Giglio, bilancio in pareggio ma sul futuro restano nubi

Si chiude in pareggio per il secondo anno consecutivo il bilancio del Teatro del Giglio: nel 2016 l’utile di esercizio è di 3.103, 54 euro, nonostante il taglio subito dai contributi comunali. “Ora un tavolo di riflessione per il futuro con attori economico-culturali del territorio: lo sviluppo della città passa da qui”, commenta l’amministratore unico Stefano Ragghianti. Ad affiancarlo, questa mattina (19 maggio) in teatro durante la presentazione dei numeri del bilancio, il direttore generale Manrico Ferrucci, l’assessore comunale Giovanni Lemucchi e il sindaco revisore unico del teatro Tiziana Granucci.

“La stagione si chiude sostanzialmente con un pareggio di bilancio – spiega Ragghianti – confermandosi in equilibrio. Un risultato importante anche in considerazione del fatto che nel 2016 il teatro partiva da -200.000 euro per una serie di accordi complessivi fra Comune e Fondazione Crl, che in due anni hanno ridotto il contributo diretto di 400.000 euro: il primo anno è stato compensato con un incremento della dotazione del comune, mentre la seconda riduzione non è stata compensata. Questa situazione ci preoccupava molto, ma il teatro è riuscito ad assorbire il colpo. Inoltre, sul bilancio del 2016 (che raccoglie una parte della stagione 2015-2016 e una parte di quella 2016/2017), incide una serie di attività che sotto il profilo dei costi richiede un forte impegno, fra cui il recital di Jose Carerras, Simon Boccanegra, Vedova Allegra, Mefistofele, i Puccini Days 2016 con il recital Cosi muore Mimì, la prima nazionale del riallestimento di vacanze romane”.
Per l’anno conclusosi (2016) il totale complessivo dei ricavi è stato di 3.170.545 euro a fronte di costi complessivi pari a 3.167.441 euro. Lo stato patrimoniale netto al 31 dicembre 2016 è di 439.711 euro.
I costi diretti per gli spettacoli sono stati nel complesso superiori ai ricavi. La stagione lirica ha avuto un costo di 892.333 euro, a fronte di un ricavo di 1.032.430, mentre quella di prosa è costata complessivamente al teatro 13.500 euro, quasi totalmente ammortizzati dai ricavi: “Il problema, in questo caso – fanno sapere gli amministratori del teatro – è dato dal numero di posti limitato, che pone un limite ai potenziali guadagni”. I Puccini Days sono costati invece 236.628 e hanno comportato un ricavo di 196.835 euro, mentre per le Cartoline pucciniane sono stati spesi 15.420 euro e ricavati 13.193 euro. In totale i costi diretti del 2016 sono stati pari a 1.592.865, contro 1.226.173 del 2015. I ricavi, invece, sono saliti da 1.313.834 nel 2015 a 1.557.172 nel 2016.
“Il teatro ha ancora molti aspetti di criticità -prosegue Ragghianti -: la direzione artistica, generale e l’amministrazione hanno ben chiaro il quadro sotto il profilo organizzativo, culturale ed economico e in futuro avremo anche il margine ed il tempo per ragionare in tal senso. Quella degli ultimi anni non è stata solo un’operazione di carattere contabile, bensì un’operazione di rilancio complessivo del ruolo del teatro, della sua funzione, che ne ha mutato alcuni caratteri genetici, collocandolo in una posizione strategica diversa. Il futuro rimane complicato, c’è tutto da inventare, ma credo che sia arrivato il momento di mettersi intorno ad un tavolo con le forze culturali, economiche e sociali della città (fondazioni bancarie, categorie economiche, partecipate del comune coinvolte in manifestazioni di rilievo, associazionismo, enti del terzo settore) per una riflessione a trecentosessanta gradi sul teatro, perché lo sviluppo della città, dal turismo all’economia, non può che passare dal Giglio. Vorremmo prevedere progetti ancora più importanti. Con Puccini, ad esempio, se vogliamo fare un salto per un progetto regionale o più ampio dobbiamo necessariamente unirci, coordinarci. La condizione necessaria, però, era avere conti presentabili: questo lo abbiamo fatto”.
