Imposta soggiorno, nuove regole per accordo AirBnb

Regolamento sull’imposta di soggiorno, disco verde in commissione bilancio e sviluppo per le proposte di modifica. Gli emendamenti concernono, in particolare, l’introduzione della figura del “responsabile dell’imposta”, la soppressione della distinzione tra alta e bassa stagione (con l’indicazione, ai fini dell’imposizione, di tre pernottamenti consecutivi nella stessa struttura, ndr), l’introduzione di nuove ipotesi di esenzione, la migliore definizione degli obblighi dei gestori delle strutture ricettive e la revisione della materia sanzionatoria.

Un tema, questo, destinato a coinvolgere e disciplinare i molteplici coni d’ombra rappresentati dalla pratica – operata anche in buona fede – dell’affitto della propria abitazione da parte di privati, pronto così ad essere drenato dall’amministrazione, anche per il tramite dell’intermediario Airbnb. Quest’ultimo rappresenta il primo operatore sul mercato con il quale sarà possibile concludere un accordo, ma – come viene spiegato dagli assessore Giovanni Lemucchi e Stefano Ragghianti – l’idea è quella di allargare le maglie dell’operazione ad ulteriori soggetti simili. Nella sostanza, si va verso una semplificazione generale: l’utente dovrà preoccuparsi della sola prenotazione, mentre Airbnb si prenderà carico di riscuotere subito anche l’imposta di soggiorno e di versarla trimestralmente al Comune.
“Le modifiche – spiega l’assessore Giovanni Lemucchi – sono dettate da due esigenze specifiche: adeguare il regolamento alla legge regionale e chiudere un accordo con un intermediario come Airbnb. Una modalità di questo genere viene già applicata con successo in grandi città italiane, come Milano e Genova”.
Il tentativo, dunque, è anche quello di creare un solido deterrente all’evasione: “Lo sviluppo turistico della città – ricorda Ragghianti – ha portato molti privati ad affittare i propri appartamenti. Si tratta di un’attività che, se svolta all’interno del testo unico regionale e nazionale, è lecita e rappresenta un ritorno collettivo. C’era dunque la necessità di regolarizzarla: ora Airbnb potrà riscuotere l’imposta al momento della prenotazione e la verserà trimestralmente all’amministrazione. Al proprietario resta comunque l’obbligo della dichiarazione trimestrale, perché potrebbe anche aver affittato senza utilizzare questo canale. Oltre a questo, c’è l’obbligo di registrare le strutture richiedendo le credenziali di accesso al portale dell’imposta di soggiorno”.
Anche Riccardo Del Dotto, che si occupa di contrasto all’evasione per gli uffici comunali, parla di una semplificazione complessiva: “Il proprietario ed il turista hanno la vita più facile – osserva – ed il Comune va ad intercettare una serie di pernottamenti che non entravano all’interno dell’imposta di soggiorno, seppur in buona fede”.
Un affresco che, tuttavia, incontra le obiezioni del capogruppo di Forza Italia, Marco Martinelli, che si astiene dalla votazione insieme al consigliere Enrico Torrini. “Come Forza Italia – sostiene – siamo stati contrari fin da subito all’introduzione di questo ulteriore balzello, posto dall’amministrazione comunale. L’ipotesi di coinvolgere soggetti come Airbnb l’avevamo già avanzata noi e oggi vorremmo rilanciare, ricordando che non basta interfacciarsi con un unico operatore. Inoltre – prosegue – chiediamo che venga fatta una commissione ad hoc per capire dove sono andati a finire i proventi dell’imposta di soggiorno (secondo quanto sostiene Lemucchi ammontanti a circa 850mila euro annui, ndr) perché devono essere destinati al turismo e non ad altre voci. In questo senso – conclude – chiediamo con forza che i fondi vengano utilizzati per introdurre una cartellonistica adeguata in centro, dal momento che ogni giorno assistiamo a decine di turisti che vagano in attesa di indicazione, anche per le piazze ed i monumenti più celebri”.
La replica, affidata alle parole degli esponenti della giunta, consiste nell’evidenziare che, dopo una fase di consolidamento del rapporto con Airbnb, l’obiettivo sarà quello di andare ad interfacciarsi con gli altri operatori di mercato similari. “Su tutto questo – ricorda Lemucchi – incombe anche la spada di Damocle del contratto di governo, che prevede l’eliminazione dell’imposta di soggiorno. Io, invece, credo che si tratti di una tassa giusta, perché ha una sua precisa ragion d’essere: i fondi li investiamo nei servizi di accoglienza e nel calendario degli eventi. Senza quei soldi, sarebbe davvero difficile fare quello che facciamo adesso”.
La pratica, ora destinata al vaglio del consiglio comunale, passa con quattro voti favorevoli e la mancata partecipazione al voto di Martinelli e Torrini.

Paolo Lazzari

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