Rifiuti, scatta un aumento del 5% per la Tari

Aumentano di un milione e 200mila euro i costi nel piano finanziario di Sistema Ambiente e, conseguentemente, sale del 5% la Tari per gli utenti. Nello specifico, più 4,5% per le bollette delle utenze non domestiche e più 5,3% per quelle domestiche. Lo confermano, dopo le anticipazioni delle ultime settimane, l’assessore all’ambiente Francesco Raspini ed il vicesindaco Giovanni Lemucchi, intervenuti oggi (19 gennaio) in Commissione congiunta bilancio e lavori pubblici. Il tema è quello, appunto, della presentazione del nuovo piano finanziario della partecipata e, al dibattito, prende parte anche il presidente di Sistema Ambiente Matteo Romani.

L’aumento medio del 5% in bolletta.  Le tariffe medie aumentano quindi di circa il 5%: vengono privilegiate le utenze non domestiche, che erano state sempre più penalizzate negli ultimi anni: più 4,50 % per loro contro il 5,30% per le utenze domestiche, come spiega Lemucchi. I costi del piano finanziario, in sostanza, sono stati ripartiti per il 55% sulle utenze domestiche e per il 45% sulle non domestiche.
Un aumento sul quale incide una voce importante, evidenziata dall’assessore Raspini: quella del fondo di svalutazione crediti, per il quale vengono messi a bilancio circa 600mila euro in più.
Sui costi di Sistema Ambiente, divisibili in quelli di trattamento e smaltimento ed in quelli comuni (amministrativi, di riscossione, stipendi personale etc), l’assessore è ancora più specifico: “La capacità di riscossione della società – spiega – è di circa l’85% della mole complessiva di fatturato, mentre il restante 15% viene aggredito fino a raggiungere il 95%. Resta un buco del 5% a bilancio: per questo è stato imposto un fondo di svalutazione crediti, al fine di neutralizzare gli effetti di questa mancata riscossione e, naturalmente, deve essere calcolato sul totale della tariffa. La società ha fatto una proposta di 1milione e 976mila euro da mettere a fondo; 1 milione e 350mila euro è stata la proposta dell’amministrazione: si tratta di un aumento sensibile, di circa 700 mila euro in più rispetto ad un anno fa. L’amministrazione ha chiesto di ridurre questa cifra perché siamo convinti di poter ricavare introiti, tali da coprire la parte restante, dalle circa 2600 utenze fantasma di soggetti residenti all’anagrafe, ma non contribuenti di Sistema Ambiente, che andremo a vagliare nelle prossime settimane. Possiamo dire però – conclude Raspini – che con questo fondo non ci saranno sorprese negative negli anni a venire, in termini finanziari”.
Nello specifico, i costi di gestione del piano finanziario aumentano di 150mila euro. A questa cifra è necessario sommare circa mezzo milione di euro circa, come detto, per il fondo di svalutazione crediti ed un aumento di 325mila euro legati al rinnovo contrattuale ed ai costi di personale. L’aumento complessivo stimato ammonterà a circa un milione e 200mila euro.
Per il capogruppo del M5S Bindocci, però, “questa è l’amministrazione degli aumenti – tuona – a fronte di una situazione societaria che presenta un’organizzazione poco efficiente, un personale che è calato e scarsi investimenti sui mezzi. Questo costa sia alle imprese che ai cittadini, è un aumento importante che merita un approfondimento: chiederemo una commissione d’indagine sul punto, per capire se una simile misura sia davvero dovuta o se si poteva lavorare meglio. Del resto, mentre aumenta il costo della vita, qua si continua a pesare sulle tasche della gente”. Di aumento importante e di ulteriori verifiche da fare parla anche la consigliera di SìAmo Lucca Cristina Consani, che chiede inoltre spiegazioni sulla situazione relativa ai rifiuti a sant’Angelo in campo e su quella delle “presse”. Anche il capogruppo di Forza Italia, Marco Martinelli, insieme al consigliere di Fratelli d’Italia Nicola Buchignani, parla di aumento eccessivo.
La situazione societaria. Sistema Ambiente è posseduta al 62% dal Comune attraverso Lucca Holding e al 34% da Daneco, il socio privato che nel dicembre scorso ha visto l’udienza pre fallimentare al tribunale di Roma. “Daneco ha chiesto di accedere al concordato preventivo – ricorda Raspini – e ora siamo in attesa della decisione del tribunale. Vorrei però precisare che non c’è alcun rischio per la salvaguardia di Sistema Ambiente: fino al 2029 ha diritto ad operare con questa configurazione, senza entrare nel gestore unico. Le quote che furono messe a gara potrebbero finire nelle mani del curatore fallimentare, come restare a Daneco o finire all’asta, portando ad un nuovo socio. E’ comunque una situazione che pesa sull’attività della società e ci auguriamo che finisca in fretta, ma Sistema Ambiente è una società solida”.
