Promozione turistica, Calabrese: “Siamo sottozero”

Turismo a Lucca, questo sconosciuto. Una realtà senza vertice, demandata alla libera iniziativa dei privati che però. da soli, fanno quello che possono. Un panorama, ancora tutto da sfruttare, e per cui gli operatori chiedono spazio di manovra e un supporto di qualche tipo. E non è una questione di questa o quella amministrazione, o di bandiera politica. Ma una questione che riguarda l’intero sistema-paese. Che non sa, o non vuole, sfruttare fino in fondo le risorse che ha a disposizione, in primis i suoi monumenti e le sue bellezze.
Anche di questo si è parlato questa mattina (9 marzo) in Confcommercio, durante la presentazione dell’iniziativa di TurisLucca con i commercianti. Un’occasione per capire cosa i commercianti e gli operatori del turismo auspicano, in futuro, per la città.

“Difficile dire – dice il direttore Rodolfo Pasquini – che tipo di modello di turismo vogliamo. La riscoperta di Lucca come città turistica è recente, e comunque in un periodo concentrato in sei mesi che vanno da maggio a novembre. Di certo c’è che, rispetto al modello Firenze, dei turisti di massa, Lucca è una cuttà dove si può stare anche una settimana, in tranquillità, per poi usarla come punto di partenza per visitare altre realtà della zona, dalla Versilia a Pisa, fino alle Cinque Terre. C’è però tanto da fare per migliorarne l’appeal, per migliorare l’accoglienza e il modo di fare turismo. Quel poco che è stato fatto è stato fatto nel passato da chi ha partecipato allla fiere all’estero. Il resto è demandato al passaparola, a imprenditori privati che fanno promozione al posto di chi dovrebbe farlo istituzionalmente. Con le istituzioni, con Toscana Promozione in primis, non c’è dialogo e non ci sono strutture in grado di fare questo lavoro”.
Senza peli sulla lingua Gabriele Calabrese, manager turistico di TurisLucca, a lungo “corteggiato” dal Comune come possibile consulente dell’amministrazione nel comparto. “Il vero grosso problema – dice Calabrese – che non è solo di Lucca ma di tutta Italia è che il turismo è affidato a una microimprenditorialità che non permette a nessun soggtto di alzare il capo. Dall’altro lato c’è una totale assenza di personale qualificato che sappia di che parla e che abbia prospettive certe, e questo vale dal nazonale al locale. Non esiste una struttura che unisca pubblico e privato per fare promozione turistica e politica turistica, tant’è che non funziona neanche l’Enit per la promozione all’estero”. E ce n’è anche per Lucca. Calabrese contesta la ricerca di mercato affidata agli studenti dell’Istituto Pertini: “Hanno messo – dice – dei ragazzini per fare la ricerca. Ma di solito ci si serve di professionisti per fare questo. E gli esiti della ricerca potrebbero indirizzare meglio su cosa fare, su cosa puntare. In passato in particolare io chiesi di poter utilizzare i dati degli acquisti con carta di credito in città alla Camera di Commercio per capire dove, come, perché si compra in città e docve si dirige il turista. Ma poi la cosa non andò a buon fine. Sarebbe stato un elemento davvero utile”.
“Per il turismo in città, insomma – chiude Calabrese – siamo sottozero. E non ne posso fare una colpa al sindaco, che fino a poco tempo fa faceva il professore, o a chi per lui. In questo panorama restiamo solo noi tour operator a dover trovare una soluzione per promuovere Lucca come città dell’armonia. L’unica soluzione, insomma, è quella di fare sinergia fra privati”.
Una soluzione che, da anni, molti cercano. In attesa di far decollare un brand, quello di Lucca, che ancora fa fatica a trovare il suo spazio.

 

Enrico Pace

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