Summer, D’Alessandro: “Tolgo le scritte e il disturbo”

di Roberto Salotti
Se dovrà rimuovere le scritte che promuovono Lucca e il Summer Festival sotto gli spalti delle Mura, lo farà, perché – dice -: “io sono un imprenditore che ha profondo rispetto per le istituzioni e tanto più per le leggi”. “Lunedì salirò le scale di Palazzo Orsetti – annuncia Mimmo D’Alessandro – e se dovrò togliere le installazioni lo farò – ribadisce – ma poi toglierò il disturbo”. Una frase sibillina che per ora il patron del Summer Festival lascia alla libera interpretazione: “Non voglio – spiega – che mi si accusi ancora di fare prepotenze o alimentare delle sterili polemiche. Le mie non sono polemiche – sottolinea – ma le osservazioni di un privato che da lunghi anni investe a Lucca, crea lavoro, indotto, promozione e che va giungere in città visitatori e turisti da 39 paesi diversi, come avvenuto l’anno scorso”.

A far precipitare la situazione è stata il 29 aprile scorso la lettera recapitata al Comune dalla Soprintendenza, in cui si rilevava che alle Belle Arti non era stato richiesto il parere per installare le scritte a caratteri cubitali vicine alle Mura (Leggi). La reazione di Palazzo Orsetti è stata immediata: stamani, comunica l’amministrazione, è stato intimato alla D’Alessandro&Galli di rimuovere le installazioni (L’articolo). “Io non ho ancora ricevuto nulla – commenta D’Alessandro -: non sarò in ufficio fino a lunedì prossimo. Se troverò questa comunicazione, mi recherò in Comune e se mi verrà detto di togliere le scritte le toglierò, ma devo ringraziare i custodi del buio che hanno determinato questa situazione”.
Per Mimmo D’Alessandro quelle scritte “non sono pubblicità – sottolinea -, tant’è che non vi figura alcun logo. Quella è semplice informazione, anzi direi quasi: informazione istituzionale. I miei detrattori vogliono rendersi conto che in quelle scritte si promuove soprattutto Lucca, non certo Mimmo D’Alessandro?”.
Difese fin dall’inizio anche dal sindaco Alessandro Tambellini, ora andranno però rimosse: “E’ incredibile – commenta l’organizzatore del Summer Festival -: in questa città si usano due pesi e due misure. Anzi tre pesi. Se non sono lecite le scritte che abbiamo installato dopo aver avuto la licenza dal Comune, allora cosa dire dei banner che pendono dalle Mura alle porte, quelle sì vere e proprie pubblicità, o degli spot elettorali che campeggiano lungo i viali?”. Nel mirino di D’Alessandro finisce però anche Lucca Comics and Games: “Si vietino anche quei brutti stand che ogni anno vengono montati all’ex campo Balilla e che fra l’altro danneggiano anche il prato”.
Sul Comune, con il quale D’Alessandro sembrava aver finalmente trovato un’intesa, soprattutto su questa forma di promozione, non intende far polemica: “Facile, però, lavarsene ora le mani”, commenta. “Toglierò tutte le pubblicità che promuovono il festival, comprese quelle che a spese mie ho fatto installare per esempio all’aeroporto di Pisa e che promuovono non il mio nome ma la città di Lucca. Mi taglio le palle da solo? Sarà, ma poi non mi si dica che in città è arrivata poca gente perché non è stata fatta una adeguata promozione”, è la velata provocazione di Mimmo D’Alessandro. “Non prendo soldi da nessuno – commenta -, né dalla Regione Toscana, né dal Comune, né dalla Provincia, eppure creo un indotto importante per questa città e non da ora ma da tredici anni. Il Festival si mantiene da solo, grazie alla biglietteria. Se di tutto ciò Lucca non ha bisogno, ne trarrò le conseguenze”.
Ma cosa ha prodotto tutto questo? Un ennesimo pasticcio degli uffici? “Il sindaco era d’accordo e ha difeso in tutti i modi questa forma che, torno a sottolineare, è una comunicazione istituzionale – commenta D’Alessandro – se è colpa degli uffici, allora si sarebbe potuta cercare una soluzione. Se non c’è, non posso che prenderne atto”.

 

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