Con Animando è di scena l’arte del quartetto

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L’arte del quartetto protagonista dei due appuntamenti di aprile con Animando. Martedì (2 aprile) alle 17,30 alla casermetta San Colombano, sulla Mura urbane, Eravamo quattro amici al bar. Una conversazione sulla formazione cameristica più utilizzata dai compositori, la sua storia e le sue evoluzioni tra epoche, ispirazioni e sensibilità diverse, tenuta dal musicologo e direttore del Centro studi Luigi Boccherini, Marco Mangani.

La musica raccontata introdurrà al secondo appuntamento, quello della musica eseguita, in programma per venerdì (5 aprile) alle 21 nella sala Tobino di Palazzo Ducale. Tornerà sulla scena lucchese, per il terzo anno consecutivo, l’ensemble degli Archos Quartet, formazione di giovani musicisti nata nel novembre 2009 in seno all’Università della musica di Lubecca. I componenti – Filip Jeska (violino primo), Mikołaj Pokora (violino secondo), Radenko Pedrov Kostadinov (viola) e Francesca Fiore (violoncello) – provengono da tre nazioni diverse: Polonia, Bulgaria e Italia. Sono stati loro, nell’estate 2017, a vincere il premio per la musica da camera che Animando ha intitolato ad Adolfo Betti nell’ambito del festival Virtuoso & Belcanto. Sarà proposto all’ascolto il Quartetto per archi in sol minore Op. 32 n. 5 di Luigi Boccherini (1743 – 1805), autore simbolo de Il Settecento musicale a Lucca – rassegna di cui il concerto è parte. Sebbene la questione sia ancora oggi aperta, non mancano studiosi che attribuiscono proprio a Boccherini l’ideazione del quartetto d’archi. Gli Archos Quartet proseguiranno con Franz Joseph Haydn (1732 – 1809) e il suo Quartetto per archi in re minore Op. 76 n. 2 ‘delle quinte’, composizione della maturità, in quattro movimenti. Infine, l’ensemble eseguirà il Quartetto d’archi in la minore Op. 51 n. 2 di Johannes Brahms (1833 – 1897), autore che – a differenza degli altri due – fu tutt’altro che prolifico in questo genere di composizione: scrisse soltanto tre quartetti, temendo probabilmente il confronto con i modelli del Settecento. 
L’ingresso è a offerta libera.

Foto Peter Adamik

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