Elettrodotto, comitato Chiatri chiede proroga osservazioni

Una proroga alla possibilità di presentare osservazioni sul progetto dell’elettrodotto. A chiederla, a Regione e Comune affinché intercedano con i ministeri competenti in questo senso, è il comitato Chiatri Puccini presieduto dall’avvocato Cesare Ciacca, che ha protocollato la richiesta in Comune. Il progetto, secondo Ciacca è “una elaborazione complessa, attesa la vastità del problema e la mole delle centinaia di documenti da esaminare che la Terna ha avuto agio di preparare lungo tutto l’anno scorso. E’ in primo piano il problema della salute degli abitanti, riguardo ai quali occorre, quanto meno, ampliare le distanze cautelative e di sicurezza della rete elettrica. Sono ipotizzabili percorsi alternativi. Ma, soprattutto, bisogna dimostrare la non necessità dell’opera della Terna e stopparla”.
“Sulla non necessità dell’opera di potenziamento – prosegue Ciacca – delle rete elettrica – di questo in verità si tratta dal punto di vista dei fini aziendali della Terna – al di là delle unilaterali affermazioni di quest’ultima – occorre una inchiesta pubblica con il coinvolgimento di scienziati, fra gli altri, anche economisti e sociologi per la valutazione del complesso dell’opera”.

“Per quanto riguarda Chiatri-Puccini, oltre alle altre osservazioni già presentate – continua – emerge un clamoroso elemento nuovo: la imperdonabile inesattezza della relazione archeologica della Terna, la quale a pagina 29, dice che il Castello di Chiatri non esiste più. Invece, sussistono ancora evidenti tracce delle mura del Castello lungo tutto il suo perimetro. Castello di confine e di rapina, con possibilità di fuga verso il mare, che incombeva sulle strade sottostanti, fra le quali la via Francigena. Per Lucca medievale era una spina alle spalle. Ciò dimostra che tale relazione è stata effettuata dalla Terna senza ispezionare fisicamente il luogo. La proprietaria privata dello sperone dove stanno i ruderi pare abbia  da tempo sbarrato con un cancello, chiuso a chiave, il sentiero attraverso cui si sale in cima ove il fortilizio dominava l’intera plaga. Oggi, da lontano non si vedono più, come prima, le mura oramai sovrastate e coperte dalla vegetazione. E’ da temere che il tempo e l’intemperie consumi e degradi sempre più questi reperti archeologici, bene preziosissimo che andrebbe protetto con la massima premura e con tutti i mezzi tecnologici a disposizione. All’interno dell’area furono trovate – secondo  testimoni del secolo scorso che hanno lasciato la memoria della circostanza di cui sotto ai propri discendenti ancora viventi – monete dell’impero romano con l’effigie degli imperatori. Si tratta dunque di una fortificazione che risale a poco meno di 2000 anni fa, che poi ha subito le tempestose vicissitudini della storia ed anche assedi. In nessuna altra parte della lucchesia v’è forse un reperto di tale straordinaria importanza, rimasto lungo i secoli fuori dell’incessante manipolazione umana in quanto posto su uno sperone, da cui si spalanca la visuale del mare, ma che è di difficile accesso. E’ da ipotizzare che, sotto terra vi possano essere ambienti e gallerie. Questo comitato sta ricercando riferimenti bibliografici, dal sottoscritto già individuati per spirito di ricerca culturale circa 25 anni fa. E’ una situazione in cui occorre chiedere alla Soprintendenza il vincolo archeologico”.
“Altro vincolo – prosegue il rappresentante del comitato di Chiatri – dovrà essere chiesto alla Soprintendenza ai Beni Culturali ed apposto sulla villa Puccini, sottostante a tale Castello, immobile realizzato dal grande musicista sulla base di una precedente villa del 1300. Questi attinse il canto del Te Deum dalla popolazione di Chiatri nella vicina chiesa parrocchiale, ora chiusa per cedimenti strutturali. Da quel luogo si odono ancora i rintocchi delle campane di Bargecchia, immortalate, con il Te Deum, nell’opera La Tosca.
Altro vincolo dovrebbe riguardare anche la capanna lungo le valli lunghe, dietro la Certosa di Farneta, all’inizio della ripida salita della strada, ora franata e momentaneamente interrotta, che conduce a Chiatri. In questa capanna Giacomo Puccini arrivava da Lucca in calesse, liberava il cavallo e saliva in sella verso Chiatri, dove, in solitudine (perché Elvira non voleva andarci) componeva le sue opere musicali. Questa capanna esiste ancora nella stessa struttura dell’epoca. Potrebbe essere sviluppato come punto di ritrovo e di diletto. Su tutta questa vasta area, sacra alla nostra memoria per i valori storici, culturali, artistici, religiosi, militari e collettivi, graverà il mostruoso elettrodotto Terna, alla quale evidentemente non interessa niente di niente del patrimonio millenario del nostro popolo. Questo patrimonio è l’unico valore che è impossibile delocalizzare e che è suscettibile di utilizzazione e di resa economica, ma è sottoposto al rischio mortale del suo annientamento da parte della Terna.  I cui giganteschi piloni, se fossero installati, con gli immanenti numerosi cavi, visibili a chilometri di distanza, sovrasterebbero e svilirebbero l’intera area, rimasta ancora intatta con i suoi meravigliosi declivi e con i folti boschi dalle diverse meravigliose sfumature di verde”.
“Questi dati culturali che riguardano Chiatri sono conservati nella memoria dei suoi abitanti – dice ancora – e sono enucleabili con più esattezza nei documenti da ricercare in vari archivi. Saranno messi nella disponibilità del Comune e della Regione per integrare le proprie osservazioni al progetto Terna in questione con nuovi importanti elementi conoscitivi e valutativi. Vi invitiamo ad un personale sopralluogo perché soltanto guardando con i propri occhi ci si può rendere veramente conto della situazione. Da Chiatri e dai monti di Chiatri si vede la costa tirrenica, le isole d’Elba, la Gorgona, la Capraia, la Corsica, e talvolta le Alpi Marittime lungo la costa francese, il lago di Massaciuccoli, le città di Pisa e di Livorno, le Alpi Apuane, Lucca”.
Per questi motivi il comitato richiede la proroga dei termini almeno di un mese per le osservazioni.

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