Scuola chiusa il sabato, genitori mobilitati

Non ci sta il comitato genitori della scuola media Leonardo Da Vinci e ribadisce il proprio no alla riduzione dei giorni di scuola da 208 a 172, all’allungamento dell’orario giornaliero di lezione e alla concentrazione su cinque giorni la settimana del programma scolastico finora distribuito su sei, con la motivazione che la sicurezza non è garantita a causa della mancanza di un collaboratore scolastico: 30 ore di servizio quelle recuperate con la chiusura del sabato. Così i genitori hanno deciso di “dare una mano” alla scuola affinché sia trovata questa persona in più che manca. 

In una nota il Comitato fa sapere di voler fare “pressione verso gli organi superiori del Miur al fine di rendere nota la situazione dell’Istituto comprensivo Lucca 2, costretto a scegliere tra sicurezza e didattica”. Col ministero i genitori intendono “approfondire anche le problematiche della carenza cronica del personale ausiliario nella scuola e della sua esternalizzazione con i subappalti. Più in specifico – si spiega -, il comitato intende chiedere se, in considerazione delle particolari condizioni dell’Ic Lucca 2, in deroga e in via eccezionale sia possibile l’assegnazione di almeno un collaboratore scolastico in più rispetto l’organico di diritto. Cinque le particolari condizioni che giustificherebbero la deroga: l’elevato numero degli studenti (1650 circa), che supera di oltre 400 il massimale di assegnazione dei collaboratori scolastici, che è di 12 per 1200 alunni o più; il fatto che la scuola è aperta il pomeriggio per l’indirizzo musicale e le attività didattiche complementari, il che, se denota l’attitudine della scuola a incrementare la propria offerta, non conta però ai fini dell’aumento del numero delle bidelle assegnate, e la scuola si vede costretta, con la chiusura del sabato, a penalizzare l’offerta formativa principale (quella della mattina, diretta a tutti gli studenti)”. Tra le cause dei disagi “la conformazione dell’edificio – spiegano i genitori – strutturato in modo tale che vi sono ali e corridoi poco visibili, il che rende necessaria, a pieno regime, la presenza di almeno un sorvegliante per piano”. Poi c’è anche il fatto che “il numero dei plessi sono 8, ma le unità lavorative assegnate sono solo 3, nonostante alcuni plessi siano piuttosto distanti e sia difficile lo spostamento delle bidelle in caso di sostituzioni”. Non da ultimo la questione degli alunni disabili: secondo il comitato sono in sovrannumero “e giustificherebbero una deroga, soprattutto se si considera che basterebbe una sola unità lavorativa in più, rispetto le 21 dell’organico di diritto (16 ministeriali e 5 della cooperativa) per consentire di continuare a tenere aperta la scuola 6 giorni la settimana”. Il comitato, inoltre, chiede anche di rivedere le regole della esternalizzazione dei servizi, attualmente “gestita con un appalto a livello nazionale e a subappalti a livello locale, e di istituzionalizzare, regolamentare e incentivare la possibilità di utilizzare nelle scuole, per la sorveglianza, nell’ambito della loro autonomia, il cosiddetto personale ausiliario di quartiere”, sottolineano ancora i genitori.
Il comitato, dopo aver discusso anche con l’assessore Vietina, ha programmato incontri con il dirigente scolastico provinciale e con quello regionale e, se necessario, arriverà al ministro Giannini.
Nel frattempo, ha chiesto al consiglio di Istituto, in attesa di conoscere se questa unità lavorativa in più sarà assegnata, di “realizzare la progressività della chiusura del sabato, cioè chiudere il sabato solo per le classi prime (circa 200 alunni), e mantenere l’orario su sei giorni per le classi seconde e terze. In questo modo – sottolineano i genitori -, poiché è necessario per la sorveglianza circa un collaboratore ogni 100 ragazzi, il sabato non sarà più necessaria la presenza di 5 collaboratori, attenuandosi così il problema della carenza di personale”. In alternativa, i genitori chiedono di disporre una apertura pomeridiana. “Questa richiesta – spiega il comitato – è dettata da una esigenza di correttezza nei confronti dei genitori delle attuali classi prime e seconde, che, quando hanno iscritto i propri figli alla Da Vinci, si sono regolati su di una offerta formativa che prevedeva un orario articolato su 6 giorni, e la decisione di modificarlo è avvenuta senza alcuna preventiva consultazione dei genitori e senza alcuna possibilità di cambiare scuola”.

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