Ex ospedale Carignano, ok all’adozione del piano attuativo

Un nuovo passo verso l’approvazione del piano attuativo che cambierà il volto dell’area dell’ex ospedale di Carignano. Il consiglio comunale ha adottato a maggioranza, con 23 voti favorevoli, 4 astensione e un non voto, il documento che rappresenta l’avvio della fase finale verso l’approvazione.
A illustrare il piano è l’assessora all’urbanistica Serena Mammini: “La proposta di piano attuativo dell’area denominata ex ospedale di Carignano – il sanatorio – dice l’assessore – per il recupero e la valorizzazione del complesso edilizio e dell’ampio giardino circostante, venne presentata, e poi successivamente integrata, esattamente un anno fa, il 7 agosto 2017. Il progetto prevede una riconversione del complesso edilizio con annesso parco-giardino in residenza privata. L’area quindi ritornerà alla sua vocazione originaria, quella residenziale, dopo che negli anni Trenta era stata trasformata in struttura sanitaria pubblica. L’intervento prevede la riqualificazione architettonica, funzionale e ambientale del complesso originario cinquecentesco, di particolare pregio storico-culturale, costituito dalla villa Guidiccioni, il parziale recupero degli edifici realizzati all’epoca in cui la destinazione è stata sanitaria, la demolizione degli elementi incongrui, infine la ricostruzione, attraverso il recupero dei pochi elementi ancora rilevabili, dell’ampio parco-giardino e dei suoi rapporti con il contesto paesaggistico”.

