The fluidity of death, performance di danza alla Tenuta dello Scompiglio

Il primo studio di Interbeing, The fluidity of death, progetto vincitore del bando Della morte e del morire, risultato della residenza creativa della compagnia di danza tedesca Freies tanz ensemble, diretta da Alessio Trevisani, sarà visitabile in un percorso sabato (18 maggio), alla tenuta dello Scompiglio a Vorno. All’alba e al tramonto (alle 5 e alle 19,30), il pubblico è invitato a condividere con i danzatori Yuri Fortini, Matteo Magnabosco, Yuko Matsuyama, Giada Palmisano, Thomas Roth e lo stesso Alessio Trevisani, un lavoro sulla fluidità del divenire tra spazio e tempo, tra corpo e sacralità, oltre lo schema vita-morte. Percorso per 25 spettatori, prenotazione necessaria.

L’appuntamento fa parte della programmazione tematica Della morte e del morire, incentrata sull’individualità in relazione alla morte e alle sue tre dimensioni: socio-politica, ideologica e celebrativa. La manifestazione è presentata dall’associazione culturale Dello Scompiglio, diretta dalla regista e artista Cecilia Bertoni e fino a dicembre propone un fitto cartellone con mostre, performance, concerti, workshop, residenze, incontri e attività per bambini. Comprende inoltre i vincitori di un bando internazionale rivolto ad artisti in ogni declinazione delle arti, che ha visto la partecipazione di oltre cinquecento progetti, accanto alle creazioni e alle produzioni della Compagnia Dello Scompiglio, a incontri, mostre e spettacoli ospiti. “La memoria e il nostro corpo – spiega Alessio Trevisani – sono la sorgente della nostra identità. Una ricchezza incredibile che rende ogni individuo unico e irripetibile. Il concetto di Interbeing, in italiano traducibile con Inter-essere, ci porta invece a riflettere come fare a sentirci parte di un tutto, in un sistema intrecciato di connessioni dove le cose dell’universo e della natura, ma anche quelle della nostra vita non sono uniche e neppure separate tra nascita, vita, morte. Interbeing è un termine creato dal monaco buddista, Thich Nhat Hanh, per descrivere questa interconnessione e interdipendenza. Per comprenderlo pensiamo all’immagine dei fiori e del compost. Piantando un seme in un vaso di terra, innaffiandolo e a patto che quando germoglierà, vi siano calore e luce, sboccerà forse un fiore. Osservando con occhi parziali, tenderemo a credere che il fiore abbia un’esistenza separata, un sé separato. Ma guardando più profondamente, vedremo che il fiore non è un’esistenza separata dal compost, dalla luce del sole, dall’acqua e dall’aria. Se avessimo eliminato anche uno solo di questi elementi non sarebbe esistito. Fiore, compost, acqua, luce e aria inter-sono. Dopo alcune settimane, il fiore appassirà e tornando al compost. Non esiste nessuna fine e nessun inizio, nessuna nascita e nessuna morte”.
Mostre in corso: Sanctum, installazione ambientale dell’artista olandese Levi van Veluw a cura di Angel Moya Garcia, sviluppata appositamente per la Tenuta dello Scompiglio e ispirata al primo edificio religioso, il Tabernacolo, chiamato anche la tenda delle riunioni. Aperta fino al 22 settembre Camera#5, installazione di Cecilia Bertoni, in cui l’artista, partendo dalla scrittura del proprio testamento, indaga sulla morte e sulla sua necessità. Aperta fino al 22 settembre I cannibali, installazione di Titta Cosetta Raccagni che, riproducendo un ciclo di morte e vita in una vasca d’acquario, propone una riflessione su quale corpo, oggi, abbia il diritto di esistere Riderless horse, video-installazione e performance dell’artista spagnolo Avelino Sala, in cui si mette in discussione l’dea di eroe e di leader rappresentata in tutta la statuaria classica da un uomo a cavallo. Fino al 22 settembre La vulnerabilità delle cose preziose, di Sabrina Mezzaqui, esito di una residenza aperta al pubblico sulla realizzazione di un’opera condivisa tra più persone, visitabile fino al 26 maggio.

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