Appalti storici, rischiano il posto 250 bidelle

Appalti storici per la pulizia nelle scuole, le bidelle sono di nuovo in fibrillazione in vista della scadenza dei contratti a marzo 2016. Si è svolto proprio stamani (18 dicembre) l’incontro in Prefettura richiesto dalle organizzazioni sindacali di categoria Filcams-Cgil, Fisascat-Cisl e Uiltrasporti-Uil alla presenza dei rappresentanti delle istituzioni, delle rappresentanti sindacali, delle aziende Dussmann e Auriga coinvolte e del responsabile del provveditorato scuola, al fine di fotografare la situazione complessiva di enorme disagio in cui si trovano le lavoratrici in appalto addette alla sorveglianza e pulizia delle scuole in Provincia, considerata la scadenza ormai prossima di marzo 2016 degli accordi nazionali siglati al Miur atti a garantire la tutela dell’occupazione e del reddito di oltre 250 bidelle così dette in appalto.

“A seguito e per effetto dei tagli lineari effettuati dal 2009 dai diversi governi e a seguito della gara Consip che sostanzialmente ha ridotto le risorse destinate ai servizi di sorveglianza e pulimento di oltre il 50% – spiegano le sigle -, abbiamo subito una forte riduzione delle ore lavoro con conseguenze duplici: resta incerto lo stipendio delle lavoratrici e lavoratori dell’appalto e le scuole sono diventate più sporche e meno sicure. Grazie ad accordi nazionali del 28 marzo 2014 e del 5 maggio 2014, in intesa con il governo, si sono garantiti i livelli occupazionali e le retribuzioni attraverso l’istituzione di servizi aggiuntivi di decoro cosiddetti della scuola bella, tra cui tenuta del verde, pitturazione pareti, manutenzione finestre ecc. Queste intese e questi interventi aggiuntivi dovevano prevedere e devono continuare a prevedere la tenuta occupazionale, i redditi oltre che rendere più decorose le scuole, senza ricorrere ad ammortizzatori sociali quali la cassa integrazione. Il meccanismo pratico che dovrebbe consentire alle dipendenti di mantenere il proprio reddito da contratto previsto dagli accordi – sottolineano le organizzazioni sindacali – è quello della banca ore, cioè l’azienda avrebbe dovuto anticipare lo stipendio intero ai dipendenti e le ore corrispondenti al taglio determinato dalla gara sarebbero dovute essere impiegate proprio nei servizi di decoro. Le risorse economiche legate al progetto scuole belle però nella nostra Provincia sono arrivate fino ad oggi in maniera ridottissima e distribuite a nostro avviso senza un criterio oggettivo che tenga conto dell’ effettivo percentuale di taglio prevista sul pulimento e la sorveglianza e sulla tenuta occupazionale e reddituale delle lavoratrici, come invece previsto dagli accordi nazionali. Risultato? Decine di lavoratrici ad oggi hanno maturato una banca ore negativa (da restituire alle aziende) enorme, di oltre 700 ore per lavoratrice. In che modo e come queste lavoratrici potranno mai restituire tante ore? Inoltre si pretende che nelle scuole le lavoratrici svolgano le stesse mansioni (pulire le medesime superfici, bagni ecc e sorvegliare gli stessi alunni) precedenti al taglio delle risorse dell’appalto,ma spesso con le ore ridotte del 60% , col risultato che nonostante il massimo impegno e la grande disponibilità delle stesse a lavorare su turni disagiati, le scuole hanno ed avranno sempre più problemi legati alla pulizia ,igiene e sorveglianza. C’è preoccupazione legata anche al silenzio del Governo rispetto all’impegno preso ad agosto di attivare il tavolo di confronto per comprendere il futuro di questo appalto e quindi del futuro di questi lavoratori . L’impegno va rispettato per trovare soluzioni concrete di tutela per l’occupazione e quindi dei servizi di pulizia e sorveglianza nelle scuole”.
“Unitariamente – informano le sigle -, abbiamo esposto le rivendicazioni legittime delle lavoratrici di cui la Prefettura si farà portavoce col Governo. Abbiamo inoltre ottenuto un prossimo tavolo di confronto che si terrà in gennaio 2016, con aziende e Ufficio Scuola della Provincia per trovare tutte le possibili soluzioni organizzative al fine di ridurre il forte disagio per queste lavoratrici. Il problema maggiore principale rimane la distribuzione ridotta e disomogenea delle risorse del Ministero sulla nostra Provincia per quanto attiene al recupero delle ore lavoro in negativo e quello dell’attivazione del tavolo Nazionale col Governo per trovare soluzioni concrete di tutela dopo Marzo 2016, pertanto la vertenza non è conclusa e sicuramente metteremo in campo tutte le azioni di tutela per queste lavoratrici, compreso lo sciopero”.

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