Elettrodotto, Maggiano ribadisce: va staccata la spina

I Comuni che hanno scritto alla Regione per fermare il nuovo elettrodotto nell’Oltreserchio non si dimentichino di quello che esiste già. E’ l’appello del presidente del Comitato 2005 che da anni si batte contro l’elettromagnetismo prodotto dall’elettrodotto La Spezia-Acciaiolo nelle frazioni di Formentale, Farneta, Maggiano e Nozzano San Pietro, e che interviene a seguito delle ultime notizie apparse sui quotidiani: “Il Comitato 2005 contro l’elettrodotto esistente La Spezia-Acciaiolo chiede sia ai Comuni che a tutti i cittadini lucchesi che non dimentichino – scrive il presidente – la prima urgenza reale ed effettiva da affrontare: l’elettrodotto da 380.000 volts che dal 1985 deturpa l’ambiente e provoca grandi rischi alla salute dei cittadini di Stabbiano, Formentale, Maggiano, Nozzano San Pietro”.

“Legambiente – aggiunge il comitato – si sta spendendo molto per evitare la costruzione del nuovo tracciato previsto dal progetto Terna, ma perché non fa lo stesso e con la stessa forza anche per l’eliminazione della vecchia linea elettrica, che il danno lo provoca da 30 anni? Perché non urla ai quattro venti che la bellissima vallata dove sorge la meravigliosa Certosa di Farneta, che impreziosisce il nostro territorio dal 1300 e che non è certo una vecchia torre diroccata, è sfregiata da piloni alti decine di metri bianchi e rossi? Perché la Sovrintendenza non scende in campo reclamando la tutela di un paesaggio unico, con lo sfondo delle Apuane, dove lo sguardo spazia per chilometri su pascoli, boschi e colline? Perché, perlomeno dal 2005, anno di costituzione del nostro Comitato, né Legambiente né la Sovrintendenza sono mai intervenuti contro la mostruosità elettrica che invadeva il nostro territorio? La loro sensibilità ambientale da cosa dipende? Poi ci si appella alla inutilità del nuovo progetto – prosegue il comitato 2005 – richiamandosi alla diminuzione dei consumi. Ebbene, dati Arpat alla mano, anche il vecchio elettrodotto non trasporta più che pochissima corrente. E allora ci sono gli stessi argomenti per poterlo considerare inutile ed eliminarlo: perché i politici non li usano pubblicamente anche per noi? Oppure si tiene una posizione oggettivamente coerente oppure ci si dimostra chiaramente parziali e a favore solo di altre ipotesi. E’ molto facile dire solo no, invocare l’opzione zero su qualcosa che non c’è. Più impegnativo, ma molto più urgente, dire no e opzione zero anche per qualcosa che i danni ed i problemi li provoca da 30 anni. Allora bisogna impegnarsi seriamente e professionalmente ricercare le soluzioni, studiare e proporre a Terna richieste di eliminazione del problema. Esiste poi una sconfinata letteratura medico-scientifica dove si invoca il principio di prevenzione e cautela. Allora che i Comuni se ne facciano finalmente carico: esistono sentenze in Italia che lo hanno certificato dal punto di vista giurisprudenziale, e gli enti che fanno, se ne dimenticano allegramente? Forse si pensa che le richiamate sentenze possano essere applicabili solo altrove? Il Comitato 2005 chiede che gli Enti interessati, quando parlano del nunovo progetto, si richiamino sempre alla soluzione del vecchio, perché proprio la presenza del vecchio elettrodotto sta alla base di tutta questa problematica. E noi la stiamo affrontando, ricordatevelo, già da 10 anni. Il Comitato 2005, come già confermato negli incontri con gli altri Comitati Lucchesi, Starc e i 2 Comitati di Chiatri, ribadisce la sua richiesta di opzione zero per il vecchio elettrodotto, e quindi, in ordine di priorità: o il suo abbattimento (peraltro previsto dal nuovo progetto Terna), o l’interramento, o il suo allontanamento”.

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