Puccini, Expo e polemiche: Lucca ‘reclama’ con la Rai

di Roberto Salotti
Un bella incompiuta, come la Turandot. Massimo Marsili, direttore della Fondazione Puccini, definisce così la prima uscita del pianoforte del maestro dalla sua casa natale direttamente sul palco dell’Expo. Lo dice, dopo giorni di “amarezza e delusione” per quelle cinque lettere mai pronunciate al concerto inaugurale di Milano: Lucca (Leggi). Quelli di Marsili e soprattutto del sindaco Alessandro Tambellini non sono però cahiers de doléances anche se la Fondazione scriverà alla produzione Rai per chiedere conto sulla mancata citazione del Puccini Museum durante la serata. Direttore e presidente sono comunque convinti che “Lucca è stata assolutamente protagonista” di una serata unica, e che “quella di Milano – sono parole del primo cittadino – non è stata una occasione persa”.

Per diversi motivi, anzitutto perché per 4 minuti il pianoforte Steinway and Sons di Puccini è stato al centro della scena in mondovisione in un contesto unico, come quello di piazza Duomo. Poi, perché “Lucca era comunque su quel palco – insiste Tambellini -: e c’è stata perché lo abbiamo voluto e come Fondazione abbiamo lavorato per lunghi mesi, cercando contatti con l’organizzazione dell’Expo e ottenendoli grazie all’interesse dimostrate da parte dell’entourage di Bocelli, che dobbiamo ringraziare”. Il “ritorno c’è stato”, assicura ancora il primo cittadino. E, in effetti, dati alla mano, non lo si può negare o considerare soltanto un caso. Le visite al Puccini Museum hanno subito una vera e propria impennata dal giorno successivo al concerto dell’Expo, passando nell’arco della settimana a cavallo tra la fine di aprile e l’inizio di maggio ai 900 visitatori rispetto ai 610 dello stesso periodo dell’anno scorso: tanto che la Fondazione si è praticamente ripagata le spese per il viaggio del pianoforte: 4.500 euro comprensive dell’assicurazione. Anche i contatti su web e social sono volati, con 4.331 condivisioni sul profilo Facebook della Casa Museo e 11.872 utenti raggiunti dai post relativi alla serata a Milano.
Ma quello su cui sia il sindaco che il direttore della Fondazione mettono in evidenza è che “quello che è accaduto a Milano è la dimostrazione – spiega Marsili – che il pianoforte di Puccini può viaggiare e continuare a vivere ancora, cosa che come sottolinea il suo stesso restauratore, era l’obiettivo del suo prezioso recupero”. Ora da Lucca si attendono eventuali richieste per far sì che in un futuro anche prossimo il pianoforte del maestro torni ad essere protagonista. Che si sia cioè innescata una attenzione particolare a questo cimelio, come dimostrerebbero le condivisioni sui social network e youtube.
Oltre la delusione e l’amarezza. Ma la delusione resta. Lo dice senza girarci intorno il sindaco Alessandro Tambellini, che pure rivendica “con orgoglio – dice – la paternità del progetto di portare all’Expo di Milano il pianoforte del maestro. Siamo stati noi, come Fondazione a ricercare i contatti, a trovare l’interesse perché ad un evento così rilevante come il concerto di apertura di Expo Lucca e il maestro fossero comunque protagonisti. E questo, al di là delle mancate citazioni, è quello che è successo”. Parole condivise anche dal direttore Marsili: “Mi sono incazzato nel non sentire le parole Lucca o Puccini Museum sul palco di piazza Duomo – ammette – e non ci ho dormito fino alle 8 del giorno successivo. Poi ho cercato di andare oltre l’amarezza e mi sono reso conto che, citazione o no, quello che era avvenuto a Milano era stato straordinario. Puccini e la Fondazione hanno contribuito ad un evento culturale unico, con artisti internazionali e soprattutto con Andrea Bocelli”.
Reclamo alla Rai. Amarezza e delusione comunque avranno alcune conseguenze. La Fondazione sta preparando una nota da inviare alla produzione della Rai chiedendo conto dei motivi per i quali il testo che l’ente di promozione del maestro aveva preparato per presentare il pianoforte e il Puccini Museum di Lucca non sia stato considerato dagli autori a cui, era stato garantito, sarebbe dovuto giungere. “Questo pianoforte – è il testo del messaggio inviato alla produzione Rai prima del concerto – appartenuto a Giacomo Puccini e oggi conservato nella Casa Natale di Lucca, è stato il compagno di tutta la sua vita. Il maestro morì poco dopo avere musicato proprio su questo piano l’aria più conosciuta al