Maggioranza, sul caso Lenzi c’è il “lodo Mercanti”

Il caso Lenzi è approdato questa sera (11 settembre) in consiglio comunale. Sotto forma di dibattito sul “nuovo assetto della maggioranza” intodotto da un intervento del sindaco si è discusso, a lungo, sulla composizione della maggioranza dopo il rimpasto di un anno fa e sulle conseguenze dei reiterati voti negativi da parte del consigliere dell’Italia dei Valori, Roberto Lenzi, in primis sul bilancio preventivo 2014. Alla fine del dibattito è arrivata una proposta di mediazione da parte della consigliera Pd, Valentina Mercanti ovvero un mandato al presidente del Consiglio “a ricalcolare il coefficiente di partecipazione alle commissioni per poi portare una nuova proposta al Consiglio per la loro ricomposizione e nello stesso tempo un atto in cui si smentiscano da tutta la maggioranza le voci di questi giorni, rinnovando così la fiducia e la stima nell’operato di Garzella”.

Ad aprire il Consiglio il sindaco Alessandro Tambellini, che ha spiegato così le posizioni della giunta e della maggioranza: “Con il rimpasto dell’agosto 2013 – ha detto il sindaco Tambellini – non abbiamo voluto liquidare nessuno ma abbiamo semplicemente valutato la necessità di ricomporre la giunta secondo gli obiettivi che ci siamo prefissi con il programma elettorale in ragione del quale siamo stati eletti. La maggioranza del sindaco comprendeva anche l’Italia dei Valori. Mi esprimo al passato perché nessuno ha detto a qualcuno non sei più della maggioranza, escine. Eppure chi rappresenta l’Italia dei Valori, attraverso il voto ha ritenuto di prendere altre strade. D’altronde sappiamo che la nostra Costituzione stabilisce l’assenza di vincolo di mandato. Ogni consigliere non ha vincolo di mandato e può contravvenire al mandato ricevuto senza con questo addivenire a nessun tipo di censura”. E proprio questo, per Tambellini, è quello che è accaduto con Lenzi: “Non ho qui con me gli esiti del voto sui singoli provvedimenti in Consiglio del consigliere Lenzi ma quando quel voto è contrario ad atti fondamentali come il bilancio, l’atto che più di altri caratteriza l’azione amministrativa, sono i fatti che collocano il consigliere al di fuori dalla maggioranza. Questo non sarebbe negativo se non ci fossero delle commissioni che sono composte a questo punto in modo sfavorevole per la maggioranza. Penso che questo Consiglio debba discutere su questo argomento e che in coscienza il consigliere Lenzi dovrebbe dire se intende restare all’interno o al di fuori di un ambito, avendo poi comportamenti conseguenti”.
Sul tema diverse le posizioni in Consiglio. Duro l’intervento del consigliere di Governare Lucca, Piero Angelini: “Tambellini – dice – ha sfasciato la maggioranza e se ne assuma la responsabilità. Certo che è indicativo di questa maggioranza e della considerazione della democrazia che si ha se si evita addirittura di stare a sedere accanto al consigliere Lenzi durante il dibattito per rimarcare le differenze di opinioni. Per il resto questo sindaco, che si presenta come portatore del bene per la città, non si capacita di come il consigliere Lenzi sia fuori dalla maggioranza dopo l’estromissione di Pellegrini Masini dalla giunta. Sperava comunque, evidentemente, di poter contare sul suo appoggio visto che è una persona per bene e senza macchia. Eppure non è così e ora chiede una ricomposizione delle commissioni. Per quanto mi riguarda fate come vi pare, ma ci pensi la maggioranza a fare una proposta”.
Il capogruppo di Lucca Civica, Claudio Cantini, tenta di smorzare i toni delle polemiche degli ultimi giorni e parla di una semplice “presa d’atto della situazione che si è venuta a verificare con gli ultimi voti contrari da parte del consigliere Lenzi. Quello che chiediamo è di rifare le commissioni in un senso che non penalizzi la maggioranza. Quanto alla posizione di Lenzi in Consiglio la nostra è stata una proposta, anche perché nei banchi della maggioranza ci possono essere dei colloqui riservati che potrebbero essere condizionati dalla presenza di un consigliere di opposizione”.
