Carmine, restyling atteso: “Ma torni la navetta”

Abbandono totale e rassegnazione diffusa: ecco i sentimenti che si respirano nell’area del Carmine, intrecciando le opinioni di residenti e commercianti. Le ragioni? Zona non servita dal servizio di trasposto pubblico, lavori per il mercato che procedono a rilento e promesse di rivitalizzare il quartiere in stand by da oltre trent’anni. A denunciare la criticità della situazione è proprio chi nell’area ci vive e ci lavora ogni giorno, dovendosi confrontare con una realtà troppo amara da mandar giù: l’agonizzante declino di quello che per lungo tempo è stato un simbolo caratterizzante del tessuto cittadino.

L’amministrazione comunale, dal canto suo, ha da sempre riservato una particolare attenzione alla valorizzazione dell’area, pianificando una serie di interventi volti al rifacimento del tetto, delle arcate e in generale della struttura del mercato, centro pulsante dell’attività commerciale della zona. Gli ultimi lavori, iniziati nel mese di settembre scorso, sembrano però procedere molto lentamente, a detta dei commercianti: “Le opere vengono spesso sospese – spiega uno di loro – vi sono giorni, come oggi, in cui gli operai non si vedono: evidentemente li mandano nei momenti in cui non vi sono urgenze da altre parti. Unico lavoro portato a compimento è stato il rifacimento del tetto. Servirebbe un’accelerazione anche degli altri interventi in programma, in modo da consentire al mercato di riprendere al più presto il regolare svolgimento delle sue attività”.
In effetti i negozi operativi all’interno del mercato al momento sono solo otto, fra bar, macellai, alimentari, fruttivendoli e panetteria: l’area centrale, di norma allestita con gli stand di frutta e verdura, è stata sgomberata proprio per garantire lo svolgimento dei lavori in totale sicurezza.
“Il progetto è quello di consolidare la struttura per poi rendere il mercato e l’intera zona più attrattiva – spiega un dipendente – gli spazi e l’entusiasmo di chi vive la zona non mancano, il problema è riuscire a mettere tutti noi in condizione di lavorare bene”.
A lamentare una situazione di disinteresse sono gli stessi residenti del Carmine, fedeli clienti delle attività del luogo, che mettono in luce le conseguenze del taglio al trasposto pubblico: “Noi residenti – denuncia una signora che vive da sempre nel quartiere – chiediamo che sia ripristinato con urgenza il servizio navetta (che da San Vito portava al vecchio ospedale e fermava anche in Piazza del Carmine). La prima regola per il buon funzionamento di una città è che i mercati siano serviti dal trasporto pubblico: il fatto che a Lucca l’abbiano invece soppresso rende l’idea di come sia stata abbandonata questa parte della città. L’amministrazione non se ne interessa davvero e a risentirne non è solo questa zona, che sta morendo, ma l’intera realtà cittadina, che perde una fetta importante di commercio”.
Problematica, quella del trasporto, confermata anche dai commercianti che lavorano nell’area e dalla stessa realtà dei fatti: i clienti non son molti, limitandosi perlopiù agli abitanti del quartiere.
“Quello della navetta è un problema essenziale – osserva il titolare di un negozio della zona – molti anziani che erano soliti recarsi al mercato e nei negozi dei dintorni adesso sono impossibilitati a farlo perché vivendo lontani non riescono ad arrivare a piedi. Le ricadute si avvertono in tutto il territorio adiacente al mercato, perché se il flusso diminuisce, diminuisce per tutti”.
Il clima che si respira nella zona non è tanto quello di rabbia, quanto di disillusione: i negozianti non affrontano la situazione con spirito propositivo, bensì chiudendosi in sé stessi e rifiutando ormai qualsiasi occasione di dialogo con il Comune, da cui si sentono presi in giro da troppi anni.
“Il mercato ormai è morto – afferma il titolare di un’altra attività – o il Comune si adopera per promuovere interventi più concreti, per riaprire un mercato vero e proprio, oppure non si smuove niente: questi lavorini servono a poco. Un altro grande fattore che ci ha danneggiato è stata l’apertura di troppi supermercati in città, di cui uno proprio qua di fronte. Anziché aiutare le piccole imprese in momenti di crisi gli amministratori cercano di tagliarci le gambe”.
A pesare sulle opinioni di residenti e commercianti è sicuramente anche l’inerzia dimostrata dalle precedenti amministrazioni, che ha ricadute indirette anche sulla credibilità della giunta attuale.
“Ormai dopo trent’anni non credo più a niente – racconta una commerciante – di promesse le varie amministrazioni che si sono susseguite ne hanno fatte tante, ma praticamente nessuna è stata mantenuta. Evidentemente ciò che manca è la volontà di cambiare davvero qualcosa: i dirigenti dovrebbero fare lo sforzo di calarsi maggiormente nei nostri panni, avvicinarsi alle nostre esigenze. I lavori adesso sono in corso, è vero, ma nel complesso la gestione dell’area non viene seguita come dovrebbe”.

Jasmine Cinquini

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