Choc per Vania: “Mai abbassare la guardia”

“Mai abbassare la guardia sulla violenza, mai”. E’ il monito della presidente della commissione Pari Opportunità di Lucca, Daniela Grossi, di fronte alla notizie della morte di Vania Vannucchi, l’operatrice sanitaria data alle fiamme e uccisa dall’ex. “Purtroppo – scrive – stamani la povera donna che ieri è stata data alle fiamme non ce l’ha fatta. Non possiamo e non dobbiamo permettere che la sua morte non comporti conseguenze sull’autore ma anche e soprattutto su di noi, sulla nostra società tutta, che oggi fatico a definire civile. Mai abbassare la guardia sulla violenza, mai”.

Per questo secondo Grossi è necessario “potenziare e sostenere le associazioni antiviolenza, dare forza alle istituzioni impegnate nella difficile e faticosa opera di prevenzione, a partire dai centri Asl e dalle amministrazioni locali, dalle scuole, perché intorno alle famiglie, alle donne e alle persone di ogni età si crei una rete fitta di supporto e conoscenza, per ottenere un cambio culturale che cancelli stereotipi in cui la donna è oggetto passivo di altrui volontà e divenga finalmente persona con libertà di dire no senza timore di suscitare reazioni violente”.
“Occorre intervenire dai primi anni – aggiunge -, dalla scuola, per sviluppare quell’educazione sentimentale e di genere che troppo spesso viene osteggiata come foriera di chissà quali brutti comportamenti. E in quest’ottica la commissione Pari Opportunità del Comune di Lucca che presiedo sin dal suo insediamento ha lavorato e lavora, con un progetto integrato con gli istituti comprensivi di ogni ordine e grado del nostro territorio dal nome ‘educare alle pari opportunità per una piena cittadinanza democratica’, che mira proprio a sviluppare nei giovani la cultura del rispetto delle donne, delle persone, per crescere degli adulti finalmente consapevoli. Dobbiamo dire no alla violenza, tutti, nessuno escluso, perché non ci siano più Vanie, Vanesse, Stefanie”.
E stamani arriva anche la ferma condanna del senatore del Pd, Andrea Marcucci: “Un uomo degradato a bestia – scrive il parlamentare su Facebook – ha strappato Vania ai suoi affetti e ai suoi figli. Il femminicidio è una malattia che si insinua nelle nostre comunità, va contrastato certo con pene più severe, ma non è solo il carcere la risposta, le risposte sono nell’educazione, nella formazione, nella cultura, persino nella lingua, dare un significato alla parola amore”.
“Apprendo con sgomento che Vania Vannucchi non ce l’ha fatta. Oltre l’orrore e la rabbia, oggi è il dolore il sentimento più profondo: sono vicina ai familiari, a cui esprimo la mia solidarietà e il mio cordoglio”. Sono le parole della parlamentare Pd Raffaella Mariani dopo la morte della donna aggredita e data alle fiamme ieri a Lucca. “Una risposta rapida e autorevole da parte delle forze dell’ordine e dell’autorità giudiziaria è un segnale necessario e importante. Altrettanto indispensabili sono gli interventi di prevenzione: dal sostegno attivo e costante alle famiglie delle vittime e alle associazioni antiviolenza, fino al lavoro nelle scuole per coinvolgere e sensibilizzare i giovani. Quella di un complessivo cambiamento culturale è la strada principale da percorrere contro il femminicidio, per arginare la violenza che sfocia in uccisioni atroci come quelle di cui la nostra terra è stata purtroppo più volte testimone”.
