Quartiere Giardino, il comitato: no modifiche al progetto

“Ridateci la speranza”. E’ l’appello che il comitato di Pontetetto torna a rivolgere all’amministrazione comunale chiedendo di attuare il progetto originario per il recupero del quartiere Giardino. “Ci promisero – si legge in una nota del comitato – che non avremmo avuto più le fogne che fuoriescono dai tombini e che non avremmo avuto più alluvioni. Le strade del quartiere non sarebbero state più al buio ma nuovi lampioni le avrebbero illuminate. Ci saranno spazi verdi, Piazze e giochi per i bambini. Ci saranno iniziative per le persone anziane e per i ragazzi più giovani, insomma luoghi di aggregazione. Le famiglie che abitano da più di 60 anni in case fatiscenti ne avranno una nuova con una caldaia che manda l’acqua calda nei rubinetti e riscalda la casa con i radiatori. Verranno abbattute quelle case simbolo del degrado e della disuguaglianza sociale, complici le istituzioni che nel susseguirsi degli anni se ne sono sempre infischiate del quartiere. Firmammo con entusiasmo quel contratto partecipato simbolo di democrazia e di libertà. Poi come nei più bei sogni c’è il risveglio”.

“Tutto quello che ci è stato promesso e che insieme abbiamo discusso e approvato – attacca il comitato – è cambiato insieme alla giunta. Una nuova giunta con sindaco e assessori che di punto in bianco se ne fregano della partecipazione, della democrazia e della libertà. Hanno deciso che una stecca di case non verrà più abbattuta ma che verrà restaurata e trasformata in 14 alloggi parcheggio. Insomma verrà rimodulato il tutto e questo comporta: la riduzione dello spazio destinato a piazza pubblica e riduzione dell’illuminazione pubblica, la rimodulazione dell’intervento a fini commerciali e la diversa localizzazione della superficie da destinare ad attività sociali e l’eliminazione del parcheggio e dell’area a verde pubblico situate a nord con conseguente ridefinizione del piano. Noi chiediamo che venga mantenuto il progetto originale e quindi quella stecca simbolo del degrado sopra descritto sia abbattuta, senza se e senza ma. Rimaniamo aperti al dialogo ma soprattutto ci auguriamo che il buon senso e la giustizia prevalga sull’indisponenza e sulla prepotenza”.

 

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