Associazione S. Concordio: Steccone, no speculazione

I progetti dei quartieri social a S. Concordio finiscono nel mirino. Sotto la lente dei cittadini, in particolare, c’è la riqualificazione dell’area ex Gesam. L’associazione culturale quartiere San Concordio avverte il Comune e dice no “all’ennesima cementificazione speculativa”. E convoca già per il prossimo 14 giugno alle 21 alla biblioteca popolare del quartiere una assemblea pubblica per analizzare la situazione dopo che mercoledì scorso si era tenuta la presentazione dei progetti. 

“Partiamo subito dal nodo principale – spiega l’associazione culturale S. Concordio -: quella che viene passata per riqualificazione del quartiere, si traduce nella realtà nella costruzione del famigerato Steccone, all’incrocio tra via della Formica e via Consani, cioè nella zona dell’antico porto. Progetto da sempre osteggiato dal quartiere, volontà emersa chiaramente anche dagli incontri di politica partecipata svoltisi nei mesi scorsi, in cui l’indicazione data dai  cittadini all’amministrazione è stata no steccone.  La proposta avanzata è stata infatti quella che, nell’attesa di trovare risorse per la valorizzazione del sito archeologico del porto, si adotti la  soluzione provvisoria di un parcheggio, tanto necessario in zone così prossime al centro storico, e che si dirottino i fondi disponibili sul restauro del cosiddetto Chiesone Gesam, edificio di archeologia industriale sotto tutela, di proprietà del Comune, completamente abbandonato e che si presterebbe perfettamente per un auditorium/ spazio espositivo”.
“Inutile quindi – aggiungono dall’associazione – sbandierare forme di politica partecipativa, se poi le indicazioni uscite fuori dalla cittadinanza sono totalmente disattese dall’amministrazione e alle critiche mosse negli incontri pubblici  si risponde che il progetto ormai è quello e che non si può più cambiare se non  per, come testualmente detto, ringhiere e panchine. I tempi e le modalità ci sono, quello che manca è solo la volontà politica Il motivo sostanziale per cui l’amministrazione  vuole investire 7 milioni di euro nella costruzione dello steccone è giustificare lo scempio ecologico e lo sperpero di soldi pubblici (altri milioni di euro) fatto a suo tempo da altri amministratori (ma da cui evidentemente non si sente il bisogno di prendere le distanze) con la costruzione del cassone di cemento del parcheggio sotterraneo del suddetto steccone. Parcheggio sotterraneo costruito sopra la falda (e del resto lì c’era il porto, strano che ci sia l’acqua, vero?),  che si è subito allagato e di cui ora sostanzialmente non si sa che fare. Sanare il danno – si legge in una nota – costerebbe centinaia di migliaia di euro e allora, con la logica del tanto ormai, e con lo specchietto della riqualificazione, si compie una vera e propria speculazione edilizia, mascherata dalla finalità sociale di parte delle strutture. Ma in un’area dove in pochi metri quadrati si trovano le enormi aree dismesse della Lenzi (privata) e  del Chiesone Gesam (pubblico), davvero riqualificare vuol dire costruire un nuovo edificio monstre? Il sindaco Tambellini è stato a lungo insegnante e dovrebbe ben sapere che riparare ad un errore con uno più grande è una bestialità che porta solo ad un danno più grande”.
“Se questo è il punto più dolente – vanno avanti i cittadini -, anche il resto degli investimenti sul quartiere lascia perplessi. Infatti il sistema dei finanziamenti europei prevede pacchetti rigidi che vanno ad intervenire su settori specifici e ogni amministrazione, nella penuria di fondi data dai tagli agli enti locali portata avanti da governi di ogni colore, cerca di accaparrarsene il più possibile. Ma questo fa sì che si intervenga solo nei settori in cui si trova un finanziamento e non in quelli in cui c’è davvero bisogno. Così si destinano 700 mila euro per piste ciclabili. Lodevole, ma diverse sono le urgenze da segnalare nel quartiere S.Concordio e su nessuna di queste si va ad intervenire: almeno tre sono le priorità individuabili.  Innanzitutto la ristrutturazione del muro dell’ex-circoscrizione. Il muro, dichiarato pericolante, è stato recintato di fatto limitando notevolmente l’accesso al parco pubblico dietro la Biblioteca Popolare e sostanzialmente rendendo inagibile l’intero piazzale della Biblioteca. Denunciamo la mancanza assoluta di segnalazioni, cartellonistica e indicazioni adeguate, anche di percorsi alternativi, e chiediamo tempi rapidi e certi per la ristrutturazione. Segnaliamo che in due settimane sono state raccolte su questo appello più di duecento firme. Infatti ricordiamo che nello stabile dell’ex-circoscrizione oltre alla Biblioteca Popolare hanno sede il centro per le famiglie e varie associazioni, ma  che il disagio riguarda l’intera cittadinanza, perché il passo ora chiuso è sempre stato molto usato sia per raggiungere la scuola (infatti è il tracciato del pedibus individuato dal Comune), che il parco. Inoltre l’attuale percorso è assolutamente inagibile per i disabili, pur essendo la rampa del piazzale della Biblioteca l’unico accesso all’edificio per persone in sedia a rotelle. Ciliegina finale, la chiusura ha di fatto reso irrealizzabile il progetto dell’orto di comunità, tanto sbandierato dall’amministrazione nell’ambito del progetto 100.000 orti in Toscana e poi di fatto impedito.  In secondo luogo lo sfalcio del verde pubblico, specie nei parchi di via Nottolini e in quello dietro la Biblioteca, che avviene nei momenti topici (cioè in questo periodo dell’anno) con frequenza assolutamente insufficiente, con evidenti disagi per bambini e famiglie chi li frequentano. Infine l’assoluta carenza di pensiline, specie in viale S.Concordio. Situazione che costringe molti anziani che vanno a fare la spesa al supermercato coll’autobus, ad attendere nei giorni piovosi sotto l’acqua, magari con le buste della spesa in mano. Sappiamo la risposta aberrante dell’amministrazione: se non si trova uno sponsor che voglia mettere la pubblicità, la pensilina non si mette.  Risposta doppiamente aberrante, in primo luogo perché è il Comune che fa il regolamento e quindi lo può modificare come vuole, ed infine perché con quale faccia, chi  almeno si diceva di sinistra, viene a dire che i servizi ai cittadini sono legati agli sponsor privati?”.

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