I gabbiani all’assalto di Lucca, un piano per contenerli foto

di Roberto Salotti
Da protagonista in letteratura a inquilino molesto delle città. Il passo è stato fin troppo bene per il gabbiano, che anche a Lucca sta lentamente diventando più un incubo che altro. Soprattutto tra gli abitanti del centro storico, il luogo preferito da questi volatili per nidificare. Altro che quell’eroe con le ali, alla ricerca del volo perfetto, descritto ne Il gabbiano Jonathan Livingston di Richard Bach: quel pennuto, abituato a vivere sul mare, è accusato di danneggiare i tetti, luogo ambito dai gabbiani per fare i nidi e deporre le uova, imbrattare i monumenti – il loro guano tra l’altro è molto corrosivo -, e, da ultimo, di non far dormire la notte qualche residente dal sonno leggero. La colonizzazione di Lucca da parte dei gabbiani non è cosa nuova.

E’ un fenomeno, anzi, in atto da alcuni anni. Più di recente, però, si conta un sempre maggior numero di esemplari – a scapito, dicono gli esperti dell’Asl 2, di altre specie, come i piccioni, divorati dai volatili più grandi. Tanto che la necessità di introdurre eventuali provvedimenti per il contenimento dei gabbiani è stata sollevata nella commissione Affari Animali del Comune di Lucca, in particolare dal medico veterinario dell’Asl 2, Ambrogio Pagani.
La proposta del responsabile Asl è quella di avviare un censimento degli esemplari ed una mappatura dei nidi, soprattutto in centro storico, per dare il via, dopo l’autunno, a iniziative in grado di ridurre i nuovi nati.
La strada da percorrere a Lucca potrebbe essere quella già battuta da Bristol, la prima città ad avere assunto un nuovo metodo per il contenimento dell’invasione dei gabbiani: “Il sistema – spiega Pagani – è semplice quanto efficace e soprattutto evita gli abbattimenti. Si tratta, dopo aver individuato i nidi, di sostituire le uova durante la cova con delle loro fedeli riproduzioni. In questo modo gli animali non si stressano, e allo stesso tempo si evita l’aumento indiscriminato della popolazione”.
Nessun rimedio estremo sembra che, almeno stavolta, voglia essere adottato. E tutti sicuramente ricorderanno le polemiche degli anni passati sui piccioni. Ora sono loro nel mirino dei gabbiani alla conquista della città: “Fare numeri allo stato è più che azzardato, ma alcuni elementi oggettivi fanno sostenere che il numero dei gabbiani in città è aumentato – spiega il veterinario dell’Asl -: il primo è la drastica diminuzione dei piccioni, di cui i gabbiani si cibano. Ma basta trovarsi spesso o vivere in centro per accorgersi che negli ultimi mesi qualcosa è cambiato”.
Ma cosa spinge i gabbiani a colonizzare i tetti delle case del centro storico? Il cibo (e quindi i rifiuti) non è la causa principale, secondo il medico veterinario Pagani: “Il motivo principale – sottolinea – è la nidificazione. Il fatto, cioè, che questi volatili trovino molte più comodità nel realizzare il nido sopra i tetti. Una garanzia anche per la cova: rispetto ad uno scoglio ci sono molte più possibilità che non si verifichino incidenti di percorso. Poi c’è la questione dei cambiamenti climatici, che ha reso ideale come habitat per i gabbiani anche la nostra città, come tantissime altre. La presenza di cibo o di rifiuti abbandonati non è infatti la prima causa della proliferazione dei gabbiani”.
Un’osservazione importante anche ai fini di un piano per il loro contenimento. Ma ormai non se ne parlerà prima del prossimo anno. Perché quello che propone Pagani è di avviare un censimento dei nidi, che dovranno essere individuati, e non sempre è facile. Il secondo step poi potrebbe essere quello di sostituire le uova, ma ci sarà da aspettare il periodo della cova. Ovvero la prossima primavera. “Se sarà intenzione adottare un piano del genere, che per ora è alla sua fase embrionale – dice Pagani – ci sarà da fare una mappatura dei nidi, per l’autunno, in modo da poter essere pronti ad intervenire a primavera”.

FOTO – I gabbiani sui tetti di Lucca e lungo il fiume (di Domenico Bertuccelli)

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