Archeologia industriale, visita guidata a Ponte a Moriano

Una visita guidata ai monumenti di archeologia industriale di Ponte a Moriano. La organizza Francesco Petrini dell’associazione Custodi della Città per l’associazione Save the industrial heritage. La visita del prossimo 27 aprile riguarderà l’incile del pubblico condotto che fin dal secolo XIV forniva energia idraulica agli opifici che sorgevano sempre più numerosi lungo le sponde della preziosa vena d’acqua derivata dal Serchio; l’ex jutificio Emanuele Balestreri (1880) e il contiguo ex linificio canapificio (1890) poi entrambi manifattura italiana della juta fino agli anni Settanta del secolo scorso; il villaggio operaio costruito intorno allo jutificio a partire dal 1884 quando fu inaugurato il primo blocco di case denominato Le Torrette che ospitava più di 40 famiglie; seguirono altri blocchi, le Case nuove di via Dinelli, via Genova e Pantagona che arrivarono ad ospitare 90 famiglie.

“Avrò il piacere – spiega Petrini – di far da guida agli amici bolognesi appassionati di archeologia industriale, disciplina che ho studiato a lungo producendo un progetto per il Comune di Lucca presentato nel novembre 2015 nella sede della Fondazione Banca del Monte di Lucca e scrivendo anche un libro nel quale si descrive il processo di industrializzazione in Lucchesia iniziato proprio con l’inaugurazione di quella che, per i tempi, era considerata una grande fabbrica: lo jutificio del Ponte a Moriano che arrivò ad occupare – come manifattura della juta – 1450 operai, di cui 600 donne e 400 fanciulle, nel 1908. Dopo la pausa pranzo in una tipica trattoria del luogo, accompagnerò i graditi ospiti al convento nottoliniano dell’Angelo, dal quale si gode una bella veduta delle storiche Sei Miglia. E’ intenzione della mia associazione di organizzare, probabilmente a giugno, una visita guidata lungo il pubblico condotto, riservata ai lucchesi. Potremo far conoscere i siti del periodo pre, proto-industriale e industriale che abbiamo identificato nel corso delle nostre ricerche e contribuire a qualificare una zona di pregio della parte nord delle Sei Miglia attraversata dallo storico fosso”.

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