Valfreddana ricapitalizzata, poi Comune venderà quote

Sistema Ambiente è pronta, come anticipato da Lucca in Diretta (Leggi l’articolo) a cedere il 55% delle quote di Valfreddana Recuperi. Sostanzialmente come obbligo di legge dopo le nuove normative che regolano le partecipazioni nelle aziende pubbliche. E’ quello che ha spiegato in Consiglio l’assessore con delega alle partecipate, Giovanni Lemucchi, che ha presentato la delibera che detta le linee di indirizzo a Lucca Holding per la ricapitalizzazione, attraverso Sistema Ambiente, di Valfreddana Recuperi e dà mandato per la vendita delle quote di partecipazione dell’azienda con una gara di evidenza pubblica.

“La settimana prossima – dice l’assessore – presenteremo una comunicazione più approfondita sulla ricognizione delle attività delle società partecipate e le ipotesi di riordino della società Ernst & Young. In questo caso anticipiamo la pratica della Valfreddana per motivi di urgenza. Nella delibera si ripercorre la storia della società dal 2008 quando il Comune di Lucca tramite Sistema Ambiente acquisisce il 55 per cento delle quote sociali, in società con i fratelli Bianchini e Vanni. Il pagamento effettivo delle quote è stato di 508mila euro, meno del valore di mercato di 720mila euro, perché lo stesso era legato in parte alla redditività dell’azienda. Poco prima del passaggio delle quote fu modificato lo statuto della società con l’inserimento di una clausola che prevede una maggioranza qualificata del 67 per cento nelle decisioni per la straordinaria amministrazione come aumento del capitale sociale e revoca dei soci. La gestione di Valfreddana Recuperi è stata anche oggetto di una azione di responsabilità del presidente e vicepresidente dell’allora consiglio di Sistema Ambiente”. “Una determina del 19 di febbraio – spiega ancora Lemucchi – dell’ amministratore unico di Lucca Holding ha recepito nei fatti lo studio di Ernst & Young che, pur fermandosi alle partecipazioni dirette, dava indicazioni sulla criticità nella partecipazione in Valfreddana Recuperi. In sostanza il parere, alla fine, dice che ci sono tre possibilità per regolarizzare la partecipazione: acquisire la totalità delle quote, modificare lo statuto sociale epurandolo dalle attività non pertinenti con l’attività legata a un ente pubblico o vendere la partecipazione. Il consiglio di amministrazione di Sistema Ambiente si è espresso per la vendita delle quote con gara ad evidenza pubblica. Posizione cui è favorevole anche l’amministrazione per diversi motivi: il principale è che se si acquistano le quote poi va modificato in tutte le maniere lo statuto perché ci sono attività di Valfreddana che non può svolgere una società partecipata dal socio pubblico. Attività che, peraltro, rappresentano oltre il 50 per cento del fatturato che è di 7,9 milioni. L’acquisto delle quote da parte del Comune, così come il cambiamento dello Statuto, avrebbe poi un impatto sulla società e sul personale, attualmente di 40 unità, con possibili esuberi per una ventina di dipendenti. La società, poi, è sottocapitalizzata. In caso di ricapitalizzazione ci si troverebbe con un capitale di 18mila euro su un giro di affari di circa 8 milioni, con poca liquidità e scarsi affidamenti dalle banche”.
“Quanto al ripristino del capitale sociale – conclude Lemucchi – il motivo è legato alle perdite del 2013 che vanno a portare il capitale sociale in negativo. Il bilancio 2012 esponeva una perdita di oltre 171mila eurp, la perdita del 2013 è di ulteriori 51mila euro che porta a un capitale negativo e che è necessario reintegrare almeno al minimo di legge. L’indicazione è quella di utilizzare un fondo già costituito di 60mila euro e di utilizzare questo. A questo punto il nuovo capitale sociale, dopo azzeramento e ricostituzione, sarebbe di 18479 euro. E la delibera chiede proprio questo: ricostituire il capitale sociale, modificare in questo senso lo statuto e autorizzare Sistema Ambiente a espletare una procedura di evidenza pubblica per alienare la quota posseduta in Valfreddana Recuperi”.
Nel dibattito il presidente della commissione partecipate, Alessandro Bertolucci (Pd) ha ricordato il doppio passaggio della pratica in commissione e ha ricordato come il decreto Salvaroma rende più indolore il passaggio della vendita delle quote “perché garantisce l’affidamento del servizio almeno per cinque anni. Il Comune, quindi, potrà continuare a usare i servizi di smaltimento e riciclo di Valfreddana anche successivamente. Per una società che dopo potrà continuare a stare sul mercato anche al di là della spalla che ha avuto in questi anni di Sistema Ambiente”.
La polemica arriva dalle opposizioni. La consigliera a Cinque Stelle, Daniela Rosellini, punta il dito sulle contraddizioni del presidente di Lucca Holding, Andrea Bortoli “che in pochi giorni ha cambiato idea, approvando prima una determina che autorizzava un aumento di capitale più sostanzioso e dopo uno ridotto al minimo. Mi sembra poi strano che si dica che la Valfreddana Recuperi senza la partecipazione del Comune tornerà ad avere utili. Mi sembra un’affermazione preoccupante e non di prospettiva, anche per il Comune in vista del gestore unico regionale per i rifiuti. A meno che – inferisce il consigliere – non ci sia già un soggetto individuato per la vendita delle quote da parte di Sistema Ambiente”.
