Mense, Vietina: tariffe eque, il panino-day danneggia tutti

Equità e sostenibilità: due gli obiettivi della nuova tariffa per i buoni pasti scolastici. L’assessore con delega alle politiche formative, sociali, di genere e alle politiche giovanili, laria Vietina, è intervenuta questa mattina (28 settembre), durante l’illustrazione dei risultati progetto OltreBampè, sulla recente protesta per l’attuale tariffazione dei buoni pasti. In alcune scuole da qualche giorno è infatti in atto la protesta del panino: i genitori si lamentano degli aumenti e della scarsa qualità del cibo (Leggi). “L’amministrazione comunale – spiega la Vietina – si deve prefiggere l’obiettivo di equità nei confronti delle diverse famiglie, cercando di agevolare le famiglie con redditi più bassi. I contributi soggettivi per i buoni pasti vengono calcolati adesso grazie agli indicatori Isee, con una proporzionalità lineare. Non vengono più prese in considerazione delle fasce di reddito, ma il calcolo viene effettuato moltiplicando direttamente il reddito per un parametro fisso. Alcune famiglie sono state avvantaggiate da questa nuova modalità di calcolo, altre sono state invece penalizzate perché hanno visto aumentare la tariffa”.

Nello specifico, una parte di famiglie vedrà la tariffa abbassarsi da 3,10 a 2 euro per ciascun buono pasto, un’altra parte di famiglie la vedrà invece incrementare da 4,10 euro a 5 euro. “Oltre all’equità – continua la Vietina- l’amministrazione comunale deve anche far fronte alla sostenibilità degli interventi. Il sistema si deve reggere, deve essere sostenibile per poter proseguire. L’amministrazione comunale contribuisce con 50 centesimi per ciascun buono pasto, per un totale di 1 milione e 600 mila euro alla voce di bilancio per la refettazione scolastica, dei 3 milioni complessivamente necessari. Se l’amministrazione non sarà più in grado di sostenere questa spesa, il servizio mensa non potrà più essere garantito, con notevoli disagi per tutte le famiglie”.
“Invitiamo tutti i genitori a segnalare problematiche e disagi inerenti i pasti e le mense scolastiche – sollecita la Vietina – direttamente al servizio ristorazione scolastica e all’Ufficio mensa affinché ci possano essere delle verifiche e degli interventi immediati. Lo scorso anno l’analisi dei dati sulla valutazione da parte dei genitori componenti le Commissioni mensa è stata soddisfacente. Su 134 schede pervenute agli uffici, 117 genitori hanno valutato buona la distribuzione (6 mediocre, 1 insufficiente), 83 buona anche la qualità del cibo distribuito (35 accettabile, 6 scarsa) e 88 hanno ritenuto buono il servizio mensa nel suo complesso (10 ottimo, 23 sufficiente, 7 mediocre, 1 insufficiente). Ma può darsi che siano sfuggite alcune criticità. Quest’anno le verifiche non ci sono ancora state, dato lo scarso numero dei pasti consumati fino ad oggi. Perciò invitiamo ancora tutti i genitori a farci arrivare ogni critica e ogni segnalazione in modo che il servizio sia ulteriormente migliorato. Una protesta come quella dei giorni scorsi ha effetti soltanto negativi: non riusciamo a capire quali siano gli effettivi disagi dei cittadini, di quali tipi e in quali entità; inoltre sprechiamo cibo, in quanto il servizio deve essere garantito, perciò i pasti vengono preparati ma poi non vengono consumati, con una conseguente diseducazione ai bambini e una perdita economica notevole. Il panino day non è una protesta costruttiva ma solo demolitiva. La tempestività delle segnalazioni e una comunicazione diretta porteranno invece al miglioramento del servizio. Ci auguriamo che i genitori possano avere comportamenti responsabili nei confronti della comunità e delle famiglie stesse”.
“E’ necessario trovare un punto di equilibrio con le famiglie – prosegue -. La situazione non è ancora completa, perché i calcoli sono complessi soprattutto laddove i bambini hanno genitori appartenenti a stati di famiglia diversi e perché alcune famiglie hanno avuto difficoltà e ritardi nel presentare le dichiarazioni Isee. Conosciamo bene e non vogliamo certo minimizzare o sottovalutare le difficoltà economiche delle famiglie, ma la contribuzione per il buono mensa è indispensabile”.
Non è un segnale di chiusura o di linea dura quello proveniente dall’amministrazione comunale, ma certamente di fermezza e di coerenza con le decisioni prese affinché il servizio mensa possa continuare ad esistere in modo congruo e soddisfacente.

 

Simona Alfani

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