“Di fronte a questo femminicidio come di fronte alle altre innumerevoli violenze sulle donne, dobbiamo combattere”, commenta il presidente della Toscana Enrico Rossi, il cui primo pensiero è rivolto ai giovanissimi figli della donna. “Le leggi ci sono e gli strumenti pure. Dobbiamo isolare e punire gli uomini violenti – dice Rossi – e dobbiamo aumentare la prevenzione, non solo per riconoscere e arrestare quelle dinamiche che sfociano in violenza, ma anche per aiutare tutte le donne ad ogni età a denunciare, a non trascurare segni premonitori, senza farle sentire sole”. “Le violenze – aggiunge -si consumano per lo più nelle mura domestiche. In Italia ogni due o tre giorni viene uccisa una donna: l’ultima stamani a Caserta, per mano del suo ex. In Toscana nel 2014 sono stata uccise 12 donne e dal 2006 le vittime sono state 77. Nel 2015 sono state uccise più di 160 donne in Italia e nei primi sette mesi del 2016 oltre 60. La Toscana ha un osservatorio, l’Osservatorio sociale regionale, che analizza tra l’altro la violenza di genere e cura rapporti annuali specifici con la preziosa collaborazione dei Centri antiviolenza, strutture private che operano nei territori. In Toscana prosegue anche l’esperienza del Codice Rosa, avviato come progetto pilota nel 2010 e che consente l’accesso prioritario al pronto soccorso per tutte le vittime di violenze con una stanza dedicata e un team di medici, infermieri e psicologi che si affianca alle forze dell’ordine”.
Appresa la notizia della tragica morte di Vania Vannucchi, barbaramente uccisa, il presidente del consiglio comunale Matteo Garzella ha espresso le sue più sentite condoglianze alla famiglia, e 2condanna fermamente tutti gli atti di violenza verso le donne”. Garzella dedica alla sua memoria e a quella di tutte le vittime di femminicidio la celebrazione dell’anniversario del consiglio comunale che avrà luogo questa sera (3 agosto) alle 21 a Palazzo Santini. La parte iniziale della celebrazione sarà riservata a una riflessione sul dramma del femminicidio e della violenza alle donne e interverrà la presidente del comitato pari opportunità Daniela Grossi.
“Un fatto terribile, ancora una donna uccisa per mano di un uomo – commenta il consigliere regionale del Pd, Stefano Baccelli -. È un’escalation inaudita quella che riguarda la violenza di genere, che questa volta coinvolge tragicamente la nostra città. L’amore confuso col possesso, la fine di una relazione che diventa pretesto per una rabbia che acceca e che si trasforma in aggressioni brutali, mortali. Sono dinamiche troppo frequenti che sfociano nell’orrore, perché non ci sono altre parole per definire fatti come quello di Lucca. Oggi è il momento del dolore e del cordoglio, della fermezza e della condanna, della vicinanza alla famiglia di Vania Vannucchi e dell’auspicio che sia fatta rapidamente giustizia. Ma è anche il momento della consapevolezza di dover agire concretamente contro questo fenomeno aberrante, nella nostra società, nelle scuole, nella vita quotidiana. Farlo diventare una priorità del nostro paese. Prima di tutto con interventi che favoriscano sul serio le donne sul piano della loro autonomia, anche economica, per renderle più libere da condizionamenti che limitino la loro volontà di denuncia. Proprio questa mattina abbiamo proposto ed approvato all’unanimità una mozione in consiglio regionale che va in questa direzione. Ma anche intervenendo legislativamente introducendo finalmente l’aggravante del delitto di genere per i responsabili di femminicidio. È intollerabile che l’autore di un crimine orribile come questo possa usufruire, con i riti premiali, di sconti di pena, così da evitare l’ergastolo. Abbiamo a che fare con uomini che vogliono non solo uccidere ma anche eliminare il corpo, il ricordo, di chi li ha rifiutati. Una volta nell’ordinamento italiano esisteva il delitto di onore come ignobile attenuante in reati di questo tipo, ora occorre l’aggravante opposta. L’omicidio è sempre il delitto più grave, ma uccidere, cercare di sopprimere una donna per un semplice rifiuto è un crimine disumano che pretende almeno la pena più grave. Questa modifica legislativa è un obbligo morale ancor prima che giuridico e penale”.