Duro anche l’intervento di Piero Angelini (Governare Lucca), contrario già nel 2007 all’acquisto della società da parte di Sistema Ambiente: “E’ una vicenda – dice – che ci tocca nel vivo perché su quello si spaccò la maggioranza di Favilla. Però è importante sottolineare come all’epoca la partecipazione in una società che era stata valutata per l’intero 550mila euro fu acquistata per poco più della metà per 720mila euro. E sul tema fu inascoltato anche il nostro ricorso alla Corte dei Conti”. Dopo i dubbi sulla gestione Doroni-Buchignani il capogruppo di Governare Lucca guarda al futuro: “L’assessore Lemucchi – ha detto – non ci ha dato una spiegazione sul perché Valfreddana Recuperi era in attivo nel 2011 e in passivo 2012 e 2013. Lo diciamo noi: è a causa dei revisori dei conti che hanno cassato delle partite attive, ovvero i crediti verso le aziende cartarie. Non credo si possa dire che quelle aziende non siano in grado di pagare, semmai prima bisognava risolvere questo contenzioso. Io penso dunqye che prima di vendere questa società bisognava pensarci visto che quelli che hanno già preso i soldi gestiranno l’azienda e imporranno i prezzi in futuro senza che il Comune, che comunque si affiderà alla stessa come servizi, abbia nessun potere di governance. Io credo, invece, che su alcuni settori come carta e multilaterale il Comune di Lucca e Sistema Ambiente debbano essere autonomi e quindi sarebbe stato meglio legare la società alla normativa esistente, piuttosto che alienare le quote. E in questo senso bisognerebbe aspettare la scelta del passaggio al gestore unico, visto che non avendo impianti nostri sul territorio, con difficoltà potremmo partecipare alla gestione futura del servizio con qualcosa di nostro”.
Dubbi anche dal consigliere Luca Leone (Impegno Comune), che sottolinea: “Quanto si pensa – dice – di ricavare dalla vendita delle quote di una società che negli ultimi anni ha avuto la gestione che ha avuto e i risultati che hanno portato all’azzeramento del capitale sociale? Il tutto a soli sei anni dall’acquisto da parte di Sistema Ambiente…”.
Dubbi dell’opposizione respinti da Virginia Lucchesi (Lucca Civica) che ricorda come “la necessità di una maggioranza qualificata – dice – impedisce di fatto la modifica dello statuto nel senso richiesto dalla legge per rientrare nei parametri delle partecipate. Respingo poi duramente le insinuazioni della consigliera Rosellini: non esiste alcun compratore già individuato. E’ una insinuazione che non accetto, oltre che una sciocchezza”.
Sul tema anche uno scontro fra il consigliere Angelini e il sindaco Alessandro Tambellini. Alle insistite richieste del professore di chiarimenti rispetto ai dati economici dell’azienda (“Impossibile considerare la vendita del prodotto della raccolta differenziata – dice – come attività commerciale e quindi prevalente per Valfreddana Recuperi) il sindaco ha risposto sottolineando la necessità di approvare la delibera: “Altre soluzioni – ha detto – innanzitutto determinerebbe notevoli investimenti, che non ci possiamo permettere. E poi ricordo che un caso uguale al nostro quello del rapporto Akron-Hera nel ravennate è finito sotto l’occhio dell’antitrust che ha multato l’azienda per 2,2 milioni di euro. Inoltre per cinque anni siamo coperti dal punto di vista tariffario, poi fra cinque anni riteniamo, salvo che caschi il mondo, che esisterà un gestore unico su base d’Ato che possa avere impianti e strumenti per coprire il flusso della raccolta differenziata”.
Per ulteriore chiarezza il sindaco ha poi chiesto, con l’assenso dei capigruppo, l’intervento dell’amministratore unico di Lucca Holding, Andrea Bortoli, che ha risposto punto per punto ai dubbi dei consiglieri di opposizione: “La holding – dice l’amministratore unico – si è limitata a riferire che andava scelta una dotazione adeguata di capitale sociale per Valfreddana Recuperi, il cui bilancio avrebbe dovuto essere approvato entro il 30 aprile e non è stato fatto per situazioni di difficoltà economica. E’ responsabilità sociale ricostituire il capitale sociale e indicare di quanto. Poiché Lucca Holding è socio tramite Sistema Ambiente, al consiglio comunale sono state date più soluzioni. Non ho mai detto però di quanto questa ricapitalizzazione dovesse essere. Poi mi sono limitato a dire, supportato da pareri di vario tipo, fra cui quello di Ernst & Young, a dire che Valfreddana sta facendo attività illegali come impresa pubblica secondo le recenti normative, fra cui il commercio e il trasporto dei rifiuti. E’ vero che si potrebbe anche cambiare lo statuto, ma di conseguenza verrebbero meno anche le attività stesse, che sono quelle che garantiscono anche oltre la metà del fatturato. E comunque per farlo occorrerebbe l’assenso anche di chi detiene parte della minoranza delle quote. Poi la questione Comieco: avendo partecipato a tutte le riunioni, tranne una, dalla fondazione del consorzio posso dire che non è possibile, secondo le norme del consorzio, cedere il risultato della raccolta differenziata a Valfreddana per commercializzarla, perché è il risultato di una attività su area pubblica. Respingo con forza, infine, le allusioni su un possibile acquirente già individuato delle quote che verranno alienate, a meno che questo non voglia sottintendere che gli attuali soci hanno diritto di prelazione sull’acquisto”.
Dopo la discussione la delibera è stata approvata con 17 voti favorevoli e due voti contrari.

Enrico Pace

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