Ambulanti fuori da Bolkestein: intervenga Regione

Bolkestein, i riflettori non si spengono e gli ambulanti scendono in trincea per l’esclusione. Con la legge di bilancio 2019 il governo ha infatti escluso il commercio ambulante dall’applicazione della direttiva Bolkestein. Questo, secondo l’associazione Anva Lucca, “ha creato un vuoto normativo per il quale l’Anva, il sindacato ambulanti Confesercenti, chiede un intervento della Regione”. 

“Per riempire questo vuoto – spiega il presidente Anva Lucca Leonetto Pierotti – abbiamo proposto il tacito rinnovo in modo che gli operatori che oggi lavorano abbiano di fatto la garanzia di lavorare anche in futuro. Partire dalla Toscana per poi intraprendere lo stesso percorso con le altre regioni, per definire la situazione una volta per tutte e dare delle garanzie ad una categoria che da troppi anni vive nell’incertezza”. Obiettivo di Anva è dunque dare certezze al settore per programmare investimenti e ridare vigore al commercio su aree pubbliche. “Con la decisione del governo di escludere gli ambulanti dall’applicazione della direttiva Bolkestein – prosegue Pierotti – vengono a cadere tutti i presupposti sui quali si basavano i criteri di concorrenza che rendevano la materia di esclusiva pertinenza statale. Le Regioni quindi si riappropriano della potestà completa in materia di commercio, e possono determinare scelte in completa autonomia. La Toscana ha sempre rappresentato un’eccellenza ed è sempre stata all’avanguardia dal punto di vista normativo, dimostrando grande attenzione al commercio su area pubblica. Quindi chiediamo un intervento che abbia come obiettivo quello di riportare il tacito rinnovo, cioè che per 12 anni le imprese devono avere la certezza di poter fare il loro mestiere. Non si tratta – conclude il presidente – come qualcuno in questi anni ha strumentalmente paventato, di una nuova occupazione sine-die di spazi pubblici, perché da sempre le amministrazioni comunali hanno avuto ed hanno tutt’ora tutti gli strumenti per governare i propri territori relativamente all’uso del suolo pubblico. Si tratta semplicemente di tornare a garantire la sopravvivenza di una parte di commercio che da sempre garantisce una grande fonte di occupazione ed un servizio sociale determinante per i nostri territori e per le fasce più deboli e meno abbienti della popolazione”. 

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