aprirli, dando per scontato che possano essere chiusi, mentre in tal caso saremmo morti. I raja chakra possono essere sia stimolati che attivati, mentre i vira chakra possono essere solo stimolati. La stimolazione è come un’onda energetica e può essere impressa anche dall’esterno, ma l’attivazione può realizzarsi solo dall’interno, grazie alla pratica yoghica, sia attraverso la concentrazione mentale protratta a lungo, sia attraverso la pratica delle asana. Ogni asana, infatti, se mantenuta nell’immobilità per un minimo di cinque minuti, crea un forte vortice energetico che parte proprio dal centro di quel determinato chakra relato all’asana e da lì si espande. È la stessa cosa che succede ad un fiore che non può essere aperto dall’esterno ma si schiude a partire dal suo stesso centro (e spesso i raja chakra sono raffigurati come fiori di loto di diversi colori).
Muladhara chakra è il primo che incontriamo alla base della colonna. Mula in sanscrito significa radice e adhara sostegno, è il sostegno della radice e corrisponde al primo stadio di evoluzione dell’umanità in cui prevalgono gli istinti animali di sopravvivenza: la fame, la sete, l’aggressività. Se a questo livello manca l’equilibrio energetico si manifesterà odio, rabbia, gelosia, avarizia, tristezza. È legato all’olfatto ed alla parte più ancestrale del nostro cervello, ad apana, il soffio discendente, alla terra di cui permette di assorbire l’energia (che nutre e protegge, conferisce stabilità e sicurezza). Meditare su questo chakra porta a dominare le manifestazioni proprie del suo squilibrio. Svadhisthana chakra corrisponde allo stadio di evoluzione in cui l’umanità cominciò ad aggregarsi. È la sede dell’energia sessuale che è potere di creazione e di autoguarigione. A livello vertebrale corrisponde alle vertebre sacrali, è collocato alla radice degli organi genitali e governa i reni ed i surreni e controlla le funzioni degli organi genitali. “Portare all’equilibrio energetico questo chakra elimina le paure più antiche e profonde, le tensioni interiori ed aumenta la fiducia in se stessi e negli altri”. (G. Cella, Chakra, Fabbri). È legato al gusto ed il suo elemento è l’acqua ed il suo soffio vitale è vyana.
Manipura chakra corrisponde allo stadio attuale di evoluzione dell’umanità in cui prevale la volontà di affermazione individuale, di prevaricazione sugli altri e di dominio. È situato nell’area lombare e corrisponde al plesso solare; controlla le funzioni dello stomaco, dell’intestino e del pancreas. Trasforma l’energia cosmica in energia individuale, così come il soffio ad esso relato, Samana, guida la trasformazione del cibo perché possa essere assimilato; il suo elemento è il fuoco che distrugge la materia e la fa diventare energia più sottile. L’organo di senso è la vista. Governa la forza e la volontà individuali. Il suo squilibrio energetico porta ad una volontà fiacca, all’incapacità di crearsi il proprio spazio ed alla scelta di prevalere sugli altri per affermare se stessi.
Anahata chakra corrisponde ad uno stadio di sviluppo dell’umanità in cui l’essere umano, una volta esaurito il processo di individuazione e superate le paure ataviche e relazionali, reso trasparente l’ego, trovato il perfetto equilibrio tra maschile e femminile, si può aprire all’Amore universale, incondizionato. Le emozioni ed i desideri che nascono dagli stadi precedenti qui vengono trasformati ed innalzati creando un passaggio dalla possessività al dono di sé. In presenza di uno squilibrio energetico di questo chakra si è incapaci di ricevere, ci si sente indegni di meritare e si diventa chiusi di fronte all’abbondanza. La corrispondenza sul piano fisico è in relazione alle vertebre toraciche ed al sistema cardio-circolatorio, l’organo di senso è il tatto e l’elemento è l’aria.
Vishuddha chakra è il purissimo. Shuddha significa purificare ed indica il passaggio attraverso quella che viene definita la ‘porta degli dei’, ad indicare ancora un gradino di superamento di ciò che è materiale in uno stadio più sottile. Il suo elemento è l’etere. È in relazione con le vertebre cervicali, con la tiroide e le paratiroidi ed il suo organo di senso è l’udito. Il soffio vitale ad esso correlato è udhana e ciò significa che desideri, sentimenti ed emozioni vengono trasformati per trovare una forma di espressione ed essere comunicati agli altri: le esigenze trovano il modo di non essere represse per potersi esprimere e non c’è la necessità di ricorrere all’aggressività per imporle.
Ajna chakra è conosciuto anche come ‘terzo occhio’ ed in esso l’energia cosmica diviene pensiero e volontà cosciente, intuizione. È il centro del comando, detto anche centro della totale visione luminosa, collegato alle facoltà paranormali ed alla chiaroveggenza. È punto d’incontro delle tre nadi principali prima che sushumna prosegua il suo cammino verso la vetta, il vertice, il punto di brahma. Sul piano fisico è in relazione al controllo del sistema nervoso centrale e periferico ed alla ghiandola che controlla l’attività endocrina e metabolica di tutto l’organismo: l’ipofisi. Anche l’epifisi che regola il ritmo circadiano, sonno-veglia, è collegata a questo centro. Gli elementi terra, acqua, fuoco, aria sono trascesi e si ha la capacità di porsi al di sopra di qualsiasi rappresentazione mentale, in una situazione di assoluta equanimità.
Sahashrara chakra è il loto dai mille petali e si colloca alla sommità del capo e nel suo centro si trova il punto di brahma, la grande fontana della vita. Non c’è più relazione con alcuna funzione fisica, ma c’è fusione tra l’anima, lo spirito individuale e quello cosmico, si accede alla dimensione ultracosciente e spirituale. Il viaggio per la consapevolezza ha portato di fronte ad un canale dal quale poter ricevere un’energia che in molte tradizioni differenti viene chiamata la forza divina che procede dall’alto verso il basso ed incontra l’altra, che è il frutto del viaggio di consapevolezza, ed è in grado di esercitare un’ulteriore trasformazione dell’essere umano spiritualizzandolo.
Queste sono solo alcune descrizioni essenziali delle caratteristiche dei chakra. Esiste una grande varietà di esercizi per risvegliarli e attivarli, ma di ciò parleremo in seguito, consapevoli che una corretta pratica di respirazione è il primo passo per entrare in contatto con il corpo energetico e per realizzare l’equilibrio energetico dei chakra.

Patrizia Martinelli
insegnante yoga ratna

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