Urbanistica, è scontro sulle nuove costruzioni foto

Piano strutturale, la discussione entra nel vivo in commissione. Si è riunita oggi (7 aprile) alla presenza dell’assessore Serena Mammini, della dirigente all’urbanistica Antonella Giannini e dell’architetto Fabrizio Cinquini, uno degli estensori del piano, la seconda seduta dopo il passaggio in giunta dello strumento urbanistico. E su Utoe e dimensionamento è stato subito scontro, più di merito che di metodo.

La commissione, comunque, accelererà i suoi lavori, tanto che è stato deciso di convocare due riunioni a settimana (“Non vorrei essere strumentalizzato sul tema dei ritardi”, ha detto il presidente Pagliaro), già calendarizzate fino alla fine di aprile per affrontare i tanti temi in cantiere. Il presidente della commissione, Lucio Pagliaro (Pd), ha voluto però subito sgomberare il campo da equivoci: “Le polemiche di queste ultime settimane – dice – non ci devono distrarre. Nessuno pensi di utilizzare il piano strutturale come strumento di contrapposizione politica, come sta avvenendo sulla questione del casello di Mugnano, che rischia di svilire e ridimensionare questo anno di lavoro sul tema del piano strutturale da parte della commissione”. Pagliaro poi non lesina di presentare la sua opinione personale sul tema: “La priorità – ha detto all’assise dei consiglieri – va agli assi viari e dico no a tutto quello che può indebolire il progetto e il percorso che già è stato fatto. Se poi il casello, su cui personalmente sono d’accordo, può rientrare in una valutazione di tutti gli enti interessati per rendere più funzionale l’asse est-ovest e di conseguenza l’asse nord-sud, allora perché no. Ma fa parte di una valutazione che appare prematura e comunque da subordinare alla necessità di realizzare gli assi viari come da accordo di programma”.

La definizione delle Utoe
I lavori della commissione, dopo alcune eccezioni sollevate dai commissari Lenzi (Idv) e Angelini (Governare Lucca) sono partiti affrontando il tema delle Unità Territoriali Organiche Elementari in cui è diviso il territorio, le famigerate Utoe che tanto hanno fatto discutere durante la precedente amministrazione Favilla. Il territorio, infatti, è stato suddiviso nel piano strutturale in 9 Utoe e i consiglieri hanno chiesto i criteri con cui è stata effettuata tale divisione e i motivi per cui si è modificata in sede di approvazione l’originaria ipotesi di prevedere solo 4 Utoe. “Una serie di riunioni in Regione – ha spiegato l’architetto Cinquini – ci ha convinto a ritornare all’ipotesi delle 9 Utoe perché c’è stato sconsigliato di ricorrere a una serie di subarticolazioni. Le Utoe attuali non sono altro che le disaggregazioni delle 4 Utoe inizialmente previste eliminando la loro suddivisione interna”.
Una divisione che non convince il vicepresidente della commissione, Lenzi, che ritiene che non si sia rispettato il criterio di omogeneità richiesto dal nome stesso di Utoe, dividendo territori omogenei come Sant’Anna, San Concordio e l’Arancio, ad esempio. Per il consigliere Angelini, invece, è eccessivamente vasta la delimitazione dell’Utoe dell’Oltreserchio, che unisce territori molto diversi da Monte San Quirico ad Arliano.
Cinquini contrattacca alle proteste dei commissari ricordando come la definizione di Utoe abbia un valore, nel piano strutturale e nel futuro piano operativo solo per l’indicazione degli obiettivi e per il dimensionamento e che la loro definizione, oltre che basandosi su criteri prettamente tecnici, fra i tanti a disposizione, è passata anche dalla valutazione di 11 forum territoriali e 6 forum tematici alla presenza dei cittadini e delle associazioni di categoria.
Cinquini risponde poi anche alle obiezioni dell’ex sindaco Pietro Fazzi che aveva affermato: “Siccome non costa di più fare un’Utoe in più o in meno che senso ha creare la macroUtoe dell’Oltreserchio?”. Per l’architetto la motivazione è tecnico-operativa: “E’ assodato – ha detto – che più le Utoe sono piccole più creano problemi al futuro piano operativo e per questo motivo abbiamo deciso per questo indirizzo

La questione del dimensionamento
Sul tema del dimensionamento, ovvero sulla previsione delle possibili quantità edificabili divise per categoria per ciascuna Utoe di riferimento, si ripropone la discussione accesa fra i consiglieri. E’ il presidente Pagliaro a chiedere ai tecnici le modalità con cui sono state inserite le cifre all’interno delle tabelle. “Esiste un algoritmo – ha spiegato Cinquni – che stabilisce le possibilità di costruzioni e le diverse tipologie nei vari Utoe. I dati di riferimento sono quelli dell’Istat e di altre fonti di rilievo e poi alla basee c’è lo studio sul territorio effettuato dall’Imt. I dati sono quelli del possibile fabbisogno del territorio proiettate nel tempo”. “E’ stata considerata inoltre – aggiunge l’ingegner Giannini – la parte considerata ai grandi contenitori dismessi che sono stati valutati singolarmente in proiezione futura”.
Per il presidente Pagliaro il rischio, però, è che tali previsioni preludano a un eccessivo consumo di suolo o di edificazioni laddove, in passato, si sia già costruito o edificato troppo. Ovvero che tali dati non rispecchino la valutazione reale del territorio ma aprano a nuove costruzioni anche laddove non sarebbe necessario. “E’ il piano operativo – ripete più volte Cinquini – lo strumento effettivo che determina il prelievo dal dimensionamento, quindi qui si parla inevitabilmente di dati astratti e previsionali che rischiano di non avere molto senso nell’applicazione pratica. Non è un caso, infatti, che l’Anci prema da tempo per togliere il dimensionamento dal piano strutturale. Detto questo le quantità previste nel piano strutturale sono significativamente sbilanciate verso il recupero dell’esistente rispetto alla nuova edificazione, indicativamente due terzi per il recupero e un terzo per il nuovo. Tutto ciò è stato studiato afffinché poi nel piano operativo, come più volte è successo in passato in presenza di previsioni troppo restrittive, si debba procedere per successive varianti al piano strutturale”.
Cinquini per spiegare la questione usa più volte la metafora della medicina: “Il piano strutturale – dice – può essere considerato come un paziente che ha bisogno di cure. Possiamo decidere che si debba curare prevalentemente con l’omeopatia perché meno invasiva, ma dobbiamo lasciare spazio affinché un domani, se necessario, si debba ricorrere agli antibiotici”. Ricostruzione che non convince del tutto il presidente Pagliaro, più orientato verso un piano strutturale “a volumi quasi zero”, per una città più bella, funzionale, ricca di servizi ed equilibrata nella sua estensione territoriale. Per il vicepresidente Lenzi, invece, l’utilizzo del criterio delle quantità e quello dell’inserimento di una serie di limitazioni e paletti verso il piano strutturale “impedisce – ha detto – di modificare il territorio anche in senso migliorativo e rischia di lasciare degradato anche zone del territorio che davvero avrebbero bisogno di riqualificazione”.

I commissari, dopo la lunga discussione di oggi, torneranno a riunirsi giovedì prossimo (19 aprile) alle 15 sempre nella sede dell’ufficio di piano di via della Colombaia.

Enrico Pace

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