Lucca capofila del progetto contro la povertà educativa

L’aula con i banchi disposti in linea davanti alla cattedra dell’insegnante, le lezioni frontali e i libri di testo caratterizzano una scuola statica, la stessa che riconoscerebbe anche Dante se fosse catapultato nei giorni nostri. La scuola è il cuore della comunità educante e deve occuparsi di portare il bambino al centro della vita culturale, sociale, educativa, sanitaria, economica e amministrativa del territorio. L’ora di lezione non basta è il progetto contro la povertà educativa che mira a promuovere attività finalizzate all’azione competente, fatta non solo di sapere ma di possibilità di scegliere e intervenire nel mondo.

Ideato dall’associaizone Senza zaino di Marco Orsi che ha sede a Lucca e che coordinerà i diversi partner per costruire questa comunità educante basata sul modello dell’Approccio globale al curricolo, il progetto accompagnerà per quattro anni quindici istituti scolastici del territorio nazionale, tra i quali due in provincia di Lucca. L’ora di lezione non basta è stato selezionato terzo su 85 candidature nazionali dall’impresa sociale Coi bambini nell’ambito del Fondo per il contrasto alla povertà educativa minorile, grazie al bando Nuove generazioni e riceverà oltre due milioni e mezzo di finanziamento. Il progetto, che coinvolge tra gli altri istituti comprensivi il Don Milani di Varignano e il Lucca 5 di Ponte a Moriano, è stato presentato questa mattina (11 aprile) da Marco Orsi, presidente dell’associazione Senza Zaino, Ilaria Vietina, assessora alle politiche formative di Lucca, Andrea Salani rappresentante della Fondazione Cassa di risparmio di Lucca, Giovanni Russo di Lucca Crea e coordinato da Fabio Angeli di Genau, quest’ultime associazioni partner del progetto. Tra i presenti anche i diversi rappresentanti delle organizzazioni coinvolte. “La povertà educativa non riguarda solo l’aspetto economico ma include l’aspetto sociale, di solitudine del bambino fragile e di un’offerta formativa che non sempre è adeguata alle sue esigenze – spiega Marco Orsi -. L’ora di lezione serve ma non basta. Gli scenari sono cambiati, i bambini oggi utilizzano più linguaggi mentre la scuola rimane uniforme davanti alla cattedra e proprio per il suo ruolo di comunità educante deve essere rinnovata. La qualità della didattica è decisiva e per questo proponiamo tre modelli, quello dell’artigiano come metafora dell’insegnante maestro che segue il ragazzo in bottega dove trova già gli strumenti, quello del gioco come impegno sportivo sfidante e coinvolgente e quello drammaturgico che trasmetta contenuti grazie anche alla gestualità e all’emozione, proprio come Benigni ci ha avvicinato alla Divina Commedia e alla Costituizione”. Il Fondo per il contrasto della povertà educativa nasce da un’intesa tra le fondazioni di origine bancaria rappresentate da Acri e mette a disposizione 360milioni di euro per tre anni. Per attuarne i programmi nel 2016 è nata l’impresa sociale Coi bambini. “Un investimento in ambito nazionale che in questo caso parte proprio dal nostro territorio – commenta Andrea Salanti della Fondazione Cassa di risparmio -. La scuola ha diversi profili e all’impegno nell’ambito della sicurezza edile dobbiamo aggiungere quello nell’aggiornamento dei modelli didattici e questo progetto è il riconoscimento di un percorso che stiamo portando avanti”. Lodlnb interviene sugli spazi fisici della scuola, sulla didattica, sulla comunità professionale dei docenti e sulle relazioni tra gli attori che animano la scuola comunità, dentro e fuori le pareti. Un’impegno tra insegnanti, genitori, studenti, associazioni e istituzioni per stringere un nuovo patto territoriale di contrasto alla povertà educativa che faccia da cassa di risonanza a livello nazionale. “Un progetto che, aggiunto al precedente bando dell’impresa Coi bambini per la prima infanzia, vinto con Lucca In, interrelazioni in natura contro la povertà, dà la possibilità al nostro territorio di incidere su una scala più ampia – aggiunge Ilaria Vietina -. La scuola è il cuore della comunità e può estendere la sua modalità di approccio dai bambini alla società grazie a un percorso gratificante che porti ad avere adulti sempre curiosi di imparare. Le famiglie, gli insegnanti e le associazioni sono indispensabili affinché tutto ciò si realizzi ”. I nuclei familiari coinvolti nel progetto sono oltre 4500 con 5200 minori divisi in otto regioni. Tra le associazioni partner oltre a Lucca Crea a livello territoriale ci sono la Caritas Lucca, l’Oikos e la fonazione Uibi. “Il gioco è il nostro linguaggio – afferma Giovanni Russo di Lucca Crea -. Prima c’erano lo sport e gli scacchi ma oggi il mondo è diverso. La principale industria è quella del videogioco e i giochi da tavolo e di simulazione hanno oggi una loro centralità. Lucca Crea da tempo utilizza il gioco come strumento didattico, insegnando ai ragazzi le buone pratiche con attività ludiche. La nostra formazione si rivolge ai docenti, per aiutare loro a utilizzare il gioco come strumento per dialogare e insegnare”. Il progetto si pone l’ambizione di far crescere questo modello educativo nei quattro anni, aggiornando di volta i volta i suoi sviluppi.

Jessica Quilici

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