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Informazione sanitaria, priorità a tutela dignità paziente

Quando la deontologia dei giornalisti incontra quella di un altro ordine professionale, quello dei medici. E’ il caso della Carta di Perugia, firmata nel 1995 dall’ordine dei medici e dall’ordine degli psicologi dell’Umbria e dal consiglio regionale dell’Odg e diventata poi esempio di buone prassi per l’informazione sanitaria.
Una carta deontologica tutta tesa alla collaborazione fra professionisti, nella reciproca autonomia, ma con lo stesso obiettivo: garantire il rispetto del cittadino malato e dei lettori che hanno diritto a una informazione corretta e non distorta. O, come nel caso delle questioni sanitarie, una diffusione di notizie che non ledano la dignità dei pazienti o non creino allarmismi nella popolazione.
Per questo è dovere del giornalista “verificare le notizie in suo possesso ricorrendo a fonti attendibili e qualificate” mentre dall’altra parte le strutture sanitarie, le fonti, devono assicurare la compiutezza dell’informazione (“nel rispetto delle norme che regolano sia il segreto professionale che il diritto alla riservatezza del paziente”) anche dotandosi di “strumenti idonei allo sviluppo di un corretto rapporto tra le parti che interagiscono e cioè cittadini, pazienti, sanitari e giornalisti”.
Da garantire, in maniera più estesa e più “urgente” rispetto ad altri tipi di informazioni, il diritto alla rettifica di notizie non corrette o complete.
La carta poi, nel sottolineare la necessità di maggior tutela per soggetti deboli come minori, disabili e anziani in particolare, si sofferma su due elementi. Una riguarda l’allarme sociale derivante dalla diffusione di notizie senza base scientifica: “E’ impegno comune – si legge nell’articolo 7 – la non diffusione di informazioni che possano provocare allarmismi, turbative ed ogni possibile distorsione della verità”. Infine “le notizie riguardanti le problematiche della sfera psicologica, affettiva e sessuale devono essere fornite e divulgate senza indurre in interpretazioni speculative o deformanti dei fatti”.

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