Al via la mostra su Bernardo Bellotto alla Fondazione Ragghianti

Da sabato (12 ottobre) fino al 6 gennaio apre alla Fondazione Ragghianti la mostra Bernardo Bellotto – 1740 Viaggio in Toscana curata da Bozena Anna Kowalczyk, massima esperta del grande pittore. Dedicata al pittore veneziano Bernardo Bellotto (1722-1780), nipote di Canaletto, l’esposizione è al contempo un grande evento espositivo e una mostra di studio, presentandosi come un’occasione unica per ammirare alcune opere preziosissime e rare mai viste insieme, tra cui il più importante dipinto della storia avente come soggetto la città di Lucca, capolavoro di Bellotto, e cinque suoi disegni, sempre di soggetto lucchese, prestati straordinariamente dalla British Library. Un nuovo raggiungimento significativo per l’istituzione lucchese diretta da Paolo Bolpagni e presieduta da Alberto Fontana, che sta offrendo una programmazione sempre più ricca e originale nel panorama italiano. 

La mostra, realizzata con il sostegno della Fondazione Cassa di Risparmio di Lucca e grazie al supporto di Banco Bpm come main partner, vuole illustrare il viaggio di Bernardo Bellotto in Toscana, uno dei temi più affascinanti del vedutismo settecentesco. L’artista ricevette la propria formazione nello studio di Canaletto quando quest’ultimo era al culmine della sua fama, alla fine degli anni Trenta del Settecento. Bellotto assorbì i modelli e le tecniche compositive dello zio con una capacità di emulazione tale da ingannare gli stessi contemporanei. L’eredità del maestro è alla base di tutta la sua opera, ma non appena il giovane Bellotto iniziò a viaggiare fuori da Venezia – e il soggiorno in Toscana è il primo e fondamentale a questo riguardo – sviluppò il proprio stile espressivo in maniera originale, accentuando il rigore prospettico e il realismo della rappresentazione. I più recenti studi archivistici hanno permesso di datare questo viaggio di Bellotto al 1740, due anni prima rispetto a quanto si ritenesse, evidenziandone così l’importanza come manifesto della precocità dell’artista, allora diciottenne. La documentazione riscoperta consente anche di vedere in lui il pioniere della pittura di veduta a Firenze e a Lucca, al servizio dell’aristocrazia toscana. Il focus di questa mostra è il nucleo di vedute di Lucca, con il dipinto che raffigura piazza San Martino proveniente dalla York city art gallery e i cinque disegni di diversi luoghi intorno alla cattedrale e alla chiesa di Santa Maria Forisportam eccezionalmente concessidalla British Library. Questo gruppo di opere, mai esposte insieme – i disegni, incollati in un album del primo Ottocento già di proprietà del re Giorgio terzo d’Inghilterra, e poi di Giorgio IV, saranno per la prima volta staccati – fornisce una documentazione straordinaria della città di Lucca nel Settecento. Accanto alle opere di soggetto lucchese sono inoltre presentate in mostra alcune delle vedute conosciute di Firenze realizzate da Bellotto durante e a seguito della sua visita in Toscana, oltre a magnifici dipinti di Luca Carlevarijs, altro vedutista tra i primi pittori veneziani collezionati dal nobile mercante Stefano Conti (1654-1739), di Giuseppe Zocchi, e di alcuni anonimi ma talentuosi artisti che, a Lucca, eseguirono copie dell’eccezionale veduta di piazza San Martino realizzata da Bellotto. In mostra anche una serie di documenti originali dell’epoca: libri, lettere, ricevute di pagamento per commissioni di opere, provenienti dalla Biblioteca Statale di Lucca. Una mostra piccola, ma preziosa, che permette di comprendere un passaggio chiave della vicenda di Bellotto, essenziale per lo sviluppo della sua eccelsa carriera. Per avere uno sguardo contemporaneo sul celebre quadro di Bellotto su piazza San Martino sono stati chiamati due giovani fotografi selezionati grazie alla collaborazione con il Photolux Festival di Lucca (16 novembre – 8 dicembre 2019): Jakob Ganslmeier (Monaco di Baviera, 1990) e Jacopo Valentini (Modena, 1990), ospitati “in residenza” estiva alla Fondazione Ragghianti. Alla fine del percorso della mostra sono esposti i loro lavori fotografici, realizzati negli stessi luoghi che Bellotto vide nel 1740.

 

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