Assalto alla graduatoria insegnanti: “fuori” 140 precari

di Roberto Salotti
Sono sul piede di guerra, ma non si danno per vinti. Anzi, hanno già fissato un incontro con il segretario del ministro lucchese all’istruzione Stefania Giannini e con il vicesindaco di Lucca, Ilaria Vietina per vedere rispettato quello che considerano a tutti gli effetti un diritto. Sono gli insegnanti precari – in tutto circa 140 persone – che si sono visti “scavalcare” da un esercito di colleghi provenienti dal Sud Italia nella graduatoria scolastica provinciale “a esaurimento” per la scuola dell’infanzia – una trentina di posizioni riguarda anche la prima fascia, ovvero gli insegnanti in corsa per un posto di ruolo alla scuola primaria. In tutto 350 candidati, che in base ad un ricorso vinto che consente l’inserimento nella graduatorie di qualsiasi provincia italiana, hanno “assaltato” stavolta quella di Lucca. Lasciando così fuori dai “giochi” i circa 140 candidati: il primo della lista che a settembre sarebbe potuto entrare di ruolo ha “soltanto” 126 punti. Praticamente quasi 15 anni di supplenze ininterrotte: una vita da precario che stava per essere coronata da un posto fisso.

Se la graduatoria, per ora ufficiosa, sarà confermata (quella ufficiale verrà comunque emessa non prima della metà del mese di luglio), probabilmente non avrà nemmeno una supplenza. Una triste sorte, che rischia di riguardare tutti gli altri, in gran parte insegnanti residenti in provincia di Lucca. Perché l’esercito dei candidati dal Sud ha in media punteggi molto più elevati e qualcuno supera addirittura i 200 punti.
Un traguardo inarrivabile per gli altri, che ora stanno preparando una vera e propria mobilitazione, compilando, tra le altre cose, una lettera indirizzata al ministro Stefania Giannini.
Il caso è esploso nelle ultime ore, ma già ieri un gruppo di insegnanti precari della Lucchesia si è recato all’Ufficio scolastico provinciale, ricevendo una amara conferma. In effetti, gli uffici sono al lavoro per aggiornare la graduatoria con la valanga di domande arrivate da candidati del meridione. I dati che finora trapelano sono più che preoccupanti: in una lista di poco più di 140 persone, se ne inserirebbero almeno altre 350. Soltanto per le scuole dell’infanzia. Di queste almeno una trentina si collocherebbero in prima fascia, quella che assegna posti nelle scuole elementari.
Una situazione nota ai sindacati, che nelle ultime ore sono stati contattati dagli insegnanti precari e stanno organizzando confronti per valutare il da farsi. Quello di Lucca tuttavia non è un caso isolato, l’assalto è generalizzato alla Toscana. Anche in altre città, in particolare Prato e Pistoia, sta arrivando la stessa sorpresa.
La graduatoria – che già di per sé avrebbe dovuto essere ad esaurimento, ovvero sarebbe dovuta servire ad assegnare posti di ruolo ai candidati in lizza -, non veniva però aggiornata dal 2011. Quest’anno, a pochi giorni dalla chiusura delle scuole, arriva invece l’amara sorpresa per quanti speravano di vedersi garantita almeno una supplenza annuale. Invece, quello che preoccupa i candidati che si trovavano già in graduatoria è il fatto che, con i punteggi alti dei nuovi inserimenti, la disoccupazione sia, allo stato attuale, l’unica possibilità.
Un gruppo di insegnanti precari si è rivolto anche all’amministrazione comunale, ottenendo dall’assessore Ilaria Vietina un incontro già fissato al primo pomeriggio di martedì prossimo. La speranza delle insegnanti, fermo restando un diritto al lavoro che non conosce i confini geografici, è che le istituzioni locali si mobilitino per arginare la perdita di cattedre per i candidati in graduatoria.
Una situazione paradossale di cui loro stessi sono venuti a conoscenza per caso, con il passaparola. “Sui dati precisi – sottolinea Rino Capasso del sindacato Cobas – non è possibile ancora sbilanciarsi, ma purtroppo sono situazioni note, che si sono già verificate in altre città”. “E’ una guerra tra poveri – commenta invece Giuliano Bonuccelli -: temo che tutto nasca da un problema di fondo, che è quello dello sfruttamento di questi insegnanti precari, soprattutto in alcune realtà del Sud. Docenti che vengono fatti lavorare spesso in scuole paritarie senza garanzie di stipendio, o comunque a remunerazione molto bassa, con la chimera però del punteggio e, da ultimo, la possibilità di avere un posto di ruolo nella scuola pubblica in altre città, del centro o del nord Italia”.

 

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