A Borgo Giannotti una nuova galleria commerciale foto

Si è fatto notare, in questi anni, il cantiere appena fuori porta Santa Maria – tra Borgo Giannotti e via Pompeo Batoni. Complice una scritta piuttosto evocativa, visibile dalla circonvallazione, messa a guardia dei lavori: “Non importa quanto aspetti, ma cosa aspetti”. L’area, di proprietà del Gruppo Betti, è quella che per anni ha ospitato la carrozzeria Marraccini e Carrara. Ma presto diventerà il Pinturicchio, una galleria commerciale con spazi ricreativi e aggregativi. “Un luogo dove stare bene, fare esperienza della bellezza e dell’autenticità dello stare insieme, con un’attenzione forte all’ambiente e alla mobilità dolce: chi comprerà anche soltanto un caffè al Pinturicchio potrà prendere gratuitamente in prestito una bicicletta”. A parlare è Fabrizio Betti, che insieme ai fratelli e ai cugini ha creduto in questo investimento.

“Vogliamo portare qualcosa di nuovo in città. Il nostro è un progetto prima di tutto culturale. Al Pinturicchio non mancheranno spazi per allestire mostre, presentare un libro, condividere esperienze”. Saranno circa 23 i fondi commerciali rilevabili all’interno del Pinturicchio, che conta una superficie complessiva superiore ai 2000 metri quadrati e di una parte soppalcata. “Abbiamo deciso per un allestimento interno leggero e adattabile – spiega ancora Fabrizio Betti – e per questo le pareti che separano i fondi saranno amovibili. D’altronde, le esigenze nel tempo possono cambiare e il Pinturicchio nasce già predisposto ad accogliere i cambiamenti”. Circa 40, in totale, i posti auto a disposizione della galleria, tra quelli all’aperto e quelli che verranno ricavati dall’edificio che troviamo sulla destra entrando al Pinturicchio da Borgo Giannotti. “Chiaramente, saranno stalli tutti dedicati ai clienti: gli affittuari dei fondi, da contratto, dovranno parcheggiare altrove per venire al lavoro: volentieri metteremo a loro disposizione delle biciclette”, continua Betti. Un’attenzione all’ambiente che ha connotato fin dall’inizio il progetto di restauro. “Abbiamo selezionato materiali di prima qualità eco compatibili e abbiamo minimizzato la dispersione termica dell’ambiente con solai areati, pareti multiple isolanti e corpi illuminanti a led multicolore. Inoltre – continua Betti – al Pinturicchio installeremo ben quattro punti di ricarica per le auto elettriche di ultima generazione”. I lavori procedono spediti e il centro dovrebbe essere inaugurato entro la fine di marzo. Tuttavia per l’11 dicembre la famiglia Betti ha in programma una sorta di pre-inaugurazione riservata agli amici più stretti: “Si tratta di una data significativa, per me e per il progetto. Da sempre appassionato di pittura rinascimentale – racconta Fabrizio – qualche estate fa decisi di visitare un piccolo museo di Cortona, dove mi trovavo di passaggio con alcuni amici. Rimasi affascinato da un paesaggio del Pinturicchio e dalla didascalia che ne riportava il vero nome: Bernardino Betti. Condividevamo lo stesso cognome, quindi, e che stupore quando più tardi, approfondendo, ho scoperto che condividevamo anche una data: l’11 dicembre. Per me, quella di nascita; per lui, quella di morte”. Una coincidenza, forse, o un segno: la differenza sta nella percezione, in fondo. È così che è stato scelto il nome della galleria commerciale che si candida a divenire un nuovo punto di riferimento per Lucca. “Abbiamo ricevuto molte manifestazioni di interesse, alcune le abbiamo già valutate, altre le valuteremo. Molte sono anche già state scartate – spiega Fabrizio Betti – perché il nostro progetto vuole privilegiare la creatività, l’artigianato, il rapporto col territorio. Al Pinturicchio non troveremo brand già noti, ma piccole e grandi storie tutte da raccontare. A chi ci dice che ci imbattiamo in un terreno sconosciuto, rispondiamo che le più grandi innovazioni sono nate proprio così, grazie alla lungimiranza di chi ha rischiato per primo. Come hanno fatto i nostri nonni, e poi i nostri padri”. Una storia, quella del Gruppo Betti – Cires, Eleutera, Filgomma, Mimaff, Salf, Salus e ora il Pinturicchio – che meriterebbe di diventare un romanzo: e chissà che non accada. Sì, perché Fabrizio Betti scrive, con tanto di prefazioni dell’amico Aldo Vitali, oggi direttore di Tv, sorrisi e canzoni. Scrive racconti, romanzi, ricordi, esperienze. Lui, che di vite ne ha avute in dono due: la prima si è interrotta cinque anni fa, quando il suo cuore si è fermato durante una pedalata. La seconda è iniziata 28 giorni dopo, quando è stato dimesso dall’ospedale e ha dovuto fare i conti con l’assenza di ricordi e di parole per dare un nome alle cose che aveva intorno. “Quando si vivono esperienze così forti, e si hanno seconde occasioni – dice Fabrizio Betti – si dà un valore diverso a tutto. Si relativizza e si impara a leggere le altre persone con una rinnovata sensibilità. Oggi credo che la bellezza abbia un ruolo fondamentale per il nostro equilibrio, per il nostro star bene. E così stiamo lavorando perché il Pinturicchio sia un luogo bello: avrà pavimenti in marmo granigliato, luminosissimi, con motivi circolari che si ritroveranno anche alzando lo sguardo, nei lampadari di design di Martinelli Luce. Un’idea che ho ‘rubato’ al Moma di New York”. Il pay-off scelto per il Pinturicchio suona programmatico: ‘shop, eat, enjoy’ – acquistare, mangiare, stare bene. Non rimane che attendere il giorno in cui aprirà le sue porte alla città.

Elisa Tambellini

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