Sul punto interviene anche Romani: “Sono già due o tre anni che Sistema Ambiente ha difficoltà di carattere finanziario – spiega – per la situazione vissuta con il nostro socio privato. Si tratta di un qualcosa che comunque si avvia alla fine: concordato o fallimento, la procedura prevede la vendita delle quote di Sistema Ambiente e, dunque, un nuovo socio privato. In questa fase non possiamo fare aumenti di capitale perché Daneco non lo può sottoscrivere: per questo ci auguriamo che la vicenda si risolva in fretta”.
Per Buchignani, però, “è difficile che qualcuno acquisti le quote Daneco, visto che la società non distribuisce utili da qualche anno. L’aumento dei costi del piano finanziario, inoltre, porta anche ad un aumento della bolletta, mentre si era detto che con un aumento della differenziata si doveva andare verso un abbattimento della tariffazione. Questo – il timore espresso – potrebbe portare ad un abusivismo ancora più accentuato di quello a cui assistiamo oggi”.
Ma, per Romani, “soggetti interessati si faranno avanti, mentre per quanto concerne l’aumento dei costi bisogna tenere conto delle spese per il personale e per lo smaltimento rifiuti”.
I numeri della raccolta differenziata e nuovi investimenti. Raspini ricorda che “l’incremento della raccolta differenziata avvenuto negli ultimi anni ci ha portato ad essere il Comune capoluogo più virtuoso in Toscana, facendoci toccare quasi il 78% (partendo dal 49% del 2009, ndr). Gli obiettivi di legge sono stati già centrati dal 2014 – afferma – ma vogliamo migliorare ancora. Sul nostro territorio c’è una carenza impiantistica per la raccolta e lo smaltimento dei rifiuti, che ci porta ad avere un prezzo più alto di quello che avremmo se ci fosse un impianto di compostaggio nella piana di Lucca. Le attività di raccolta e smaltimento dei rifiuti costano poco meno di 7 milioni e sono una voce significativa”.
La dipendenza da altri impianti per l’organico costringe ad andare fuori Regione (oggi in Lombardia, ndr) vista anche la carenza complessiva in Toscana. “Per questo – prosegue l’assessore – ci stiamo proponendo per il 2018 di ristrutturare l’impianto di Nave per mettere al coperto l’organico per il tempo di stazionamento e farlo poi portare via. Questo investimento dovrebbe essere seguito dall’acquisto di un macchinario che ci consentirà di sviluppare una sinergia con Geal per quanto concerne la produzione di biometano (dai sacchetti della differenziata conferiti, ndr)”. Nel piano finanziario è inoltre previsto che si proceda allo spostamento della sede di Sistema Ambiente da Borgo Giannotti, visto che si tratta di una posizione ritenuta non più idonea.
Sul punto, però, si innesta l’attacco – con tanto di proposta – del capogruppo di Forza Italia in Consiglio comunale, Marco Martinelli: “Noi chiediamo lo smantellamento dell’impianto di Nave – spiega – e che, dunque, si smetta di fare investimenti lì. Vorremmo, invece, che il servizio di gestione e smaltimento rifiuti venisse delocalizzato. Perché fare nuovi investimenti su Nave – argomenta – che presenta problemi? Dal momento in cui si individua una nuova sede amministrativa, lo si può fare anche per un nuovo impianto”.
Per Raspini, però, “Nave ha problemi, ma parliamo di impianti che devono stare nel Comune di Lucca, delocalizzarli, smantellando tutto ed ottenere i permessi altrove è difficile, oggi non ci sono le condizioni”. Per Romani , inoltre, “allontanando la sede dall’impianto i costi sono destinati ad aumentare”.
Una nuova isola a scomparsa. Inevitabile, durante la commissione, toccare anche il tema delle isole a scomparsa. E, in questo senso, viene confermato che l’idea di farne una nuova davanti al carcere san Giorgio è reale, anche se tutto versa ancora in fase di studio. “Si tratta di un percorso che si deve ancora avviare – spiega Raspini – e che implica di sentire tutti gli enti preposti. Il posto secondo noi è idoneo, è un’alternativa alla realizzazione dell’isola in Santa Maria corte Orlandini. Le isole servono: la raccolta porta a porta in città dà risultati pessimi in termini di decoro urbano, oltre a risultati non sufficienti per la differenziata. E’ una situazione che non funziona assolutamente e che una città d’arte come Lucca non si può permettere. Il conferimento nelle isole a scomparsa, invece, porta a toccare un 70% circa di raccolta differenziata”.
Le due pratiche all’ordine del giorno (Tari e piano finanziario Sistema Ambiente) vengono approvate. La prima con i 5 voti favorevoli ed i 2 contrari della commissione lavori pubblici e con i 4 favorevoli ed uno contrario della commissione bilancio e sviluppo economico. Stesso esito per la seconda pratica.

Paolo Lazzari

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