L’Orlando Furioso e l’infedeltà delle donne: la recensione di Giulio Orsucci delle letture in biblioteca

Eccoci alle ultime battute delle letture tratte dall’Orlando Furioso di Ariosto. Il penultimo incontro, tenuto il 9 febbraio presso la biblioteca statale, aveva per tema l’infedeltà delle donne. Come ha spiegato Andrea Menchetti, la vicenda narrata nel XXVIII canto è una storia indipendente dal resto del poema, simile alle vicende del Decameron di Boccaccio e anche ad episodi delle Mille e una notte. Ritorna qui uno stratagemma letterario dell’Ariosto, il “dire negando”: l’autore prende le distanze da una vicenda facendola raccontare da un personaggio e poi dalla bocca di un altro personaggio fa uscire parole di dissenso alla fine della storia; ma la storia viene comunque raccontata. C’è perciò una sorta di moto oscillatorio di interpretazioni che rende impossibile decifrare la posizione ultima dell’autore.

La storiella, raccontata dall’oste di una locanda, parla del re Astolfo, lodato per la sua bellezza. Quando un cavaliere asserisce di considerare più bello il fratello Iocondo, è invitato a portarlo alla corte. Iocondo, legatissimo alla sua sposa, riceve da lei una catenina come simbolo del loro amore e, quando scopre di averla dimenticata a casa, decide di tornare indietro. Ma ahimè, appena rientrato trova la moglie fra le braccia di un garzone. Sconvolto, non riesce più a bere, mangiare, dormire, tutta la sua bellezza sfiorisce. Astolfo, credendolo malato, lo ospita nel suo palazzo e qui, casualmente, Iocondo vede da un pertugio la regina e un nano in atteggiamenti erotici. Non si sente più solo nella disgrazia e grazie a ciò riacquista la sua bellezza. Quando il re sbalordito gli chiede la causa del miglioramento, Iocondo lo fa sbirciare dal pertugio. I due compagni di sventura, delusi dalle donne, decidono di girare il mondo a fare alle mogli altrui quello che hanno subito.
La lettura, coinvolgente e sui generis, basata sull’onomatopea e sull’uso di escamotages teatrali, è stata di Costantino Buttitta, già intervenuto in altre letture dell’Ariosto.

Giulio Orsucci

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