Porte aperte per conoscere il pronto soccorso – Foto foto

La settimana nazionale del pronto soccorso è scattata anche a Lucca: da sabato scorso (16 maggio) al 24 maggio, infatti, l’ospedale San Luca apre le sue porte (quelle, appunto, del pronto soccorso) alla cittadinanza dalle 9 alle 10,30. Si tratta di un’iniziativa su scala nazionale, organizzata da Simeu (Società italiana medicina d’emergenza-urgenza), volta a ridurre le distanze tra medici e utenti, nel segno di un’alleanza per tutelare il servizio sanitario pubblico e curare il dolore fin dall’arrivo in ospedale. L’iniziativa è stata illustrata questa mattina (19 maggio) dal personale del pronto soccorso, affiancato dal dottor Domenico Gioffré, responsabile regionale del tribunale per i diritti del malato.

 

“Durante tutto il corso dell’anno – spiega la dottoressa Frosina – organizziamo corsi di Bls nelle scuole e nelle fabbriche. Questa settimana è importante, perché consente a medici e cittadini di venirsi reciprocamente incontro, di dialogare e risolvere le problematiche. In altre città italiane sono stati organizzati dei gazebo nelle piazze principali: i modi per arrivare a parlarsi sono molteplici. E’ fondamentale far capire agli utenti come lavoriamo, per evitare a monte le possibili incomprensioni”. Questo, in fondo, è il significato dell’iniziativa: consentire a chiunque di addentrarsi nei meccanismi intimi del pronto soccorso, in modo da capire il perché di certi tempi di attesa e di talune procedure.
Più del 70 per cento dei pazienti che si presenta in pronto soccorso accusa dolore: l’obiettivo dei professionisti Simeu è quello di consentire un trattamento rapido ed efficace in fase di emergenza. Solido alleato di questa campagna è il tribunale per i diritti del malato di Cittadinanzattiva: a questo proposito, il dottor Gioffré ha sollevato alcune questioni cruciali, cercando di fare il punto su tutto quello che può ancora essere migliorato, non solo al San Luca, ma evidentemente anche a livello regionale.
“Dobbiamo debellare alcune piaghe – ha detto Gioffré – come quella della cattiva informazione in merito alle vaccinazioni. Non è possibile leggere prime pagine di quotidiani nazionali che parlano, addirittura, di iniezione letale. I fatti, tutti documentati, raccontano che non sussiste alcuna correlazione tra le complicazioni avvenute negli ultimi anni e le vaccinazioni”. Gioffré, partecipando ad un tour del pronto soccorso, plaude e bacchetta allo stesso tempo: “L’introduzione degli schermi che segnalano i tempi di attesa è davvero un bel passo in avanti, ma la saletta è troppo angusta”. A questo proposito il personale ricorda come la Usl 2 abbia già fatto richiesta al Comune per ampliare gli spazi, utilizzando un cortile esterno: i tempi però non si profilano brevi.
“Le vaccinazioni avrebbero consentito di deflazionare un po’ il carico degli influenzati – spiega il dottor Cellai – perché l’impatto quest’anno è stato notevole. Nel periodo che si colloca dal 23 dicembre al 30 marzo abbiamo registrato 570 codici gialli e 120 codici rossi in più, rispetto alla stessa fascia temporale dell’anno prima. Serve, sotto questo profilo, un maggior coordinamento con le associazioni”.

Paolo Lazzari

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