Mammini ripercorre anche la storia della struttura e come si è arrivati alla proposta di piano attuativo: “L’ex ospedale di Carignano è chiuso dai primi anni Novanta – spiega – dopo circa sessant’anni nei quali è stato utilizzato per la cura delle malattie polmonari. L’area dal 1500 al 1890 è appartenuta alla famiglia Guidiccioni, dal 1890 al 1934 al Real Collegio di Lucca e poi nel 1934 passò di proprietà al Consorzio provinciale antitubercolare, poi Asl. Successivamente la troviamo nel piano delle alienazioni del patrimonio Asl, insieme agli altri complessi di Arliano, di Maggiano e una porzione di Campo di Marte, per recuperare i famigerati 23 milioni necessari a finanziare parte della spesa per la costruzione del nuovo ospedale. L’area ha avuto tre aste pubbliche per la vendita nel 2005, nel 2007 e nel 2008, andate deserte. Nel 2007, per il recupero del complesso, il commissario prefettizio adottò un piano attuativo, mai approvato in via definitiva, che dava la possibilità di abbattere le due ali dell’edificio in cemento armato che fiancheggiano la villa storica e altri manufatti e di recuperarne le volumetrie spalmandole all’interno del giardino costruendo nuovi edifici, creando così una sorta di “villettopoli” formata da otto manufatti. L’intervento ammesso dal vecchio piano, di contro a un parziale positivo recupero del vecchio assetto del giardino, interferiva molto con le aree paesaggisticamente importanti come quelle boscate o come quelle coltivate a olivi, sostituendo al verde agrario il verde attrezzato.
La villa, nonostante la mancanza del piano attuativo approvato e del cambio di destinazione d’uso, nell’ottobre del 2011, venne acquisita tramite trattativa privata. Quindi, nel 2007 abbiamo avuto l’adozione di un piano che non fu mai portato in approvazione, e nel 2011 l’acquisto da parte di un privato”.
“Dopo undici anni quindi ci troviamo, stasera – entra nel vivo l’assessora – ad adottare un nuovo piano attuativo di recupero dell’ex ospedale di Carignano che, a differenza del precedente, opera una ricucitura con il territorio rurale circostante in cui è inserito, tramite interventi in coerenza con le linee strategiche del piano strutturale e quindi con le previsioni del piano paesaggistico: a seguito del cambio di destinazione d’uso, da residenza sanitaria pubblica a privata e senza occupazione di nuovo suolo, abbiamo l’abbattimento della pressione antropica sull’intera area; abbiamo una riqualificazione delle bellezze storico-artistiche del territorio; abbiamo inoltre un miglioramento dal punto di vista paesistico ambientale con riduzione dei volumi e superfici in sintonia con le caratteristiche di ruralità del territorio, posto al di fuori del perimetro del territorio urbanizzato dal piano strutturale. Nel regolamento urbanistico vigente l’area è disciplinata dall’articolo 46 “i complessi di Arliano, Carignano e del Seminario” che prevede che per tali edifici, dismessi o in via di dismissione, sia richiesta la formazione di uno specifico piano attuativo per la loro riconversione, all’interno del quale verranno definite le opportune categorie di utilizzazione. Per poter riattivare queste previsioni è necessaria una contestuale variante al regolamento urbanistico, considerando che la legge regionale 65/2014, all’articolo 222 Disposizioni transitorie consente, nei cinque anni successivi all’entrata in vigore della legge stessa e quindi fino al 2019, l’adozione e l’approvazione di varianti nelle more dell’approvazione del piano operativo. L’area in oggetto, come dicevo, è collocata all’esterno del perimetro del territorio urbanizzato individuato dal piano strutturale, ma gli interventi previsti dal piano attuativo sono volti al recupero del patrimonio edilizio esistente e non comportano impegno di nuovo suolo cosicché l’approvazione di questa variante non è assoggettata alla procedura della copianificazione prevista dall’articolo 25 della legge regionale. L’area inoltre comprende beni paesaggistici tutelati ai sensi del codice dei beni culturali e del paesaggio”.
Ora l’iter è alla sua fase conclusiva. “L’avvio del procedimento per la formazione del piano attuativo e della contestuale Variante è avvenuto, con delibera di giunta, lo scorso 22 dicembre – spiega ancora Mammini – L’atto di avvio insieme al procedimento di conformazione e adeguamento al Poit stato trasmesso alla Regione Toscana e alla Provincia di Lucca, al Nucleo unificato comunale di valutazione, alla Soprintendenza e al segretariato regionale del ministero dei beni culturali della Toscana. Il Nucleo unificato comunale di valutazione individuato, dicevo, come autorità competente ha avviato le consultazioni trasmettendo il documento preliminare ai soggetti competenti in materia ambientale. Sono prevenuti 4 contributi: dalla Regione Toscana Direzione difesa del suolo Settore genio ivile, dall’Arpat, dall’autorità di bacino e dal settore ambiente del Comune. Il procedimento di verifica di assoggettabilità a Vas è stato espletato e si è concluso con la determinazione di esclusione dalla Vas. Secondo l’accordo sottoscritto tra il Mibact e la Regione nel maggio 2018, dopo le controdeduzioni a eventuali osservazioni pervenute a seguito dell’adozione di stasera e quindi prima dell’approvazione definitiva del Piano e relativa Variante, tutta la documentazione dovrà essere trasmessa alla Regione che entro 60 giorni provvederà a svolgere apposita conferenza dei servizi per verificare il rispetto delle prescrizioni della specifica disciplina dei beni paesaggistici. Questo per dirvi quanti e quanto siano complessi e articolati i vari passaggi per arrivare all’approvazione di ogni strumento di pianificazione”.
“Occorre precisare – conclude Mammini inoltre che le bellezze paesaggistico-ambientali e storico-artistiche dell’area sono protette da vincoli di tutela diretta e vincoli paesaggistici che pongono diverse prescrizioni come per esempio il mantenimento dell’impianto tipologico, dell’unitarietà delle aree libere e degli spazi pertinenziali; in presenza di giardini storici il mantenimento dei percorsi interni, il mantenimento dei viali di accesso eccetera. Tutte le prescrizioni poste da questi vincoli, a tutela degli immobili e delle aree ritenute di interesse pubblico, vanno a precludere la possibilità di individuare e frazionare l’area destinata a parco-giardino al fine di realizzare spazi pubblici per parcheggi o verde attrezzato previsti dal Piano attuativo, per questo e solo per questo caso specifico, abbiamo deciso di procedere con la monetizzazione a compensazione degli standard urbanistici. Questo, ripeto, proprio perché gli standard urbanistici non sono reperibili all’interno dell’area di intervento. Secondo la disciplina per il calcolo degli standard sono state quantificate dotazioni per spazi pubblici o riservate alle attività collettive, a verde pubblico o a parcheggio, per 3.186 metri quadri. L’importo, da corrispondere a titolo di monetizzazione, sarà composto dalla somma del valore dell’area, delle spese di progettazione e del costo di realizzazione delle opere. Il totale degli standard sarà ripartito in 2.390 metri quadri da destinare a verde pubblico e 796 da destinare a parcheggio pubblico. La somma sarà stabilita mediante determina dirigenziale dell’Ufficio lavori pubblici al momento della domanda del primo titolo edilizio. L’importo da erogare non potrà essere scomputato dagli oneri di urbanizzazione in quanto destinato a opere pubbliche direttamente funzionali all’intervento oggetto del piano attuativo. Il termine entro il quale il piano attuativo dovrà essere realizzato è di 10 anni, che iniziano a decorrere dal momento in cui il piano ha acquisito efficacia, ossia dopo 30 giorni dalla pubblicazione sul Burt”. “Ci auguriamo – conclude – che dopo le vicissitudini che abbiamo appena detto, il piano trovi finalmente attuazione…”.
Dall’assise arriva un plauso generale al piano di recupero dell’area, sebbene lo stesso sia destinato a residenza privata di un magnate russo, che ha sborsato milioni di euro per acquistare un complesso su cui ancora non può mettere le mani. La presidenxte della commissione urbanistica, Francesca Pierotti, plaude al lavoro svolto e l’iter seguito in commissione per arrivare all’adozione. Vota a favore anche l’opposizione. Per Enrico Torrini (SiAmo Lucca) il motivo sta proprio nella lunga attesa del privato, che dal 2011 ha acquistato il bene e che attende risposte dall’amministrazione. Anche Sinistra con Tambellini vota sì, ma per Bianucci, capogruppo, “c’è un po’ di rammarico e tristezza a vedere un bene, che per tanti anni è stato pubblico, finire nelle mani di un privato, sebbene l’amministrazione non abbia alcun potere sull’area. Invito quindi a una riflessione per il futuro affinché si possano mantenere il più a lungo possibile in mano pubblica le strutture esistenti sul territorio”. Voto favorevole anche da Fabio Barsanti (Casapound): “Quando si procede al recupero di grandi aree dismesse comqe questa – dice – è sempre una cosa positiva a cui noi non possiamo che dare il nostro appoggio”.
Il voto ha visto 23 sì, 4 non voti e una astensione ed ha ottenuto anche l’ok all’immediata eseguibilità che fa partire l’ultimo iter verso l’approvazione.

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