Valfreddana, servono 850mila euro per la pulitura dei fossi

La priorità assoluta e immediata per i corsi d’acqua della Valfreddana, fortemente compromessi dall’evento dello scorso 22 luglio, è quella di rimuovere il materiale alluvionale che si è accumulato negli alvei, riducendo le sezioni e le relative portate, prima che si verifichino nuove piogge. A lanciare la corsa contro il tempo è il Consorzio di Bonifica 1 Toscana Nord, che spiega: per ripristinare la funzionalità idraulica degli affluenti del Torrente Freddana servono almeno 850mila euro. E occorrono ripidamente: perché non effettuare tempestivamente questi lavori significherebbe dover fronteggiare nuovi allagamenti già durante le prossime piogge. Il Consorzio, ai sensi della recente Legge regionale 79/12 (quella che ha riformato la bonifica in Toscana) ha redatto, in merito all’evento, un verbale di urgenza in stato di calamità naturale, da inviare alla Regione con la richiesta delle risorse necessarie.

“Di fronte a queste precipitazioni dalle caratteristiche eccezionali, ci siamo mossi in stretta collaborazione con la Provincia e i Comuni di Lucca e Pescaglia – sottolinea il presidente del Consorzio Ismaele Ridolfi – Per prima cosa abbiamo rimosso gli alberi e gli arbusti abbattuti dal maltempo che, essendosi attraversati negli alvei, rischiavano di creare straripamenti immediati. Dal giorno dopo l’evento, poi, i nostri escavatori – compresi quelli arrivati dalla sede consortile di Viareggio – sono in azione sugli affluenti della Freddana, per rimuovere il materiale crollato dai versanti. Tale impegno sta proseguendo: sul campo sta andando avanti l’opera dei nostri tecnici, operai, mezzi e delle cooperative con cui lavoriamo. Ma questo impegno, per quanto per noi gravoso anche dal punto di vista economico, non è naturalmente sufficiente, sebbene crescerà ulteriormente nei prossimi giorni. Durante i tanti sopralluoghi portati a termine in Valfreddana, sono stati individuati circa venti corsi d’acqua che necessitano di interventi di messa in ripristino dell’alveo. Servono risorse immediatamente e occorre fare presto: nuove piogge provocherebbero infatti, allo stati attuale, nuovi allagamenti. Naturalmente, una volta portata a termine queste escavazioni, sarà necessario provvedere alla sistemazione definitiva dei materiali di risulta, mediante la predisposizione di un adeguato piano di smaltimento. La parte più costosa è infatti il trasporto e lo smaltimento degli enormi ammassi di detriti. Bisogna agire in fretta e quindi, oltre alle richieste di risorse, il Consorzio chiederà che eventuali stanziamenti siano attivati in tempi brevi e soprattutto siano esclusi dal patto di stabilità, per pagare prontamente le ditte impiegate. Questa, naturalmente, è la necessità più urgente, direi incombente: rimandare significherebbe dover fronteggiare nuovi allagamenti. Finita questa fase di emergenza, sarà poi possibile e necessario capire quali interventi rimangono da completare, per il definitivo ripristino della situazione precedente all’evento alluvionale”.

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