In calo rispetto all’anno precedente i contributi provenienti dal Comune (stabiliti per mezzo di accordi complessivi con la Fondazione Crl): da 1.635.000 euro nel 2015 sono passati a 1.430.000 nel 2016. A diminuire in rapporto agli anni precedenti, grazie ai trasferimenti e agli accori sindacali raggiunti, è anche il costo del personale, che da 1.169.242 nel 2014 è sceso a 1.104.445 nel 2015 e ancora a 1.035.448 nel 2016.
E’ invece cresciuto, sebbene di poco, il contributo del Ministero dei beni culturali per l’attività lirica e musicale, che copre appunto l’attività lirica e alcuni concerti specifici come i Puccini Days: dopo il balzo dai 430.000 del 2014 ai 512.133 euro nel 2015, nel 2016 è arrivato a quota 519.640.
“Un risultato – commenta Lemucchi – raggiunto anche grazie all’atteggiamento costruttivo dei dipendenti del teatro: sono stati infatti raggiunti accordi sindacali che erano impensabili, senza aprire contenziosi che avrebbero danneggiato l’andamento dell’ente. In questi anni c’è stato un vero e proprio cambiamento culturale, che rappresenta una garanzia per tutti: per chi ci lavora e per la città che ha uno strumento in mano con cui fare cultura. Coniugare l’attenzione ai conti con l’impegno culturale è imprescindibile. Con un risanamento e una gestione più attenta abbiamo posto le fondamenta per la progettazione futura”.
Proprio in merito al futuro, il sindaco Tambellini non ha mai fatto mistero del suo sogno di regalare a Lucca un teatro di dimensioni ben più consistenti, ma anche in caso di rielezione il percorso non sarebbe così semplice e scontato, come spiega l’assessore Lemucchi. “Nell’immediato futuro – dice – possiamo pensare di lavorare solo qui. Poi cercheremo di capire se esista e sia disponibile una struttura societaria diversa, continuando un dialogo costante con la Fondazione Crl”. Obiettivo primario per programmazioni durature rimane la stabilizzazione dei conti. “Intanto potremmo pensare ad un accordo biennale o triennale con 3-4 soggetti (come Lucca Comics, Lucca Classica, Lucca Film Festival) per dare stabilità almeno a una parte delle somme di bilancio e poter programmare gli eventi per tempo e quindi risparmiare”.
Nel complesso soddisfacenti anche i risultati in termini di pubblico. Le attività musicali hanno infatti registrato un aumento sia a livello quantitativo che di presenze. Gli abbonamenti per la stagione 2016/2017 di prosa sono stati 1.037, per la lirica 212, per la danza 143, per zapping e zapping junior 145, mentre i pacchetti 42. Gli eventi nell’ambito di Lucca Puccini Days sono cresciuti da 6 a 9 nell’ultimo anno, facendo registrare 3.142 presenze nel 2016, mentre la stagione di prosa 2016/2017 ha totalizzato 12.411 presenze, la lirica 5.542 e la danza 1.676.
Osservando i numeri dei primi 18 eventi musicali del 2017 (su 37 complessivi), si è registrata la presenza di 7.527 spettatori, dato che in soli 5 mesi si avvicina a quello dell’interno anno solare 2016. Per il 2017, si prevede quindi una presenza complessiva di 15.000 spettatori per gli eventi musicali che compongono il progetto sostenuto dal Ministero per i Beni Culturali (stagione lirica, Lucca Puccini Days, stagione danza, musical, concerti, cartoline pucciniane, Lucca Junior Opera).
“In due anni – afferma Granucci – ho visto un grande sforzo per la riduzione complessiva dei costi, a partire dal personale dipendente. A fronte di questa riduzione, però, si è verificata anche una riduzione dei trasferimenti: tutti i sacrifici, quindi, sono stati trasferiti sul bilancio del Comune. Il messaggio che voglio rivolgere alla nuova amministrazione è questo: il contributo minimo dovrebbe aggirarsi intorno a 1,6 milioni, ma sicuramente non deve scendere al di sotto del contributo di quest’anno, perché in quel caso non sarebbero pensabili ulteriori risultati positivi”.

Jasmine Cinquini

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