Castellani saluta Lucca: ‘Chiesa ha bisogno di laici’

Manca poco più di un mese alla prima celebrazione liturgica del nuovo arcivescovo di Lucca, Paolo Giulietti, prevista per domenica 12 maggio alle 18 nella cattedrale di San Martino. Un momento al quale non mancherà di prendere parte il cardinale Gualtiero Bassetti, sua guida spirituale e presidente della Cei. Giulietti arriverà a piedi, lungo la via Francigena, insieme ai pellegrini, ai giovani e alle famiglie che si uniranno a lui nel percorso da Capannori. Farà tappa al monastero di Santa Gemma Galgani all’Arancio e poi il corteo di fedeli proseguirà verso il centro storico. E per monsignor Italo Castellani, alla guida dell’arcidiocesi dal 2003 – per i primi due anni come vescovo coadiutore di Tommasi – oggi (8 aprile) è tempo di un breve bilancio.

Lui, che pronuncerà la sua ultima omelia lucchese di fronte al presbiterio il prossimo 17 aprile, per la benedizione degli olii per i sacramenti del Mercoledì Santo: occasione in cui saranno anche ricordati i suoi 50 anni di sacerdozio. “La chiesa di Lucca è bella e viva. Il mio sguardo – commenta Castellani – non può che essere quello parziale dell’innamorato, me ne rendo conto. Mi sento a casa in questa città e tornerò ogni volta che la comunità avrà bisogno di me”. Ma Castellani non risiederà più qui: “Torno a Cortona, dove sono nato e cresciuto. Lì ci sono i miei affetti familiari, lì sono stato parroco per 24 anni. Un pezzo del mio cuore, tuttavia, rimarrà a Lucca: sarò sempre a servizio di questa diocesi, con grande elasticità: d’altronde, Cortona dista da Lucca solo due ore di macchina. Ho davanti a me un trasloco da fare, un altro: è un passaggio – dice Castellani – che riguarda il mio percorso di uomo di chiesa ma anche la mia vicenda umana. Cambiare casa segna uno spartiacque, ti pone di fronte delle domande: le vivo con fede”. E così Castellani si lascia andare ad alcune considerazioni sui cambiamenti di cui è stato testimone in questi 16 anni: “La nostra diocesi ha vissuto le stesse trasformazioni della società e le ha accolte con disponibilità, tenendo sempre alta l’attenzione specialmente verso i giovani. Sono loro il vero motore di rinnovamento. Ho percepito – argomenta Castellani – in loro un grande bisogno di ritrovare nella famiglia un orizzonte di riferimento. Inoltre, i giovani di oggi chiedono di focalizzare bene la loro affettività, di imparare a costruirla, di educarsi ai sentimenti. Infine sentono su di loro la responsabilità della custodia del creato: ecco – continua Castellani – questi tre aspetti mi danno fiducia. I giovani di Lucca sono così, i giovani di Europa sono così: è un movimento che ha bisogno di una Chiesa in grado di guidarlo e sostenerlo”. Monsignor Italo sta incontrando, da qualche tempo, tutte le parrocchie del territorio. Sono incontri di preghiera che diventano occasione per scherzare, conoscere personalmente i fedeli e fare il punto sui suoi anni lucchesi: “Mi ha reso felice ricevere la Pantera d’oro dalla città di Lucca e il Burlamacco d’oro da Viareggio – ha detto – ma ancora di più mi rendono felice le mani che stringo, gli sguardi che incontro, le storie con le quali entro in comunicazione. Sento la Chiesa di Lucca come un popolo in cammino, in continuo fermento, che investe nella formazione degli educatori e del servizio dei laici. È sul loro prezioso servizio che ho deciso di puntare l’omelia del Mercoledì Santo: è fondamentale sentirci tutti, religiosi e laici, come parte di una stessa grande famiglia dove ciascuno fa gratuitamente la sua parte e mette a servizio il proprio tempo e i propri talenti per la comunità. Il laico che si impegna nella cura della casa comune, nella sua amministrazione concreta, è il valore aggiunto della Chiesa oggi”. Ha la serenità di chi sa di aver condiviso un pezzo importante della propria vita a servizio di un progetto per gli altri e oggi lo lascia in mani forti e determinate, quelle di monsignor Giulietti. E guarda al futuro, senza voler indugiare più di tanto sul suo giubileo d’oro di sacerdozio che – rapida nota di colore – coincide con i 73 anni di servizio di don Dante Della Latta, di Camaiore, nato il 21 novembre 1922. Suo il record di uomo a servizio della Chiesa da più anni sul territorio diocesano di Lucca.

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