Libertà stampa, da Lucca la dichiarazione per l’Unesco foto

Libertà di stampa, da Lucca una dichiarazione di intenti che arriverà sul tavolo dell’Unesco a Parigi. È questo l’esito del convegno organizzato ieri (3 maggio) a Palazzo Bernardini dal Club Unesco di Lucca, grazie all’impegno della direttrice Annateresa Rondinella, con il patrocinio di Prefettura di Lucca, università di Trento e di Pisa, Imt – Scuola Alti Studi, Fondazione Campus, Associazione operatori radiofonici universitari, Ordine dei Giornalisti della Toscana e Confindustria Toscana Nord.
Il convegno, dedicato alla memoria di Antonio Micalizzi e Barto Pedro Orent-Niedzielski (Bartek), i due giornalisti uccisi nell’attentato di Strasburgo, ha avuto l’obiettivo di tracciare un quadro della situazione della libertà di stampa in Italia e nel mondo, cercando anche di individuare strumenti per garantirla di fronte alle minacce della diffusione di informazioni scorrette, sbagliate o, più gravemente, false, agevolate dalla diffusione dei contenuti tramite i social network.

Dopo i saluti del presidente di Confindustria Toscana Nord Giulio Grossi, del viceprefetto di Lucca Stefania Trimarchi, del presidente del consiglio regionale della Toscana, Eugenio Giani e di Giovanni Finucci, vicario per i club per l’Unesco di Lucca, cui si è aggiunto l’intervento ‘a sorpresa’ dell’ex ministro dell’istruzione Stefania Giannini, ora assistente del direttore generale per l’educazione dell’Unesco, ha aperto i lavoro Franco Bernabè, presidente della Commissione nazionale italiana per l’Unesco affrontando il tema dell’informazione al tempo del web.
“Tre – ha ricordato – i temi principali da affrontare: le tecniche di propaganda, la questione della trasparenza del messaggio e il costo del messaggio. Le tecniche di propaganda, in realtà, sono rimaste le stesse dei tempi in cui Woodrow Wilson si impegnò per convincere gli americani, in uno stato in cui non esisteva la leva obbligatoria, ad entrare in guerra. La vera problematica è quella della trasparenza nell’origine del messaggio. È qui che si è verificata la rivoluzione totale nell’era dei nuovi media, che tendono a dare dei messaggi focalizzati e tarati alla persona che riceve il messaggio. E non è chiara neanche più la provenienza di questo messaggio, come dimostra quando si è verificato, nelle recenti elezioni in Usa dove si è verificato checirca un quarto dei messaggi pro Trump sono stati generati da robot”. Il tutto in un quadro per cui l’accesso alla diffusione di informazioni, grazie ai social network, si è moltiplicato vista l’inesistenza, anche dal punto di vista del costo, di barriere in entrata.
Di necessità di investire nella formazione per permettere a chi riceve le informazioni “di decodificare i messaggi attraverso l’esercizio del pensiero critico” ha parlato l’ex ministro Stefnia Giannini: “La libertà di stampa – ha detto – si difende con la libertà individuale, che significa libertà di scegliere avendo a disposizione gli strumenti corretti di analisi”.
A Paolo Collini, rettore dell’università di Trento, il compito di ricordare le figure di Antonio Micalizzi e Bartek, due giovani che credevano nell’informazione ‘sul campo’ e impegnati nel racconto della complessità del reale “anche attraverso i nuovi mezzi per venire incontro a chi fruisce l’informazione in maniera diversa”.
Di spessore e appassionato l’intervento della giornalista Carmen Lasorella. “Il ruolo del giorrnalista – ha detto – è quello del ‘media’, di mediatore e verificatore delle notizie nei confronti dei lettori o telespettatori. Se viene meno il sistema di pluralità di voci dell’informazione viene meno anche la libertà sia di informare sia di essere informati”. Lasorella ha ricordato un reportage della fine della dittatura in Etiopia, una storica esclusiva del Tg2: “Per fare questo mestiere – ha ricordato – bisogna capire perché succedono le cose e mettere in correlazione gli eventi. Siamo ormai sommersi dalla cronaca e invece dobbiamo cercare di aprire cosa accade nel mondo”.
Di cosa è cambiato nei media e della conoscenza come strumento di libertà hanno parlato il rettore dell’università di Pisa, Paolo Maria Mancarella e il direttore della scuola Imt Alti Studi di Lucca, Pietro Pietrini, che hanno aperto l’ultima fase degli interventi sul tema dei community media (con il segretario nazionale della associazione Operatori radiofonici universitari Alice Plata), su comunicazione digitale e modelli di governance per il turismo (Enrica Lemmi, presidente dei corsi di laurea in scienze del turismo della Fondazione Campus). A chiudere gli interventi dei relatori il presidente dell’ordine dei giornalisti della Toscana, Carlo Bartoli, che ha sottolineato l’importanza dell’etica e della responsabilità nel giornalismo, con un focus particolare sul giornalismo digitale.
Dal sindaco, Alessandro Tambellini la sintesi dei lavori che si concretizzerà nella Dichiarazione di Lucca per la Giornata mondiale della libertà di stampa che si focalizzerà proprio sul tema della conoscenza come strumento di libertà.
Un convegno riuscito, insomma, nonostante qualche ‘scivolone’ negli interventi allorché si è voluto contrapporre, giornalismo tradizionale e giornalismo on line. La libertà di stampa, infatti, è valore universale e da difendere sempre e comunque. Come è da difendere, e supportare, il giornalismo di qualità contro le manipolazioni e i condizionamenti della politica e del mercato.
Gli atti del convegno di ieri, ha ricordato in chiusura Annateresa Rondinella, prima di un aperitivo musicale e di una conviviale con ospiti e relatori, saranno pubblicati nei prossimi mesi e rappresenteranno una base comune per continuare ad affrontare il tema della libertà di stampa anche nei prossimi anni.

Enrico Pace

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