I fratelli Karamazov di Mauri-Tarasco al teatro del Giglio

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Un classico della letteratura mondiale declinato in spettacolo grandioso sul palcoscenico del teatro del Giglio. Ultimo grandioso romanzo scritto da Fëdor Dostoevskij, I fratelli Karamazov sarà protagonista a Lucca venerdì 22 e sabato (23 marzo) alle 21 e domenica (24 marzo) alle 16. E’ portato in scena nella versione teatrale di Glauco Mauri e Matteo Tarasco. Frutto di un grande lavoro di smontaggio e rimontaggio dei capitoli fondamentali del romanzo, è firmato per la regia da Matteo Tarasco.

Glauco Mauri, che da giovanissimo (22 anni) ottenne un grande successo personale nel ruolo del fratellastro-servo Smerdjakov diretto da Andrè Barsacq, accanto a Memo Benassi, Lilla Brignone, Gianni Santuccio, Enrico Maria Salerno, è oggi il dissoluto e senza scrupoli Fëdor Pavlovič Karamazov. Roberto Sturno dà voce e corpo a Ivàn Karamazov, il più intellettuale e tormentato dei fratelli. Accanto a loro: Paolo Lorimer (lo Starec Zosima), Laurence Mazzoni (Dmitrij Karamazov), Pavel Zelinskiy (Alekséj Karamazov), Luca Terracciano (Smerdjakov), Giulia Galiani (Katerina Ivanova), Alice Giroldini (Grušen’ka). Lo spettacolo, realizzato dalla Compagnia Glauco Mauri-Roberto Sturno in collaborazione con il Teatro della Toscana-Teatro Nazionale, ha le scene di Francesco Ghisu, i costumi di Chiara Aversano, le musiche di Giovanni Zappalorto, le luci di Alberto Biondi.
I fratelli Karamazov è l’ultimo romanzo scritto da Fëdor Dostoevskij, ritenuto il vertice della sua produzione letteraria, un capolavoro della letteratura dell’Ottocento e di ogni tempo. La trama si sviluppa attorno alle vicende dei membri della famiglia Karamazov, al contesto in cui matura l’assassinio di Fëdor, il capofamiglia, e al conseguente processo nei confronti di Dmitrij, il figlio primogenito accusato di parricidio. A un livello più profondo, è il dramma spirituale scaturito dal conflitto morale tra fede, dubbio, ragione e libero arbitrio. La famiglia Karamazov appare un esempio di questa nostra società così incline all’incapacità di comprendersi e di aiutarsi. Anche il sentimento dell’amore spesso viene distorto in un desiderio insensato di violenza. Ma Dostoevskij è un grande poeta dell’animo umano e anche da una terribile storia riesce a donarci bellezza e poesia.
“Per ben due volte – scrive Glauco Mauri – la nostra compagnia ha raccontato Dostoevskij. Due assoluti capolavori: L’idiota e Delitto e castigo. Dostoevskij, Shakespeare e Beckett sono stati i tre grandi autori che mi hanno aiutato a tentare di capire la vita: la immensa tavolozza dei colori dell’animo umano di Shakespeare, la tragedia del vivere che diventa farsa e la farsa del vivere che diventa tragedia di Beckett e Dostoevskij che mi ha fatto capire la magnifica responsabilità che ha l’uomo di comprendere l’uomo. Dostoevskij non giudica mai: racconta la vita anche nei suoi aspetti più negativi con sempre una grande pietà per quell’essere meraviglioso e a volte orrendo che è l’essere umano. La famiglia Karamazov devastata da litigi, violenze, incomprensioni, da un odio che può giungere al delitto, oggi come oggi appare, purtroppo, un esempio di questa nostra società così incline all’incapacità di comprendersi e di aiutarsi. Anche il sentimento dell’amore spesso viene distorto in un desiderio insensato di violenza. Così sono i Karamazov – Così siamo noi? Ma Dostoevskij è un grande poeta dell’animo umano e anche da una terribile storia riesce a donarci bellezza e poesia”.
“I fratelli Karamazov – così Matteo Tarasco nelle sue note di regia – è un romanzo cupo e disperato, che oscilla pericolosamente nell’incerto territorio in cui danzano avvinghiati Eros e Thanatos; è una storia assoluta, spietata, estrema, senza margini di riscatto, senza limiti, un duello tra uomini completamente sopraffatti dai nervi e avvinghiati in un ineludibile legame economico. Con il rigore di un giudice istruttore, lo scrupolo di uno scienziato e l’insistenza di un investigatore, Fëdor Dostoevskij ci conduce in un viaggio negli abissi oscuri dell’animo umano, descrivendo un mondo che perde i suoi referenti culturali e svilisce i valori etici più profondi, un mondo ove l’interesse personale diviene la mozione primaria d’ogni atto, ove trionfa il soddisfacimento sfrenato del desiderio. L’ultimo romanzo di Fëdor Dostoevskij ha la grandezza e la forza di un inferno dantesco, è una comédie humaine alla russa, dove bestie umane si agitano sulla scena del mondo, dove il denaro, il fango e il sangue scorrono insieme. Dostoevskij sembra scagliare un monito all’umanità ferita e spaesata: ‘conoscerai un grande dolore e nel tuo dolore sarai felice. Cerca la felicità nel tuo dolore’. Oggi la lingua non è più del cuore, come diceva Paracelso, ma della mente. La parola sembra soccombere nelle paralizzanti spire dell’ossessione comunicativa, stritolata da un’angoscia semantica. Proprio per questo ci sembra necessario rileggere e mettere in scena il capolavoro di Dostoevskij che ci restituisce il coraggio di essere nuovamente eloquenti e profondamente umani”.
La programmazione del Teatro del Giglio è resa possibile grazie al fondamentale e irrinunciabile sostegno del Comune di Lucca, cui si aggiungono gli apporti del Ministero dei beni e delle attività culturali e della Regione Toscana, e il prezioso contributo della Fondazione Cassa di Risparmio di Lucca, oltre all’impegno di Fondazione Banca del Monte di Lucca, Lucar, Unicoop Firenze, Ego Wellness Resort e Banco Bpm. La stagione di prosa è, come di consueto, progettata e realizzata con Fondazione Toscana Spettacolo onlus, circuito multidisciplinare della Regione Toscana per la programmazione e la promozione dello spettacolo dal vivo.
Per informazioni, prenotazioni e acquisti dei biglietti per lo spettacolo I fratelli Karamazov – prezzi da 8 a 30 euro – rivolgersi alla Biglietteria del teatro (tel. 0583.465320, email biglietteria@teatrodelgiglio.it) aperta al pubblico dal mercoledì al sabato con orario 10,30-13 e 15-18.

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