Pasquini: “Bene limiti della Regione a grande distribuzione”

“Con la proposta di legge 282 approvata dal Consiglio regionale viene aggiornato e adeguato il principio di pianificazione urbanistica commerciale, in favore di una politica di valorizzazione territoriale più incisiva sul fronte della sostenibilità del paesaggio e dell’equilibrio economico”. E’ soddisfatto il direttore di Confcommercio Imprese per l’Italia – Province di Lucca e Massa Carrara, Rodolfo Pasquini, per l’accordo bipartisan con cui il Consiglio regionale ha scelto di disciplinare la materia del commercio. “Estremamente rilevanti – afferma Pasquini – sono le novità riguardanti i possibili insediamenti di grosse strutture di vendita sul territorio. Per gli insediamenti della grande distribuzione viene confermata la copianificazione tra i Comuni i quali, con questo sistema, i dovranno concordare unitariamente la gestione del territorio, in particolare sulla individuazione delle aree dove la grande distribuzione potrà andare ad insediarsi.

“E’ un’ottica – prosegue Pasquini – che supera i meri confini amministrativi e quindi gli interessi di campanile,e che affronta la compatibilità delle diverse istanze economiche e sociali in un contesto più esteso e dinamico”. Segue lo stesso principio la individuazione di strutture aggregate. “L’apertura contigua di medie strutture con la stessa tipologia merceologica – insiste il direttore di Confcommercio Lucca Massa Carrara – corrisponderà all’apertura di una grande struttura, in quanto gli effetti sul territorio sono gli stessi di una grande. E’ ragionevole infatti che se in un dato appezzamento vengono costruite una accanto all’altra due o tre medie strutture di vendita, questa aggregazione andrà ad avere effetti e costi urbanistici assimilabili a quelli di un grande ipermercato”. E qui si arriva alla terza modifica della regolamentazione urbanistica, che interessa particolarmente i rappresentanti del piccolo commercio. Gli introiti economici previsti e derivanti dagli oneri di urbanizzazione non vanno solo al Comune dove l’insediamento viene effettuato, bensì ripartiti tra tutti i Comuni interessati. Inoltre almeno il 10 per cento di questi introiti sarà destinato a programmi di rivitalizzazione del commercio di vicinato, aree mercatali e Centri commerciali naturali. “Con questa modifica – conclude Pasquini – i Comuni dovranno attivare politiche di valorizzazione del piccolo non tanto come compensazione, bensì con la prospettiva di armonizzazione delle diverse modalità dell’offerta distributiva”.

 

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