Edilizia, gli architetti bocciano le novità normative

“Dall’analisi delle novità normative emerge un quadro drammaticamente rivoluzionato che produce effetti contraddittori e di dubbia applicazione, nonostante la dichiarata volontà di semplificazione. In un quadro così critico l’Ordine degli architetti di Lucca promuoverà a livello regionale e nazionale l’avvio di una vera e propria riscrittura delle regole dalle fondamenta, che possano aderire alla realtà e costituire un quadro certo entro cui svolgere la professione nell’interesse delle società”. Con questa nota i rappresentanti della sezione lucchese dell’Ordine degli architetti esprimono un secco no alle riforma detta “Scia2” riguardante le opere edili ed architettoniche. 

“A titolo di esempio – proseguono gli architetti – secondo il nuovo quadro normativo le modifiche prospettiche, quali il semplice ridimensionamento di una finestra, ricadono in ‘ristrutturazione pesante’ avente rilevanza penale. Nonostante l’apprezzabile sforzo che la Regione Toscana ha messo in campo per attenuare alcuni aspetti critici procedurali, questa e molte altre novità producono un quadro sempre più complesso e controverso entro il quale i professionisti sono costretti, con rilevanti responsabilità di fronte ai committenti e allo Stato. In realtà questo è l’ultimo tassello di un mosaico normativo che negli ultimi anni ha frammentato quello che un tempo era un vero ‘testo unico dell’edilizia’ che ha progressivamente perso il senso logico originario”.
“Il venir meno della ratio del testo unico emerge – prosegue la nota degli archietti lucchesi – ad esempio, nella ‘manutenzione straordinaria’ in cui ricadono interventi ben distanti dal significato della definizione: demolizioni e ricostruzioni, frazionamenti e cambi d’uso, ricompresi in questa fattispecie per la sola comodità di usufruire delle illusorie semplificazioni procedurali apparentemente concesse alla manutenzione straordinaria”.
“La ridefinizione del lessico – conclude l’Ordine degli architetti – e molte altre contraddizioni, costituiscono un non-senso sia per il professionista, indotto a ragionamenti contro-intuitivi, sia per il cittadino sempre più distante dalla professione dell’architetto il cui valore può diventare incomprensibile a seguito delle astrazioni legislative. È necessario riaffermare quel patto solidale, da sempre esistito, tra professionisti tecnici e società nel paese che vanta nel mondo un ruolo di prim’ordine nei campi dell’architettura e dell’edilizia”.

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