Cordoglio anche da Valentina Cesaretti, direttrice di Confesercenti Lucca: “Purtroppo Vania non ce l’ha fatta – dice – La donna, che si è spenta questa notte all’ospedale Cisanello, lascia due figli ed una vita ancora tutta da vivere. Una morte atroce, segno di una violenza premeditata, da parte di un uomo, ex collega, che non aveva accettato la fine di una relazione. Chiediamo alle istituzioni di sostenere la famiglia ed i figli della donna scomparsa, auspicando che non accadano più casi analoghi di atroce violenza. Come associazione continueremo a sostenere una cultura che ponga al centro il rispetto della persona umana, impegnandoci concretamente in questo a fianco delle istituzioni e di tutta la società civile. Esprimiamo un sentito cordoglio a tutta la famiglia della donna, in questo giorno di infinito dolore per tutta la nostra città”.
Sul tema anche Dalida Angelini, segretaria generale Cgil Toscana: “Non ci bastano più le parole – dice – non è più sufficiente inorridire e condannare: nessuna punizione avrà sufficiente forza deterrente ad evitare che si ripetano femminicidi, sempre più orribili, come quello di Vania, bruciata viva da chi non voleva lasciarla libera. L’antidoto? Va costruito con la profonda comprensione di questo tipo di crimine e la programmazione di una cultura del rispetto che parta dai primi anni di vita: l’educazione sentimentale è un elemento indispensabile nella formazione degli uomini e delle donne del futuro. In questo, ognuno deve fare la sua parte, a cominciare da chi ha le maggiori responsabilità. Ogni donna vittima di violenza è una sconfitta, una cicatrice indelebile per tutti. Ora vogliamo fatti concreti, questa strage deve arrestarsi. Lo dobbiamo ai figli di Vania, e a tutti i figli di questo analfabetismo affettivo che troppo spesso diventa criminale”.
Aggiunge Anna Maria Romano (Coordinamento Donne Cgil Toscana): “Quello che sconvolge, ancora una volta, è la barbarie con cui ci si accanisce sul corpo della donna. Non solo dare la morte, uccidere, annullare, ma fare scempio del corpo, torturare, infliggere dolore. In questo caso, come in troppi altri, ciò che sgomenta è il modo: dare fuoco, come si faceva con le donne considerate ‘streghe’ nel Medioevo. L’impulso irresistibile della strega è essere se stessa, indipendentemente dagli altri, con fini propri da raggiungere, risorse proprie a cui attingere e pozzi profondi dai quali trarre materiale, portandolo alla superficie. Cosa altro è se non il diritto di ognuna di noi all’autodeterminazione? Alla libertà di essere se stesse? Alla libertà di scegliersi la vita? Ognuna ed ognuno di noi si faccia portatore di una cultura diversa dell’essere di diverso genere, che parta dal rispetto e dalla valorizzazione delle differenze: di tutte le differenze. Facciamoci strumento di un cambio culturale ognuno per il proprio ambito, dai luoghi di lavoro, a quelli della cultura di ogni grado e livello fino ad ogni momento del nostro privato”.
Riflettori puntati sul femminicidio di Lucca anche dalla politica nazionale. Il primo a intervenire è il segretario della Lega Nord, Matteo Salvini: “Lucca e Caserta – dice – due donne uccise da ex compagno e marito. Ma come è possibile che, ancora nel 2016, ci siano vermi che invece di ragionare, discutere e capire, ammazzano e distruggono? Due preghiere per Vania e Rosaria”.
“Ancora due donne morte: una bruciata a Lucca forse da un ex collega, o da un amante, da un amico; un’altra accoltellata nel Casertano dal compagno. Uccidere una donna perché non si accetta un rifiuto o un abbandono; fare violenza alla moglie, alla fidanzata, all’ex moglie o all’ex fidanzata solo perché hanno deciso di scegliere con la loro testa: troppe le vittime, impossibile non allarmarsi e non reagire a tutti i livelli”. Così la vicepresidente della Camera, Marina Sereni (Pd): “Occorre condannare e punire i colpevoli di atti così efferati. Ma occorre anche investire sempre di più in termini di prevenzione, di sostegno alle vittime, di cambiamento della cultura soprattutto tra i giovani – continua – Ecco perché è molto importante che si sblocchino i finanziamenti per i Centri antiviolenza e si dia piena e concreta attuazione a tutte le norme che governo e parlamento hanno approvato in questa legislatura per contrastare un fenomeno odioso e inaccettabile come la violenza di genere”.