Per Fazzi è “delicato e opinabile che si redistribuiscano i posti in commissione e in Consiglio. Se non è in discussione lo spostamento del consigliere in altri luoghi dell’assise se non con il suo consenso possiamo ragionare invece sulla redistribuzione delle commissioni ma non siamo disponibili a cambiare la composizione numerica attuale perché il calcolo si deve fare sulla base della maggioranza uscita dalle elezioni”. Più politico l’intervento di Martinelli (Forza Italia): “State scrivendo – dice – l’ennesima brutta pagina a spese della città e dei cittadini. Le priorità sembrano lo spostamento di Lenzi e la gestione troppo bipartisan del presidente del Consiglio comunale cui ribadiamo la nostra solidarietà. E intanto ci sono qui fuori famiglie che non arrivano alla seconda settimana del mese, colpite ulteriormente da una tassazione della prima casa elevatissima e da detrazioni ridicole come dimostrano i dati della Cgia di Mestre. Che è vero che si riferiscono solo a un tipo di rendita catastale, ma noi abbiamo dimostrato che anche in altri casi sono state aumentate sensibilmente le tasse. Le imprese chiudono e voi questa sera avete portato all’attenzione del consiglio il tema dello spostamento di banco del consigliere Lenzi. Tutto questo per mascherare due anni di nulla di un’amministrazione che non ha fatto programmazione su turismo, tema centrale per la nostra città e su tanti altri temi che interessano i cittadini. E perché poi limitare questa polemica al solo consigliere Lenzi e non a un consigliere di maggioranza che capeggiava la rivolta degli estremisti di sinistra in occasione della visita di un ministro nella nostra città? La maggioranza forse dovrebbe occuparsi di più dei problemi di fuori”.
Anche la conigliera di Sel, Beatrice Piantini, ricostruisce la vicenda e i motivi della sua polemica: “In questi mesi – dice – i posti in Consiglio sono stati spostati più volte per richiesta di singoli consiglieri o di gruppi e il Consiglio le ha accordate o così è avvenuto per libera scelta del presidente stesso. Invece io sono stata spostata di posto senza neanche essere avvisata con un sms, con un’email o con una telefonata. Mi sono prima documentata, chiedendo un parere prima alla segretaria, poi al dottor Angeli se c’era una norma che prevedesse come vengono gestite queste cose e mi è stato detto che è la capigruppo a decidere i posti. Sia chiaro, insomma, che non è un mio problema con il Lenzi, ma il fatto che non gradisco un altro posto senza essere interpellata. In merito alla questione dirimente di maggioranza e opposizione è evidente che, per garantire i lavori nelle Commissioni i posti devono essere decisi sulla base di coefficiente che garantisca gli equilibri. Vogliamo per questo che il coeffieciente venga ricalcolato sulla base della proporzionalità della maggioranza dell’opposizione, senza togliere posti a nessuno ma garantendo alla maggioranza di essere rappresentata”.
Atteso l’intervento di Lenzi, che viaggia fra l’ironia e il rinnovo di una polemica che va avanti dall’agosto del 2013. “Mi lascia perplesso – dice Lenzi – che si dica che io sono uscito fuori alla maggioranza. Quell’operazione compiuta oltre un anno fa, infatti, non era un semplice rimpasto, ma molto di più nei contenuti e nella forma visto che ha trasformato la giunta in un monocolore del Pd, perché la lista civica è semplicemente una sua costola. E allora se ne assume la responsabilità e la mantenga sulle sue spalle senza scaricarle ad altri”. “Per un partito – spiega Lenzi – non essere più nella giunta municipale vuol dire essere fuori dalle decisioni importanti e strategiche. E’ stato il sindaco, quindi, che ha mandato all’opposizione il mio partito assieme alla Fds, come volutamente gli abbiamo ricordato la scorsa settimana. Per il resto il mio comportamento è rimasto lo stesso di quando ero in maggioranza solo che in quel caso avevo un luogo ulteriore, le riunioni di maggioranza, in cui potevo esprimere la mia opinione critica. E comunque tutte le volte che ho votato contro l’ho motivato e ampiamente, e ha volte ex post ho avuto anche ragione come nel caso di Piazzale Verdi”. Lenzi chiude dichiarandosi comunque contrario a una modifica delle commissioni “perché anch’io, come ha detto il consigliere Fazzi, penso che la calibrazione delle commissioni sia basata sulla maggioranza e sull’opposizione come uscita dal voto”.
A fine dibattito e prima delle parole di Amanti (Fds) che ha confermato come il suo partito, seppur deluso da alcune scelte di sindaco e giunta, si riserva di votare secondo coscienza i diversi provvedimenti della giunta Tambellini con un “appoggio critico alla maggioranza” arriva la proposta di Valentina Mercanti. Un “lodo”, un tentativo di mediazione per superare l’impasse sul tema commissioni e la critica all’operato del presidente Garzella. Fazzi accoglie l’invito, il presidente del Consiglio Garzella si dichiara disposto ad avviare un confronto per portare in Consiglio una delibera sulla modifica delle commissioni. Il confronto è avviato. A questo punto di certo c’è solo che il consigliere Lenzi rimarrà seduto dov’è. E comunque decida di votare.

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