Turismo e diritti umani, a Campus la lezione di Valentina Pagliai

Scegliere un resort perché gestito da imprese locali e non da multinazionali, non “consumare” mete ma sostenere con il proprio contributo di turista l’economia di una popolazione, evitare di premiare con le scelte di viaggio paesi che non riconoscono i diritti umani. Viaggiare come vorremmo che gli altri viaggiassero, quando vengono a visitare la nostra città. Sono scelte sempre più sentite e importanti che si pongono a chi varca i confini, anche solo della propria regione. E sono alcuni degli argomenti trattati ieri nell’incontro che Valentina Pagliai, del dipartimento di educazione ai diritti umani Speak Truth to Power del centro internazionale Robert F. Kennedy Human Rights Europe, ha tenuto a Fondazione Campus con gli studenti del corso di laurea magistrale in Tourism and Human Rights.

“Gli input sono arrivati dagli studenti – racconta Pagliai -. Dopo un’introduzione alle attività del centro Robert Kennedy abbiamo parlato di diritti civili, e in particolare di quelli legati alla discriminazione sul genere sessuale, dalle donne agli omosessuali: diritti tutt’altro che pienamente riconosciuti anche in Italia, per una resistenza culturale. Abbiamo poi parlato di una sorta di diritto all’oblio di cui alcuni Paesi dovrebbero poter godere rispetto all’immagine che hanno, e che pur essendo limitata ad eventi o periodi limitati impedisce loro un approccio e uno sviluppo turistici. Per fare un esempio, nessuno conosce l’Albania per le sue bellezze, ma per la tratta degli uomini sul mare; stessa cosa per la Calabria, una regione bellissima il cui fascino è oscurato da notizie di fatti di cronaca nera legati alla malavita, che fanno perdere di vista i valori di quella terra anche agli stessi calabresi. O Lampedusa: una popolazione esempio di accoglienza sta dimostrando a tutto il mondo la propria umanità. Perché deve, con quello che fa, pagare il pegno di non essere più meta turistica?”
Chi può fare la differenza, ripristinando una corretta immagine di questi luoghi? “Innanzitutto i media – spiega Pagliai – poi chi opera nel settore turistico, come faranno questi studenti che si pongono il problema di come valorizzare la propria terra di origine, dalla quale non vogliono emigrare. È fondamentale la promozione di un turismo eticamente responsabile: che il turista sia informato, al sicuro e interessato a conoscere la realtà della propria meta”.

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