“Rimango interdetta ogni volta che accade un dramma così”. Commenta così Alessandra Bencini, senatrice Idv la tragica morte di Vania Vannucchi, arsa viva dal compagno. “Come è possibile che una persona che dice di amarti, dopo l’abbandono si senta così annullato al punto da voler uccidere l’altra persona? Quanta rabbia, quanta frustrazione? Quante insoddisfazioni e quanta debolezza provano alcuni uomini ? occorre un’educazione sentimentale a partire dalla scuola di prima infanzia fino alla maturità, così forse si preverrebbero molti disagi. Solo nei primi 5 mesi del 2016 i femminicidi sono stati 55, per mano di uomini. Come donna e come esponente Idv ho sempre sostenuto che la strada maestra è quella della prevenzione che passa attraverso l’educazione a un corretto approccio nelle relazioni sentimentali, soprattutto da parte degli uomini”. “Noi – ha detto ancora – crediamo sia opportuno implementare le buone pratiche esistenti, creando nuovi canali di prevenzione e aiuto”. “Inoltre la giustizia deve operare nel più breve tempo possibile al fine di emettere condanne esemplari che siano utili da deterrente”, ha concluso la parlamentare.
Anche l’ex sindaco di Viareggio, Giorgio Del Ghingaro, esprime ferma condanna per quanto accaduto: “No, non è amore quello che uccide – scrive su Facebook -. Perché non esiste amore fatto di violenza, di possesso, di odio, di morte. Non abbiamo nessun diritto sulla donna che diciamo di amare, non è nostra e sarà sempre libera di scegliere la propria strada. E possono esserci la rabbia e il dolore ma non la morte. Eppure sono ormai tante, troppe, le donne che vengono uccise da chi dice di amarle.
Vania, Vanessa, Alessandra e tante altre sono state strappate alla vita, all’affetto dei figli, dei genitori, dei loro cari. In nome di un amore che non c’ è mai stato. No, non è amore quello che uccide”. “L’ennesimo atto di brutale violenza – commenta per la Cgil il segretario Mariarosa Costabile -, perpetrata con il fuoco, ha raggiunto il suo scopo: annientare, distruggere, cancellare per sempre. La barbarie che caratterizza ciascuno di questi crimini efferati non può essere considerata esclusivamente come conseguenza di un desiderio malato non corrisposto, ma è frutto di una società che anche se guarda inorridita non agisce perché le cose possano cambiare, perché il concetto di amore e famiglia si separino in maniera netta dal concetto di proprietà privata. Siamo tutti numeri e strumento – si legge nella nota del sindacato – in mano di qualcun altro, che sia il datore di lavoro o il maschio padrone. Nelle relazioni sociali mettiamo al centro l’immagine, non la persona. Inorridirsi non basta. Denunciare può essere fondamentale per fermare i violenti e gli assassini, ma non basta. Ciò che tutti dobbiamo fare è ripensare dalle fondamenta l’immagine che abbiamo della donna, il suo ruolo in famiglia, nei luoghi di lavoro e nella società. E’ urgente, iniziando dai piccoli gesti e dal linguaggio, diffondere una cultura del rispetto delle libertà individuali e delle diversità. E dobbiamo farlo ogni giorno, insegnarlo alle nuove generazioni, insegnarlo in primis a noi stessi. Abbiamo il dovere morale di combattere affinché la donna non sia più vista come un corpo da violentare, straziare, bruciare e uccidere. Abbiamo il dovere morale di combattere perché la donna sia rispettata nelle sue libertà individuali e per l’importantissimo ruolo sociale che svolge. Ricordiamo Vania e tutte le donne vittime di violenza con questo antico proverbio: ‘Una mamma che educa un bambino educa un uomo, una mamma che educa una bambina educa un popolo’. Educhiamo noi stessi e la società alla cultura del rispetto, perché la violenza contro le donne è una sconfitta per tutti”.

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