Cgil raccoglie firme al mercato sulla legge di iniziativa popolare per i lavoratori negli appalti

Domani mattina (14 marzo) dalle 9 alle 12 al mercato di via dei Bacchettoni, la Cgil di Lucca allestirà un tavolo per la raccolta delle firme a sostegno della proposta di legge di iniziativa popolare in materia di garanzia dei trattamenti dei lavoratori impiegati nelle filiere degli appalti privati e pubblici, contrasto alle pratiche di concorrenza sleale tra imprese, tutela dell’occupazione nei cambi di appalto.

“Gli appalti pubblici – spiega il volantino della Cgil – rappresentano più del 15per cento del Pil nazionale e al 2 per cento sempre del Pil ammonta la variazione dei costi per gli appalti relativi a beni e servizi (dati Commissione europea). Ma la loro cattiva gestione, caratterizzata da una diffusa illegalità, alimenta, il fenomeno della corruzione, che in Italia fa diminuire gli investimenti esteri del 16% e aumentare del 20% il costo complessivo degli appalti stessi. Nel mezzo di questi sprechi ed inefficienze si trovano centinaia di migliaia di lavoratori che non hanno tutele adeguate né sociali né nella legislazione in particolare sul tema della responsabilità solidale e nella clausola sociale nei cambi di appalto. Lavoratrici e lavoratori esposti per una vita al precariato, senza carriere contributive dignitose, con basse retribuzioni, senza valorizzazione professionale. Il lavoro negli appalti è intenso, frammentario, precario, faticoso, mal retribuito. Sugli appalti si scaricano l’abbattimento dei costi di fornitura e realizzazione di beni e servizi troppo spesso a danno della qualità delle opere e dei diritti dei lavoratori”. La propista di legge popolare, dunque, serve per “tutelare i trattamenti retributivi e previdenziali dei lavoratori attraverso la responsabilità solidale; contrastare l’illegalità e l’evasione, infiltrazioni malavitose e la corruzione con il ripristino delle forme di controllo di legalità e la reintroduzione degli indici di congruità a garanzia dei livelli occupazionali; contrastare il massimo ribasso attraverso la certificazione e qualificazione degli operatori coinvolti e l’introduzione di norme che impongano il rispetto dei contratti di settore e dei diritti dei lavoratori; sancire regole che consentano nei cambi di appalto la garanzia occupazionale e il rispetto dei diritti contrattuali; escludere dalle procedure di aggiudicazione degli appalti pubblici le imprese che abbiano gravemente violato gli obblighi nei confronti dei loro dipendenti, iscrivendole in apposito registro all’autorità anticorruzione”.

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