Le sculture lignee di Conta al Lucca Museum

Quando il legno diventa simbolo di un territorio e di un artista. Non è un caso se lo scultore trentino Giorgio Conta ha scelto di utilizzare questo materiale per la realizzazione delle sue opere in mostra nel Lucca lounge & underground dal 10 maggio al 9 giugno. La sua personale dal titolo Scolpire un territorio, a cura di Maurizio Vanni, organizzata con il sostegno della Provincia autonoma di Trento, con il supporto di Zadra Interni e il contributo del gruppo Miniera San Romedio, svela infatti il forte legame con la sua terra di origine, dove tutte le sue sculture hanno genesi. 

Nel museo lucchese sono in esposizione circa 30 opere tra sculture lignee e tecniche miste che sono il risultato dei suoi studi per sculture. Domenica (19 maggio) alle 18,30 sarà inoltre possibile approfondire la conoscenza del lavoro di Giorgio Conta durante l’incontro con l’artista, condotto da Maurizio Vanni, che si terrà sempre nel Lucca lounge & underground. È dunque lo spirito di appartenenza al luogo di origine il filo conduttore di Scolpire un territorio. Giorgio Conta è un artista che non ha mai approfittato della globalizzazione per definirsi un figlio del mondo, ma che ha sempre ostentato la sua provenienza e il suo amore per quel territorio trentino che vanta una tradizione scultorea lignea unica al mondo.
“Conta – scrive Vanni – è figlio della propria terra: dal generoso ricorso al legno alla molteplicità stilistica della sua plastica (possibile riferimento alla pluralità dei paesaggi del Trentino), tutto conduce a scoprirlo nel suo contesto geografico. Molte delle sue figure, ad esempio, potrebbero essere riferite alle articolate cartografie delle montagne ed alcuni cambi di ritmo nel lavorare la materia non possono non ricordarci che la provincia di Trento è da sempre un territorio di confini culturali, sociolinguistici e geomorfologici”. 
“I suoi lavori – prosegue il curatore – ci sorprendono per la loro duttilità, per la loro semplice complessità, per il desiderio di rappresentare un qui e ora al tempo stesso reale e ideale, per la capacità di rendere protagonisti elementi del tuttotondo che solitamente si ritengono decorativi. Non dobbiamo farci ingannare dallo sguardo perso nel vuoto dei suoi personaggi: il suo mondo si mantiene sempre in equilibrio tra due dimensioni e la visione si perde all’infinito perché la mente non abbandona mai la relazione con il finito”. 
In questa sua mostra personale fa la sua apparizione anche quella che potremmo definire scultura funzionale nella quale la libertà espressiva viene messa a servizio di un oggetto artistico di uso quotidiano: una seduta per più persone. Un lavoro di meta-design, realizzato in collaborazione con l’azienda Zadra Interni, che apre le porte al bello e all’unico entrando nella vita di tutti i giorni di un museo, di un luogo pubblico o di un’abitazione privata. “La mia nuova sfida – afferma Massimo Zadra – è quella di portare l’originalità dell’opera d’arte funzionale all’interno della quotidianità di luoghi che, troppo spesso, diventano anonimi per l’utilizzo eccessivo di oggetti privi di identità”.

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