Piccinni svela l’amore: “E’ quel che regola tutta la vita”

Che cos’è l’amore? Come ci trasforma? Come cambia la nostra percezione del mondo e della realtà? Come si riconoscono i comportamenti devianti prima che sia troppo tardi? E, soprattutto, come se ne esce? Sarà questo il tema al centro del seminario dal titolo L’Amore tra normalità e patologia in programma domani (15 giugno) nella sala Accademia di Palazzo Ducale e che coinvolgerà psichiatri, psicologi, chirurghi plastici e avvocati per raccontare il sentimento amoroso nelle sue implicazioni naturali fino alle derive patologiche. Il convegno, gratuito e aperto a tutti, riconoscerà 7 crediti Ecm per i professionisti medici interessati.

“L’amore regola la nostra vita fin dal momento in cui nasciamo. È il sentimento più potente che coinvolge l’essere umano. È da sempre avvolto da un mistero che, domani, proveremo ad analizzare”. Parla così il professor Armando Piccinni, presidente della fondazione Brf onlus e ormai presenza fissa nel palinsesto di Rai1. Il convegno tratterà il tema non solo con un’attenzione neurobiologica, ma anche indagando gli impatti che l’amore produce sui costumi e sulla società, discutendo su quanto sia cambiato il sentimento del corpo, analizzando i canoni di bellezza attuali, nonché la nascita dell’attrazione e le derive oscure dell’amore, con tutto ciò che l’aspetto criminale e penale sottende.
“Dal punto di vista neurobiologico – continua Piccinni – l’amore si può definire come una paura senza paura: utilizza infatti gli stessi sistemi che regolano i meccanismi di ansia e di paura, quelli dunque che ci predispongono alla lotta o alla fuga, e ci salvano la vita. Dall’amore però non si può sfuggire, e allora diventa fondamentale analizzarlo”.
Che cosa è dunque l’amore dal punto di vista biologico?
Dal punto di vista neurobiologico, l’amore si può definire come una paura senza paura. Nel senso che utilizza gli stessi sistemi che regolano i sistemi di ansia e paura, ovvero quelli che ci salvano la vita, predisponendoci alla lotta o alla fuga. Dall’amore non si può sfuggire. E l’amore resta una paura dal punto di vista neurobiologico, che mette in atto sistemi del fight or flight, ma anche un elemento in grado di produrre una grandissima gioia.
Cosa succede al nostro cervello quando ci innamoriamo?
Le modificazioni sono tante e complesse. Esistono dei nuclei che sono coinvolti nel processo ideativo dell’innamoramento e che sono stimolati dalla dopamina; lo stesso neurotrasmettitore che si incrementa nella follia. Il piacere del contatto fisico determina l’aumento della ossitocina che sovrintende ai fenomeni di attaccamento. Le modificazioni della serotonina determinano una ideazione ossessiva che ci fa pensare in maniera incessante alla persona amata. I centri interessati che sostengono il piacere sono gli stessi coinvolti negli altri comportamenti che generano piacere come mangiare o sperimentare sostanze d’abuso o giocare. Unica nota negativa di questo stato di grazia è l’affievolimento del senso critico e l’oscuramento del senso morale che ci fa percorrere strade irte di minacce senza avvertirne il pericolo.
Dunque possiamo dire che l’amore è il sentimento umano più pervasivo?
Certo: utilizza praticamente il 90% del nostro cervello. Non dimentichiamo che siamo esseri sociali e il nostro sistema nervoso è predisposto per farci incontrare gli altri, ma soprattutto per farci incontrare l’altro. Un altro in cui noi ci rispecchiamo e con cui facciamo un tratto di strada, se non tutta, la nostra vita. L’amore vero, quello positivo, ci fa produrre tante sostanze come le neurotrofine, ci fa del bene e cambia il nostro cervello. Un amore non corrisposto utilizzando gli stessi sistemi ci può far precipitare nell’abisso delle follie più estreme, come il suicidio per amore, l’omicidio, lo stalking. Sono ottimi sistemi, ma c’è sempre un lato oscuro nei sentimenti umani, spesso regolati da sistemi biologici molto sensibili e potenti.
Quali sono le patologie che è possibile indicare come derive amorose?
Rientrano nei classici criteri delle patologie psichiatriche maggiori come la depressione, il disturbo bipolare, il disturbo ossessivo-compulsivo e la dipendenza. Non bisogna sottovalutare come l’amore possa trasformarsi in una dipendenza non farmacologica.
Quali sono gli aspetti che entrano in gioco nell’amore criminale?
Gli stessi sistemi primordiali disfunzionali, che innescano dei circuiti estremamente pericolosi. Si può passare dall’impulsività estrema alla psicosi. Si perde il contatto con la realtà. Dal punto di vista psicologico la benzina che porta a un amore criminale è la gelosia o l’incapacità di metabolizzare una perdita o una separazione.

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