mondo, il Nessun Dorma, lasciando poi incompiuta, l’opera che lo ha reso immortale, Turandot”. “Non c’era alcun contratto scritto con la produzione – informa il direttore Marsili -, ma un accordo: avevamo fornito una breve presentazione del pianoforte dove il nome di Lucca veniva ripetuto in alcuni passaggi e che ci era stato detto sarebbe stato consegnato agli autori della serata. La responsabilità della mancata citazione di Lucca durante la diretta in mondovisione è quindi tutta degli autori. Scriveremo alla Rai per chiedere spiegazioni”. “C’è da dire – aggiunge il primo cittadino – che siamo stati noi a metterci in contatto con gli organizzatori di Expo e non viceversa. Non ci è stato chiesto in prestito il pianoforte di Puccini, cosa che avrebbe potuto consentirci di avere una posizione diversa”.
Le polemiche. Per questi motivi il sindaco, in questi giorni finito bersaglio delle polemiche e delle accuse – tutte di natura politica – sulla “beffa” del pianoforte “fantasma” a Milano, sul flop e sul “fallimento” in prima persona di Tambellini, respinge le accuse. “Quello di Milano – dice metaforicamente – non è stato un viaggio breve, ma noi siamo molto contenti del risultato ottenuto. Tante se ne sono sentite in questi giorni – aggiunge – e alcuni hanno perfino detto che per me è stata l’ennesima figuraccia. Mi dicano, se questa è una figuraccia, quante altre ne ho fatte, citandole. I maneggi dei sottoscala della politica non mi piacciono e non mi interessano. Non è in gioco il mio futuro politico: io rappresento la città e l’interesse di tutti. Lo stesso a mio avviso dovrebbero fare anche gli altri, specie su temi come quelli della promozione di Puccini, dove serve un impegno comune. Dovremmo pensare con orgoglio all’occasione avuta sul palco di Milano, dove tutti avrebbero voluto essere. Io, con orgoglio, rivendico il fatto di aver contribuito in prima persona affinché ciò avvenisse”. Un appello all’unità sui temi della cultura e in particolare legati alla figura del maestro lucchese condiviso anche dal consigliere comunale di Liberi e Responsabili, Pietro Fazzi, che, come membro del cda della Fondazione non ha fatto mancare la sua sottolineatura: “Ho sempre ritenuto necessario che certi temi vadano condivisi al di là dei colori politici. Non è soltanto una questione formale, per questo mi unisco all’appello a superare le divisioni e a fare fronte comune”.
Il boom delle visite alla Casa Museo. E’ d’accordo anche il direttore della Fondazione Puccini, Massimo Marsili, che invita a superare le polemiche degli ultimi giorni e a guardare al concerto di Milano come ad una occasione di promozione pienamente centrata: “E’ vero e lo devo ammettere – dice – in me c’è stato un grande senso di amarezza e di incazzatura, ma bisogna guardare le cose dal lato giusto: quello del 30 aprile era il concerto inaugurale dell’Expo, non la sagra di paese e i risultati si sono visti subiti”. Anzitutto dai visitatori di Casa Puccini. Il primo maggio scorso sono stati ben 216, contro i 179 del 2014. Il due maggio un nuovo picco con 218 presenze (l’anno prima erano state appena 91). Il tre maggio sono stati invece in 141 a varcare la soglia del Puccini Museum, contro i 90 dell’anno prima. “Quello che è in ballo non è la Fondazione, ma la città stessa – aggiunge -: si è dimostrato che il pianoforte non solo può e deve girare ma rappresenta un testimonial unico per tutto il territorio lucchese. Ora, basta con le piccinerie e le critiche. Facciamo un salto di qualità e tutti diano il loro contributo”.
Il futuro. E, immancabilmente, parlando di promozione l’occhio non può allungarsi sul futuro. “Questa esperienza milanese porterà frutti – assicura il primo cittadino -: stiamo percorrendo la strada di nuove e importanti collaborazioni come quella con la Fondazione Festival Pucciniano di Torre del Lago, per mettere a sistema la casa museo con tutte le altre proprietà e le terre pucciniane per rilanciare ancora di più la figura del maestro con eventi che siano di grandissima qualità”. E il pianoforte potrebbe essere il volano di tutto. Per questo “la Fondazione ora spera – sono parole del direttore – che qualcuno si faccia avanti” e chieda di avere in prestito il cimelio. “Ma solo – chiude il sindaco – per eventi di grandissima rilevanza, come quelli che la Fondazione intende preparare per il prossimo futuro”.

 

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