Lucca rischia di perdere da domani l’Autorità di Bacino foto

di Roberto Salotti
Lucca stavolta rischia davvero di perdere l’Autorità di Bacino, ed è ormai questione soltanto di ore. La “sorpresa” arriverebbe dai meandri della bozza del decreto legge, proposta dal ministero dell’ambiente, e che prevede, tra le altre cose, l’accorpamento del distretto idrografico “pilota” del fiume Serchio a quello dell’Arno. Un documento che, salvo colpi di scena dell’ultimo minuto, dovrebbe finire sul tavolo del Consiglio dei ministri proprio domani: l’effetto immediato sarà il trasloco di dipendenti e competenze – in tutto una trentina di persone – da Lucca a Firenze. Le indiscrezioni cominciate a circolare già ieri (7 maggio) oggi trovano conferma nelle parole del presidente dell’Autorità di Bacino del Serchio, Raffaello Nardi, che del caso ha interessato anche il ministro di Scelta Civica, Stefania Giannini, e il senatore del Pd, Andrea Marcucci, inviando loro una memoria in cui ricorda non soltanto la storia ma anche l’importanza di mantenere questa istituzione a Lucca, in un territorio che in episodi anche drammatici, come l’alluvione del Natale del 2009 nell’Oltreserchio, ha dimostrato tutta quanta la sua fragilità dal punto di vista del rischio idrogeologico.

“Non comprendiamo – incalza Raffaello Nardi – l’urgenza di prendere ora questo provvedimento e soprattutto rileviamo come in questo modo il Governo non intenda tenere conto dei pareri e delle richieste espresse dalle autorità locali, a cominciare dal consiglio regionale della Toscana che nel novembre scorso ha approvato all’unanimità una mozione per mantenere l’Autorità di Bacino del fiume Serchio, fino agli appelli della Provincia e del Comune di Lucca e di tutti i sindaci della Valle del Serchio, della Garfagnana ma anche della provincia di Pisa”.
Da ieri pomeriggio il telefono del presidente è stato bollente: “Ho chiamato anche la parlamentare Raffaella Mariani che da sempre si è interessata a questo problema, chiedendo di continuare a sostenere la necessità di mantenere questa istituzione sul territorio. Quelle che all’inizio erano soltanto delle indiscrezioni mi sono state confermate”. La “riforma” delle Autorità di Bacino sarebbe contenuta in particolare all’articolo 2 della bozza del decreto ambientale, inserita nel capitolo relativo alle “Misure straordinarie per accelerare l’utilizzo delle risorse e l’esecuzione degli interventi urgenti e prioritari per la mitigazione del rischio idrogeologico nel territorio nazionale”. Un provvedimento collegato alla legge finanziaria nel quale si cercherebbe di allineare il numero dei distretti idrografici al numero delle Autorità di Bacino. “Una scelta quantomeno discutibile – sottolinea Nardi – che ci auguriamo che venga immediatamente rivista. E’ per questo che tra gli altri mi sono rivolta anche al ministro Stefania Giannini, nella speranza che vengano accolte in questo modo le richieste del territorio. Comprendo le esigenze di tagliare le spese e di riorganizzazione del governo, ma non quella di cancellare il bacino idrografico del fiume Serchio, che ha un bacino di 1.500 chilometri quadrati e che tocca un vasto territorio fra due province”.
Dopo l’ipotesi di accorpamento esplosa lo scorso autunno e le rassicurazioni giunte sul mantenimento dell’Autorità di Bacino a Lucca (Leggi), ora sembra di nuovo tutto in discussione. “La proposta di eliminare l’autonomia del distretto pilota del fiume Serchio – Nardi rincara la dose –  non appare opportuna. Per quale motivo è così urgente procedere ora all’accorpamento delle due Autorità di bacino, in considerazione del fatto che l’effettiva istituzione dei distretti idrografici contenuta nel disegno di legge collegato alla legge di stabilità è ancora al momento all’esame della Commissione Ambiente della Camera? Tale operazione peraltro è stata effettuata senza consultare in alcun modo il territorio, che invece già da tempo, a partire dal Consiglio Regionale Toscano, si è espresso all’unanimità, come si evince dalla documentazione allegata, prendendo posizione a favore del mantenimento dell’autonomia del Distretto idrografico Pilota del Fiume Serchio”.
“L’Autorità di Bacino pilota del Fiume Serchio – ricorda al riguardo Nardi – è stata istituita nel 1990 in attuazione dell’articolo 30 della legge 183 del 1989 che stabilì che tra i bacini regionali fosse individuato un “bacino pilota”, nel quale effettuare la sperimentazione relativa alla pianificazione ambientale in materia di difesa del suolo, tutela della qualità delle acque e rischio sismico. Per le particolari condizioni di dissesto idrogeologico, di rischio idraulico e di inquinamento delle acque, per la varietà dei caratteri fisiografici, geologici, tettonici e geomorfologici, il “bacino pilota” fu individuato in quello del fiume Serchio che fu equiparato, sotto il profilo normativo e istituzionale, agli altri 6 bacini di rilievo nazionale. Il bacino del Serchio è infatti compreso tra le Alpi Apuane e l’Appennino settentrionale, in un territorio tra i più piovosi e franosi in Italia. Nel 2006, poi, il decreto legislativo 152, tuttora vigente, emanato in attuazione della direttiva europea, ha ripartito l’intero territorio nazionale in otto distretti idrografici, accorpando alle aree dei bacini di rilievo nazionale quelle dei bacini interregionali, in tutto 13, e regionali, in tutto 20, ad essi contigui, inserendo come nuovi il distretto della Sicilia e quello della Sardegna e conservando l’autonomia del bacino del Serchio come distretto idrografico pilota, in virtù delle caratteristiche del suo territorio. Il distretto del Serchio, inoltre, è stato tra i primi a vedere approvato il piano di gestione delle acque adottato il 24 febbraio 2010, senza osservazioni significative da parte dell’Unione Europea ed è riconosciuto e compare tra i distretti idrografici nazionali e internazionali individuati dalla Commissione Europea”.
E ora si riapre incertezza verso il futuro: il presidente Nardi è stato riconfermato per altri cinque anni (L’articolo), ma da domani – dice lui stesso – non sa che “fine potrà fare”. Preoccupazione anche tra i dipendenti che lavorano all’autorità di Bacino, che ha un solo dirigente: in forza all’ente ci sono, in particolare, 4 geologi, 4 ingegneri, un biologo, 4 informatici, 4 istruttori delle pratiche tecniche, oltre agli amministrativi.
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VIDEO – Il servizio e l’intervista a Nardi su DìLucca
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