San Vito, arrivano 100mila euro per la sicurezza

Centomila euro per la sicurezza: il Comune di Lucca incassa il maxi finanziamento per un progetto tutto focalizzato sul quartiere di San Vito, una delle zone da cui arrivano le maggiori richieste di attenzione: furti, vandalismi, schiamazzi. L’impegno dell’amministrazione per cancellare il degrado nel quartiere adesso, dopo l’ok ai fondi regionali, può diventare operativo. Anche grazie all’utilizzo delle nuove tecnologie (una app per smartphone e tablet e un sito internet), alle nuove aree di aggregazione e ai laboratori di coprogettazione con i cittadini.

Il sindaco Alessandro Tambellini non nasconde la sua soddisfazione: “Come amministratori pubblici, pur con i mezzi finanziari scarsi a nostra disposizione, abbiamo il dovere di individuare delle risposte concrete, tentando soluzioni innovative utili ad alleviare il disagio economico delle famiglie, a rigenerare un senso vero di comunità e a migliorare la sicurezza dei cittadini. Questo è quello che a Lucca stiamo facendo – spiega il primo cittadino -, attraverso azioni concrete piccole e grandi come i progetti dei ‘quartieri social’ di Sant’Anna, San Concordio e San Vito o come il bando sui lavori socialmente utili grazie al quale stiamo dando lavoro, ma soprattutto una possibilità, a cittadini lucchesi disoccupati che hanno un’età in cui è estremamente difficile rimettersi in gioco dopo avere perduto il lavoro”.
“In questo quadro – aggiunge Tambellini – rientra il progetto sulla sicurezza urbana per cui abbiamo ottenuto un finanziamento regionale di 100mila euro come Comune pilota insieme a Firenze, Prato, Pisa e Confesercenti Livorno. Con questi soldi andremo a intervenire su una zona di San Vito dalla quale ci sono pervenute ripetute segnalazioni da parte degli stessi abitanti, per sperimentare nuove forme di presidio che vedano sempre più attivi e protagonisti coloro che abitano il territorio: il filo conduttore della nostra azione sarà quello di non far sentire indifesi i cittadini di fronte ai cambiamenti in atto e alle difficoltà che ne derivano. Inizieremo a lavorarci nelle prossime settimane coinvolgendo la comunità di riferimento e il progetto si svilupperà lungo tutto il prossimo anno. Chiaro che i sindaci da soli non possono risolvere il problema della sicurezza delle città e dei territori, e per questo come Comune di Lucca abbiamo sempre lavorato proficuamente in sinergia con le forze dell’ordine, cui compete il controllo del territorio. Ma è altrettanto chiaro che non possiamo e non vogliamo stare a guardare passivamente il disagio delle famiglie e della nostra comunità e dunque, consapevoli che la strada per uscire dal tunnel è ancora lunga da percorrere, quella strada tuttavia la percorriamo quotidianamente, con la quantità limitata dei mezzi che abbiamo a disposizione e con la volontà, quella tutta intera e ferma, che abbiamo di arrivare a delle realizzazioni utili”.
Secondo il sindaco la situazione di incertezza e insicurezza è da legare alla crisi economica. “L’impatto della crisi economica è ancora oggi fortissimo. Quella che agli albori, ormai dieci anni fa, si presentava come crisi esclusivamente finanziaria – osserva -, ha finito per travolgere il sistema economico mondiale, andando ad impattare in maniera pesantissima sulle economie familiari, nelle quali ancora oggi si registra un disagio quotidiano che i numeri forniti anche recentemente dall’Istat fotografano in maniera puntuale e crudele a un tempo. In questa situazione è a rischio la stessa tenuta sociale, divenendo questo il terreno fertile per attività criminose: mi riferisco in particolare ai fenomeni di cosiddetta microcriminalità, che hanno un peso notevole sulla qualità della vita delle persone e che vanno ad aumentare l’insicurezza dei cittadini”.

Le parole dell’assessore Bugli
“Si tratta di cinque progetti pilota dove la sicurezza si salda al recupero di ambienti e parti di città degradate – spiega l’assessore alla presidenza e alla sicurezza Vittorio Bugli -, cinque progetti presentati dalle amministrazioni comunali ma anche, come nel caso di Livorno, da associazioni di categoria come la Confesercenti e sui quali stiamo lavorando da tempo per condividerne i contenuti”.
“Contribuiremo ai progetti presentati dai Comuni fino ad un massimo dell’80 per cento dei costi – spiega ancora l’assessore – Di fatto abbiamo accordato a tutti il finanziamento richiesto. “Sono progetti completamentari rispetto ad altre linee di intervento come ad esempio la videosorveglianza, su cui stiamo valutando le proposte giunte rispetto ad un bando appena chiuso – conclude Bugli -. Sono progetti sperimentali che puntano a intervenire laddove esistono fragilità, sociali o nel tessuto urbano, per capirle anzitutto e migliorare poi il contesto”. Con ricette a volte simili ma spesso anche molto diverse le une dalle altre, perché opposte sono le realtà di partenza e i problemi, legati alla scarsa frequentazione dei luoghi o alla concentrazione invece di persone. “E dopo queste prime cinque città – sottolinea l’assessore – l’intenzione è naturalmente quella di proseguire con gli altri capoluoghi”.

Il progetto nel dettaglio
La strategia proposta a Lucca si chiama Quartieri_Social e si basa sulla collaborazione tra pubblico e privato. Una maggior sicurezza non può prescindere dall’organizzazione delle polizia locale e delle forze dell’ordine in generale, ma passa anche dal coinvolgimento della popolazione e degli aspetti sociali che determinano le relazioni tra i cittadini; non può non considerare la cura di parchi e spazi pubblici. Così si punterà ad aumentare i servizi e le attività svolte dai “cittadini attivi” con un progetto ad esempio di controllo di vicinato e di videosorveglianza per favorire la sicurezza in città, sempre naturalmente in raccordo con le forze dell’ordine. Nel progetto c’è anche una app, che si potrà scaricare gratuitamente: dispenserà consigli utili e educherà i cittadini a evitare comportamenti che possono facilitare furti e illeciti, ma servirà anche a spedire immagini di oggetti rubati e recuperati o a inviare foto di aree degradate agli uffici comunali affinché si intervenga. Ci sarà pure un portale web, www.inallerta.it. Si punterà anche all’animazione sociale e alla partecipazione collettiva, con incontri formativi e di sensibilizzazione. Ci sarà spazio per la riappropriazione di aree di aggregazione, utilizzando anche la street art per colorare la paura e trasformare zone ora degradate in un museo di arte contemporanea a cielo aperto da vivere. Sulla sicurezza i cittadini saranno infine coinvolti in laboratori di coprogettazione.
Alla conferenza stampa di Firenze è intervenuto l’assessore Francesco Raspini.

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