Bidelle, nuovo allarme: “2015 di disagi”

Una lettera a tutti i sindaci della provincia di Lucca. Così i sindacati hanno deciso di portare direttamente sul tavolo dei primi cittadini la vicenda delle bidelle degli appalti storici. Una vicenda che riguarda diverse centinaia di lavoratrici tra Viareggio, Lucca, Camaiore, Massarosa, Pietrasanta e Capannori che da anni si vedono ridurre gli orari e i posti di lavoro. “Come organizzazioni sindacali territoriali di categoria Filcams Cgil, Uiltrasporti Uil e Fisascat Cisl siamo fortemente preoccupati delle ripercussioni sociali che subiscono e subiranno  le dipendenti dell’appalto servizi pulimento e sorveglianza nelle scuole – affermano le sigle sindacali -, oltre alla mancata  tutela dei servizi di igiene, salubrità, sorveglianza e decoro delle nostre scuole. A fronte di soluzioni di tutela occupazionale e del reddito delle lavoratrici, che già negli anni hanno visto ridursi ore lavoro e retribuzioni a fronte di corposi tagli alle risorse alle scuole, altresì di soluzioni di tutela del decoro delle scuole ,sottoscritti in accordi Nazionali tra organizzazioni sindacali, Miur e governo, purtroppo ad oggi e per tutto il 2015 questi accordi che prevedono acquisti di servizi aggiuntivi con risorse già disponibili, non trovano traduzione pratica. I servizi aggiuntivi di decoro cosiddetti di scuola bella non sono stati acquistati e distribuiti alle scuole della nostra provincia e non vengono previsti acquisti per tutto il 2015, nonostante le risorse messe a disposizione dal Governo. Il Ministero all’Istruzione, infatti, ha distribuito risorse con criteri incomprensibili e a macchia di leopardo. Il nostro territorio non è considerato”.

“Questo causa gravi ripercussioni sull’occupazione e sul reddito di centinaia di lavoratrici del nostro territorio – proseguono – e prevedibili situazioni di forte conflittualità possibile a difesa delle lavoratrici stesse. E, fatto non secondario per tutti i cittadini che fruiscono dei servizi all’istruzione, gravi disservizi per gli utenti”. “A seguito e per effetto dei tagli lineari effettuati dal 2009 dai diversi governi e a seguito della gara Consip che sostanzialmente ha ridotto le risorse destinate ai servizi di sorveglianza e pulimento di oltre il 50% – si legge nella lettera -, abbiamo una forte riduzione delle ore lavoro con conseguenze duplici: resta incerto lo stipendio delle lavoratrici e lavoratori dell’appalto e le scuole sono diventate più sporche e meno sicure. Grazie ad accordi nazionali del 28 marzo 2014 e del 5 maggio 2014, in intesa con il governo, si sono garantiti i livelli occupazionali e le retribuzioni attraverso l’istituzione di servizi aggiuntivi di decoro tra cui tenuta del verde, pitturazione pareti, manutenzione finestre e altro. Queste intese e questi interventi aggiuntivi dovevano prevedere e devono continuare a prevedere la tenuta occupazionale , i redditi oltre che rendere più decorose le scuole, senza ricorrere ad ammortizzatori sociali quali la cassa integrazione. Il meccanismo pratico che consentirebbe alle dipendenti di mantenere il proprio reddito da contratto è quello della banca ore: le ore corrispondenti al taglio determinato dalla gara sarebbero dovute essere impiegate proprio nei servizi di decoro. E qui l’ulteriore nota dolente – prosegue la lettera -: questi servizi non sono stati acquistati , se non in residuale parte di pochissime scuole della provincia . Le risorse destinate a questi servizi aggiuntivi, previste a livello nazionale, non vengono erogate. Anzi: durante l’incontro tenuto in Ufficio Scuola Regionale ieri (3 dicembre) è stato comunicato che ad oggi non sono previsti servizi di decoro nemmeno per il 2015. Le dipendenti saranno costrette, come peraltro già accade ora, ad accettare ore lavorative fuori dal territorio lucchese? In questo modo abbiamo centinaia di lavoratori, a stragrande maggioranza donne, part time, che lavorano in condizioni di grave disagio: si pretende da loro di svolgere le stesse mansioni precedenti al taglio, spesso con metà delle ore lavoro e altrettanto spesso col doppio delle superfici; nel frattempo, in assenza dei servizi di decoro aggiuntivi, accumulano una banca ore così negativa che per restituirla dovranno lavorare gratuitamente per anni, semprechè le aziende appaltatrici non reclamino prima i conguagli, visto che queste ore, ad oggi, quantomeno, sono comunque pagate. Non manca , infine, l’ulteriore dramma e beffa: le società appaltatrici hanno aperto una procedura di licenziamenti a livello nazionale, che solo sul nostro territorio vede più della metà delle lavoratrici in esubero. I tagli della scuola pubblica passano anche da qui, sulla pelle di centinaia di lavoratrici e lavoratori, donne e uomini che da anni contribuiscono a mantenere sanificati gli ambienti e ancora più sicuri i nostri bimbi e ragazzi con la speranza prima o poi di essere parificate al personale statale. Invece – conclude la lettera – subiscono l’umiliazione ed un trattamento da lavoratrici di serie B, colpite nella loro consapevolezza di svolgere un lavoro utile a tutta la comunità”. Per scongiurare la piega drammatica che la situazione potrebbe prendere sul piano sociale e sulla tenuta dei servizi all’utenza delle scuole, le organizzazioni sindacali chiedono alle istituzioni di intervenire. “Altrimenti – chiariscono le sigle – saremo costretti a mettere in campo azioni di forte conflittualità”.

 

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